Orologi cinesi

In questi giorni sto dando un’occhiata agli orologi a lancette che hanno le cifre sul quadrante scritte con sistemi di numerazione diversi da quello che usiamo noi. 

Sugli orologi in uso in gran parte del mondo le ore sono in numeri arabi, o al massimo in numeri romani. Se ne trovano però anche alcuni coi numeri iraniani, indiani, ebraici.

In alcuni casi si tratta di veri e propri monumenti, come l’orologio della torre del santuario dell’Imam Reza, ottocentesco, a Mashhad, Iran; o quello della torre di Mysore, India, coi numeri kannada; o quello del municipio della cittadella di Praga, coi numeri ebraici, famoso perché le lancette girano al contrario, in senso antiorario.

In altri casi invece si tratta di oggetti di arredamento o orologi da polso in vendita.

Tra gli altri, ce ne sono alcuni coi numeri cinesi. Numeri che mi sono molto familiari perché sono presenti sulle tessere del mah jong. Qualche hanno fa avevo installato sul computer un programma di solitari che si basava proprio su queste tessere: all’inizio erano disposte tutte sul tavolo e l’obiettivo era quello di toglierle prendendone due uguali ad ogni mossa. Sapevo riconoscere i segni, magari definendoli con qualche nomignolo a seconda di ciò che mi ricordavano, ma all’epoca non sapevo che si trattasse di numeri.

Senonché tra i vari risultati di Google esce fuori anche la foto di un orologio cinese antico, non in vendita. Nella parte interna del quadrante ci sono i numeri arabi, in rosso scolorito, e in piccolo. Nella parte esterna, in grande e in inchiostro nero, ci sono degli ideogrammi cinesi. Completamente diversi rispetto ai numeri cinesi che conosciamo.

Che cosa significano?

Gli ideogrammi cinesi sono migliaia. Bisognerebbe cercare in una lunga lista, ordinata sulla base di regole abbastanza complicate. Per fortuna esiste un sistema più semplice: si può disegnare a mano il simbolo all’interno di un riquadro in una pagina web, e il sito lo riconosce automaticamente, o meglio fornisce una lista di possibili risultati tra cui l’utente può scegliere.

Provo a trascrivere il segno che rappresenta le 12 e non viene fuori niente. Allora provo con quello dell’una. Niente. Con quello delle undici. Niente.

Poi non so perché mi viene in mente di disegnarli al contrario. Bingo!

Le 12 sono indicate dall’ideogramma , ma capovolto, ossia con la parte alta verso il centro dell’orologio e quella bassa verso l’esterno. Una cosa mai vista prima.

Una volta identificato l’ideogramma, il sito che ho usato, Qhanzi, offre un pulsante per cercare in automatico su Google informazioni in proposito.

E viene fuori una voce di Wiktionary secondo cui il simbolo si riferisce al Cavallo (maiuscolo), il settimo dei dodici Rami Terrestri.

Il sito li elenca tutti e 12, ed effettivamente sono quelli che si vedono sull’orologio in questione, anche se là si vedono in stile sans-serif (dal font Yu Gothic, nel mio caso), mentre sull’orologio sono in stile calligrafico (quindi serif).

Il primo della serie è quello che sull’orologio sta in corrispondenza del numero 6, da cui si parte per proseguire normalmente in senso orario.

Il concetto di Ramo Terrestre mi risulta completament nuovo. Dice Wikipedia in italiano che si tratta di 12 elementi che vengono usati “in un sistema di numerazione del tempo che viene detto Ganzhi”.

Vengono associati agli animali dell’oroscopo cinese, e sono stati usati anche come punti cardinali.

L’enciclopedia associa ad ogni ideogramma la trascrizione del nome cinese, giapponese, coreano, vietnamita, l’animale del segno zodiacale, la direzione sulla bussola, il mese lunare e l’ora.

Originariamente il sistema cinese si basava sulle ore doppie, ossia 12 ore per l’intera giornata, anziché 24.

Il simbolo che su quest’orologio è in corrispondenza delle 12, che si chiama wu in cinese, go o uma in giapponese e che appunto è associato al segno del cavallo, corrispondeva al tempo che va dalle 11 alle 13.

I glifi dei Rami Terrestri cinesi si trovano nel blocco Unicode Cjk, ma ordinati seguendo le regole dell’intero blocco (radicali + conteggio del numero dei tratti). Quindi le loro posizioni non sono contigue: il cavallo è U+5438, il segno che lo precede è in U+5DF3, quello che lo segue è in U+672A.

Soltanto 6 dei font di Google supportano il cinese tradizionale.

Alcuni sono serif, come Cactus Classical Serif di Moonlit Owen e Noto Serif Traditional Chinese. Altri sono sans come Chocolate Classical Sans, ancora di Moonlit Owen, o Noto Sans Traditional Chinese.

Altri sono intermedi, come LXGW WenKai TC di LXGW, che non ha grazie che si notano ma non ha tratti dallo spessore costante. Quindi, pur senza avere uncini alle estremità ha comunque un aspetto calligrafico. 

Qualcuno ha pensato anche a mettere i disegni degli animali dell'oroscopo cinese  sul quadrante degli orologi. Su Amazon se ne trova uno i numeri cinesi e i nomi degli animali in inglese, ma senza gli ideogrammi corrispondenti. Visto che si tratta di ore singole anziché doppie, il significato tradizionale salta. E anche la posizione sul quadrante non è quella antica, visto che il cavallo è raffigurato in basso anziché in alto.

 

Ho scaricato il Cactus Classical Serif da Google e ho disposto i glifi dei Rami Terrestri come sul quadrante di un vecchio orologio cinese (in maniera un po' approssimativa, usano al volo Fontwork in OpenOffice). La particolarità del quadrante in questione è che la parte alta dei caratteri è rivolta verso il centro e quella bassa verso l'esterno. Insomma, il 6 lo vediamo nella posizione giusta mentre il 12 è capovolto. Una scelta molto insolita per quanto riguarda i quadranti degli orologi. In questo font i tratti sono molto più sottili rispetto a quelli che si vedono sull'orologio originale, e meno affascinanti, ma la scelta di font cinesi su Google è scarsissima: solo 6 risultati. Il segno che qui si vede al posto del numero 7 è notevolmente diverso da quello che si vede sul'orologio antico, dove il tratto di destra è curvo e svolazzante.

 

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