Biglietti da visita letterpress

Waltzdesign ha caricato quattro anni fa un bel video in cui mostra come si stampano biglietti da visita usando la tecnica della letterpress, quella basata sul rilievo come ai tempi di Gutenberg.

Un video senza parole, con musica rilassante di sottofondo, titolo in inglese e coreano (scrittura hangul).

Si comincia con la ghigliottina, per tagliare i biglietti della dimensione scelta a partire da lunghe strisce di carta.

Si predispone poi la macchina da stampa, che sembra una pedalina di cui però non viene specificato il modello.

I fermagli per posizionare i biglietti devono essere sistemati a mano.

La macchina va oliata con cura prima di essere messa in funzione, versando gocce d’inchiostro in una serie di buchi.

La particolarità di questi biglietti è quella che vi è impresso un pattern a secco, senza inchiostro, solo per dare una sensazione tattile e visiva grazie alla luce e alle ombre. Per fare questo è stato preparato un cliché in magnesio. Ma non basta, perché la prima impressione dimostra che la profondità del rilievo è poca. Viene aggiunto un foglio morbido dietro il biglietto per migliorare il risultato.

L’operatore con una mano toglie il biglietto già trattato e con l’altra ci mette quello da trattare. Il movimento è ritmico, e bisogna anche evitare di farsi schiacciare le dita dalla macchina.

A questo punto si monta il secondo cliché e si mette a punto l’inchiostro. Con una spatola lo si preleva dal barattolo e lo si spalma su una superficie lucida. Da lì, con un rullo a mano lo si spalma sul piatto della pressa. Si montano i rulli.

In questo caso viene usata una pressa da banco. Mentre nella precedente il movimento era mantenuto da ruote che giravano, qui ogni impressione si ottiene tirando verso il basso una leva collegata sia coi rulli inchiostratori che con la platina.

Il tutto va sistemato con cura, per fare in modo che le scritte siano centrate negli appositi spazi lasciati sul biglietto nel corso dell’operazione precedente.

Terminata questa fase bisogna pulire piatto e rulli dalle tracce d’inchiostro prima di preparare il nuovo colore.

Si è cominciato col nero puro, mentre il secondo colore è una miscela di rosso e giallo.

Questa nuova operazione aggiunge solo tre simbolini arancioni alla scritta già stampata: il simbolo del telefono, quello del mondo e quello della località, oltre a delle sottili linee di separazione, mi sembra.

Nuova rifinitura alla ghigliottina.

Si conclude con l’arrotondamento degli angoli.

Sono state utilizzate varie carte diverse, per variare il risultato.

Il video è piacevole e rilassante, oltre che interessante.

Peccato non ci siano informazioni sulle apparecchiature usate.

Un utente lo ha chiesto esplicitamente nei commenti, ottenendo solo la risposta “Magnesium plate”.

Un altro è stato più fortunato: “Che modello è la macchina manuale?”, “Questa è Chandler&Price 10x15”.

Molti sono entusiasti del filmato. Tranne uno che dice: “Questa merda deve essere così noiosa, come fai a farlo ogni giorno?”. Risposta: “Tutto ok. Lo faccio perché mi piace. Grazie per il tuo interessamento”.

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