Dot matrix printer

Su Youtube si possono vedere vari video di stampanti a matrici di punti.

Qui ad esempio c’è una Oki Microline 321 a 9 “aghi” che effettua una stampa di prova, apparentemente collegata ad un computer con sistema operativo Ubuntu.

Si vede la testina che si muove ritmicamente avanti e indietro, stampando sia all’andata che al ritorno. La pagina prende forma ad una lentezza esasperante rispetto alle stampanti moderne, e la stampa è rumorosissima. Immaginiamo che ambiente infernale doveva essere un ufficio con varie stampanti come questa al lavoro contemporaneamente.

Ho letto da qualche parte che le prime stampanti di questo genere ricevevano i bit in ordine e non li riorganizzavano. Stampavano solo mentre la testina si muoveva da sinistra a destra. Quando tornava indietro viaggiava a vuoto, col risultato che ci voleva il doppio del tempo per completare la pagina.

Solo in seguito furono in grado di riorganizzare i bit dall’ultimo al primo, per poter stampare una riga da sinistra a destra e la successiva da destra a sinistra.

Il problema di questi video è che spesso non spiegano niente. Non si dice nemmeno a quando risale questa tecnologia.

Immagino sia degli anni Ottanta.

Su Ebay si trova una stampante del genere a meno di 100 euro.

La carta è quella continua, con i bordi perforati per combaciare coi dentini di un qualche rullo interno alla macchina. Dopo la stampa, i bordi possono essere strappati seguendo il tratteggio.

Le porte di collegamento col computer sono seriali.

L’inchiostro viene venduto in nastri contenuti all’interno di cartucce particolari. Il prezzo e meno di 15 euro l’una, su Compredia.

Le stampanti di questo tipo non hanno una voce dedicata su Wikipedia in italiano, ma ce l’hanno in molte altre lingue.

In italiano venivano chiamate stampanti ad aghi perché la puntina era composta di vari martelletti cilindrici che battevano su un nastro inchiostrato per lasciare dei segni sul foglio.

Le prime stampanti che vennero applicate ai computer mainframe erano delle telescriventi. I meccanismi erano molto diversi uno dall’altro, ma si basavano sulla presenza di vari martelletti su cui c’era la forma di ciascuna lettera in rilievo. Erano in grado quindi di stampare soltanto dei testi.

Le stampanti ad aghi potevano stampare testi, visto che ogni lettera veniva ricondotta a una mappa di punti all’interno di una matrice, ma potevano anche realizzare dei disegni, se questi erano memorizzati come mappa di bit.

E infatti nel video si vede che la stampante non scrive soltanto una lista di informazioni tecniche, ma disegna anche il logo di Ubuntu e alcuni grafici circolari e sfumati.

Il filmato ha raccolto finora 680 commenti.

Alcuni utenti ricordano l’infanzia: “Ascoltarla in azione mi riporta i ricordi di quando alla scuola elementare il miglior giorno della settimana era quello in cui ci portavano nell’aula computer e ascoltavamo queste stampanti in azione”.

Un altro utente scrive “Ah, sì, il canto della burocrazia”. E qualcuno immagina una banca, e qualcun altro ricorda le tre ore di attesa per il rinnovo della patente.

“Accidenti, ne avevo veramente bisogno” dice un altro utente. “Mi sento come se avessi 12 anni di nuovo, quando ascoltavo mia madre che stampava senza fine documenti per la riunione del giorno dopo in piena notte”.

Commenti

Post più popolari