La firma più grande del mondo

Leucke più grande del Duce. Ho provato a confrontare tra di loro le dimensioni di due scritte enormi realizzate usando i boschi. Al centro si riconosce la parola "Dux", presente sul monte Giano in Italia, mentre in alto si vede la lettera L, iniziale della parola Leucke, ruotata di 90 gradi in senso orario, realizzata da un allevatore in Texas una trentina di anni fa. L'intera scritta italiana è più piccola di una sola lettera della scritta americana. Il cognome dell'allevatore texano procede in direzione nord-sud per essere visto dagli aerei che decollano da Austin diretti a est. La scritta abruzzese invece è realizzata sul pendio di una montagna, orientata in maniera tale da essere visibile dal paese sottostante. Le immagini che ho sovrapposto in trasparenza le ho prese da Google Maps e sono nella stessa scala.

 

Ho cercato con Google qual è la scritta più grande al mondo. In mezzo a tanti risultati che non c’entrano niente (le parole più lunghe del mondo) è venuto fuori un articolo su FattiStrani che parla di un allevatore di bestiame americano che negli anni Novanta ha deciso di scrivere il suo cognome usando gli alberi.

La scritta può essere vista da chi vola in aereo tra Houston e Austin, in Texas, e viene anche usata come punto di riferimento dalla Nasa per testare le apparecchiature fotografiche usate nello spazio.

Il proprietario della terra si chiama Jimmie Luecke, la scritta dice semplicemente “Luecke”, in lettere senza grazie maiuscole composte solo di tratti rettilinei.

Il sito mostra una foto dal satellite e una dal finestrino di un aereo in volo. E dice che ogni lettra è alta “almeno” un chilometro. E che sono stati usati “cinque chilometri di bosco”.

Ma è davvero così grande? Ed è facile trovarla?

Vado su Google Maps, imposto la visione delle immagini via satellite e inizio a ispezionare il tratto tra Houston e Austin. Non è poi molto.

Se l’inquadratura include entrambe le città i dettagli non sono distinguibili.

Ma se ingrandisco un po’, in maniera tale da avere la misura del righello impostata a 5 chilometri, già è possibile identificare il terreno in questione.

Si trova nei pressi di Austin. Le località più vicine indicate sulla mappa sono Alum Creek e Smithville, sulla strada che porta verso La Grange.

Ingrandendo molto di più è possibile vedere i dettagli. In alcuni tratti il bosco non è poi così fitto. Le lettere sono interrotte da qualche laghetto e attraversate da strade e sentieri.

Impostando qualche proporzione con il righello fornito da Google, mi viene l’altezza di ciascuna lettera a circa un chilometro di cui si parla nell’articolo, mentre la lunghezza della parola sarebbe sui 4 chilometri.

Mi viene in mente un altro esempio di scritta realizzata coi boschi che ci riguarda più da vicino: quella che si trova sul Monte Giano, in Abruzzo, e che è un tantino più controversa.

Infatti in questo caso la scritta dice “Dux”, tutta in maiuscolo, con la V al posto della U, e con caratteri counterless art deco che si usavano all’epoca, ossia senza controforme. La D non ha buco all’interno, la V è un triangolo, la X sono due triangoli coi vertici sovrapposti e i lati opposti orientati in alto e in basso.

In questo caso la scritta è realizzata sul pendio di una montagna, quindi è visibile anche da terra ed è particolarmente distinguibile quando la neve imbianca il terreno circostante.

La scritta si estende “per circa otto ettari ed è composta da circa 20.000 alberi di pino”, dice Wikipedia, secondo cui il rettangolo sotto la parola è stato aggiunto negli anni Cinquanta, nel tentativo di mimetizzare la parola contestata.

Nel 2017 il bosco è stato danneggiato da un incendio. L’anno successivo alcuni volontari di Casapound hanno piantato dei pini allo scopo di ripristinare le lettere distrutte.

Oggi da Google Maps la scritta è abbastanza riconoscibile a est-nordest rispetto al paese di Antrodoco. La X risulta mezza cancellata, così come un terzo del rettangolo sottostante.

Ingrandendo ulteriormente si distinguono gli scheletri degli alberi distrutti dal fuoco e i tronchi caduti.

In questo caso però le dimensioni delle lettere sono molto inferiori rispetto a quelle della scritta americana. Secondo i miei calcoli, ogni lettera sarebbe 200 metri e la parola sarebbe larga sui 400 metri.

Vogliamo provare a convertire tutto in punti tipografici?

La vecchia regola dei tipografi dice che bisogna moltiplicare per 4 la misura della maiuscola in millimetri per ottenere un’approssimazione vaga della misura che cerchiamo.

Per cui la scritta americana con lettere da un chilometro, ossia 1 milione di millimetri, sarebbe in 4 milioni di punti tipografici.

La scritta italiana, 200 metri, arriverebbe solo a 800 mila punti tipografici.

Ovviamente una misura del genere l’abbiamo cercata soltanto per curiosità. Il punto tipografico è stato inventato per valutare le dimensioni dei caratteri usati per la stampa dei libri. Già quando i tipografi erano alle prese con i caratteri più grandi, da manifesto, preferivano utilizzare come unità di misura la riga tipografica, pari a 12 punti.

Il software OpenOffice non riesce proprio a concepire lettere di dimensione superiore ai 999 punti tipografici.

Per realizzare scritte più grandi c’è bisogno di utilizzare software appositi.

Ma in questi due casi è ovvio che non sono stati usati font digitali e le lettere sono state realizzate in maniera geometrica, così come esistono regole geometriche per realizzare le scritte che si trovano all’inizio delle piste degli aeroporti.

Oggi per realizzare un’impresa del genere si farebbe sicuramente ricorso ai dati Gps. Forse negli anni Novanta si lavorava ancora con la bussola, tanto più che la scritta americana risulta allineata in direzione nord-sud (la leggono nel verso giusto i passeggeri degli aerei che decollano da Austin in direzione est).

Più complicata la realizzazione della scritta su Monte Giano che, se da un lato è più gestibile per via delle dimensioni relativamente ridotte, è anche più problematica per la presenza di linee curve e oblique.

 

Le lettere della scritta texana sono alte il quintuplo rispetto a quella abruzzese. Questo non significa che occupano cinque volte tanto, ma venticinque volte tanto. Questo perché ogni cambiamento si ripete tendenzialmente nelle due dimensioni, determinando un elevamento al quadrato. Qui ho fatto una scritta in Times New Roman corpo 12 e l'ho ripetuta in corpo 60. La seconda è alta il quintuplo rispetto alla prima, ma è anche larga il quintuplo. Quindi la sua area è quella della prima moltiplicata per 25 (ossia cinque al quadrato).

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