Regional Regular Expanded

Su un gruppo Facebook locale è stata condivisa una vecchia cartolina con il panorama di un paese visto dalla montagna di fronte.

Dalla mancanza di una certa strada e di certi edifici, gli utenti hanno concluso che la foto sarebbe stata scattata negli anni Ottanta dell’Ottocento.

Sulla destra, il nome del paese tutto in maiuscolo e la dicitura “Panorama” sono in un font molto particolare.

Le lettere sono molto larghe, la C ha un becco puntato in avanti, e un’estremità inferiore che si protende di poco oltre il becco, ma la lettera distintiva è la R, che mi pare di avere visto altrove.

Si tratta in pratica di una P a cui è stata aggiunta una gamba rettilinea. La quale ha un angolo che si affaccia all’interno dell’occhiello.

Passo le lettere R e C a What The Font e l’unico risultato che corrisponde alla descrizione è il Regional Regular Expanded, che fa parte della famiglia Regional di Sudtipos, 28 font.

Il disegnatore è Alejandro Paul, la fonderia è argentina.

Ma la descrizione aggiunge varie informazioni di background.

“Sudtipos è veramente fiera di annunciare il rilascio di Regional, un vero cavallo di battaglia, una famiglia di 27 stili ispirata ai modelli Old Style Bold del tardo diciannovesimo secolo di differenti fonderie. La distintiva diagonale della R è stata la chiave che ci ha ispirati a creare molte delle lettere alternative incluse nel set”.

Insomma, l’epoca è quella, fine Ottocento.

Tra i caratteri simili, Fonts In Use segnala l’Old Style Bold, disegnato da Gustav F. Schroeder per la Central Type Foundry nel 1886.

Di cui esiste anche un’interpretazione intenzionalmente rovinata in download gratuito, chiamata Corrode Caps, Sughayer Foundry, 2015, scaricabile da FontSpace e composta di sole maiuscole. In cui si nota appunto la forma distintiva della R.

Fonts In Use raccoglie 8 segnalazioni dell’Old Style Bold, tutte su documenti d’epoca, tra cui un registro degli atti di morte italiano, datato 1892.

In realtà la descrizione dice “in uno stile simile all’Old Style Bold”. All’epoca il mercato tipografico era locale. Non era certo pensabile farsi spedire intere casse di caratteri in piombo da oltreoceano. Evidentemente era una fonderia italiana a sviluppare e produrre i caratteri usati dai tipografi italiani. Ma quale è difficile saperlo.

Altri due caratteri simili elencati da Fonts In Use sono Saol Display, di Florian Schick e Lauri Toikka della fonderia Schick Toikka, 2017, e West Old Style, attribuito a un certo James West della fonderia Barnhart Brothers & Splinder e datato “circa 1889”.

Quest’ultimo è una versione dai contorni intenzionalmente imprecisi per emulare le vecchie stampe.

Sul Matcherator di FontSquirrel invece la R più simile che si riesce a trovare quella del Griffon Extra Light di Dharma Type, dal sito Fontspring, che forse ha dei parametri simili ma non ha certo la caratteristica gamba.

Per quanto riguarda il Corrode Caps, quando si fa doppio clic sul file in Windows, il sistema è molto lento a caricare l’anteprima ed è difficile interrompere il processo.

In casi del genere Dafont consiglia cliccare col destro sul file e poi Installa senza aprirlo prima. I software di solito riescono a gestire questi font sporchi con meno problemi. FontSpace non dà nessun avvertimento, invece.

Nota negativa: il kerning. L’incipit dell’Iliade che mi compare nell’anteprima contiene troppo spazio prima della A, sia nella parola cantami che, soprattutto, nella parola diva che sembra veramente spezzata in due: DIV A.

La fonderia Sughayer ha caricato su Font Space 294 font diversi, ma si tratta in gran parte di ornamenti tipografici o parole in calligrafia araba.

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