Streetbrush

Qualche anno fa Cristina D’Avena aveva lanciato una sua hit estiva, “L’estate migliore che c’è”.

Sull’immagine di lancio, quella che una volta sarebbe stata la copertina del disco, il titolo era scritto in obliquo con un font che imita una scrittura a mano realizzata con un pennello.

Lo faccio identificare a What Font Is, un servizio che finora ho sottovalutato ma che in effetti è il migliore tra quelli al momento a disposizione, perché permette di regolare meglio quali lettere bisogna prendere dall’immagine, permette di trasformarle in negativo, e fruga anche negli archivi di Google e dei siti di font gratuiti.

Riesce ad indovinare il font al primo colpo: si tratta dello Streetbrush di Robert Arnow (2009), acquistabile su My Fonts.

La lettera più distintiva è una g molto ingombrante, ma anche la m, la t e la s hanno forme particolari a cui ci si può affezionare.

Nell’anteprima di My Fonts questo font può sembrare un po’ deprimente, usandolo in nero su fondo bianco. Ma sul disco è usato in bianco con contorni neri al disopra del vestito scuro della cantante ritratta davanti a un’esplosione di colori. E per giunta la scritta è in obliquo a movimentare e rendere gioioso il tutto.

Provo a scrivere la stessa frase per visualizzarla nell’anteprima di My Fonts e mi accorgo di una particolarità. La posizione dell’apostrofo nel font è completamente sballata.

Il primo apostrofo si posiziona pressoché al disopra della l anziché alla sua destra, mentre il secondo va a finire al disopra dell’accento sulla e. E per giunta c ed e risultano attaccate tra di loro.

Un obbrobrio.

Invece sulla copertina del disco il problema è stato risolto: gli apostrofi sono all’altezza giusta e tra la c e la e c’è lo spazio opportuno.

Il fatto è che nel mondo anglofono gli apostrofi si usano raramente, quindi non ricevono mai la dovuta attenzione. Così abbiamo su Google molti dei corsivi di Robert Leusche che sembrano di qualità fino a quando non vai a scrivere delle parole accentate, e ti accorgi magari che l’accento si unisce alla l quando non la scavalca addirittura sulla sinistra.

In un font con licenza OTF si può intervenire per correggere. In un font proprietario no. Dovendo realizzare un testo breve si può fare come in questo caso, posizionando ciascun accento al posto giusto, mentre in presenza di testi lunghi conviene cambiare font.

Provo a identificare il font usato per scrivere il nome della cantante, ma non ho la stessa fortuna.

Questo è scritto in caratteri senza grazie in cui la N e la S hanno il baricentro rialzato mentre la A ha l’asta orizzontale molto bassa.

What Font Is qui si trova in difficoltà e mi dà dei risultati che non corrispondono esattamente.

Non è che What The Font si può dimostrare più efficiente?

No. Riconosce le lettere senza difficoltà, riesce pure a trovare N col baricentro rialzato, ma quando si tratta di trovare una S col tratto inferiore che risale in verticale si perde.

E il Matcherator che dice?

Al pimo colpo confonde la N con la H, ma la cosa si può correggere.

Comunque manda fuori strada.

Visto che la lettera più problematica è la S, riprovo su What Font Is solo con questa lettera.

Vengono fuori molti risultati simili, il primo della lista si chiama Soviet League, ma nessuna corrispondenza esatta.

Dove è andato a prenderlo questo font Cristina D’Avena?

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