William Addison Dwiggins

Il ritratto più famoso di William Addison Dwiggins è una foto in bianco e nero in cui lui ha già una certa età, guarda dritto nell’obettivo, ha un sorriso sotto i baffi e una pettinatura molto... artistica.
Su Wikipedia in italiano il ritratto è sostituito da un disegno che lo ricalca, ma che rende l’idea solo fino a un certo punto.
Dwiggins era americano, nato nel 1880, morto nel 56.
A quanto si dice è stato lui a coniare il termine “graphic designer” nel 1922.
Il termine non si diffuse fino al periodo successivo alla seconda guerra mondiale.
Cominciò a lavorare con i caratteri tipografici nel 1929, quando venne chiamato dalla Mergenthaler Linotype Company a disegnare un sans serif da contrapporre agli europei Erbar, Futura e Gill.
Ne venne fuori il Metro, di cui però si dice che Dwiggins non era soddisfatto per quanto riguarda le lettere minuscole.
Identifont non ne ha raccolto nessuna versione digitale. A parte un Metro molto più recente, di un altro disegnatore, c’è il Metro Nova che viene attribuito a Dwiggins. Che però ha una e senza spigolo a destra, e una a a doppio livello che non hanno nulla a che vedere con gli specimen mostrati da Wikipedia (parecchi Metro sviluppati tra il 1930 e il 1937).
Molti font vennero solo studiati, ma mai realizzati, visto che il disegnatore operò tra la grande crisi e la guerra mondiale, periodi in cui le priorità erano altre e le risorse poche.
Il nome di Dwiggins è per forza collegato con le marionette. Sia perché ne scolpì a bizzeffe nel garage di casa, sia perché influenzarono il suo stile di disegno. Le stesse tecniche che si usavano per rendere armonioso il viso di una marionetta a distanza vennero utilizzate per i caratteri tipografici. Tra queste, la scelta di tracciare una curvatura interna alle lettere che non corrispondeva con quella esterna, ottenendo un risultato migliore, visto a distanza.
La sua M-formula (dove M deriva appunto dalla parola marionette), viene ancora utilizzata da alcuni disegnatori di font digitali al giorno d’oggi.
Si dice che i suoi font più famosi siano Electra e Caledonia.
Fonts In Use segnala 14 usi del Caledonia, 13 del Metro No.2, 10 dell’Electra. Più altri, segnalati una sola volta.
Il Metro in più occasioni viene osservato nelle prime pagine del quotidiano Dallas Times Herald (ai tempi dell’attentato a Kennedy).
Nessuno dei siti linkati fornisce una versione digitale a pagamento del Metro No.2.
Tra i collegamenti, un lungo articolo di Typographica sul Metro e sulla versione “reimmaginata”, Metro Nova, con parecchio materiale per rendersi conto. 

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