Moduli vaccini

Il sito su cui si prenotano i vaccini nel Lazio è da qualche giorno offline a causa di un attacco hacker.

Nell’attesa che venga ripristinato facciamo un po’ di ripasso tipografico. L’utente che deve vaccinarsi riceve un modulo che contiene la data e l’ora dell’appuntamento, e un questionario da compilare riguardante le proprie condizioni di salute e i farmaci assunti.

I font usati sono quelli disponibili a chiunque: per la prima parte troviamo l’Arial, con la sua inconfondibile t dal tetto a discesa.

La seconda parte pure è estremamente familiare: è impaginata in Calibri, il font che la Microsoft ha scelto come default per alcune sue applicazioni. È un senza grazie con tutti gli spigoli arrotondati e una g a doppio livello.

Per quanto riguarda la certificazione di avvenuta vaccinazione, immagino che sia diversa da centro a centro. Quella che ho potuto vedere io è impaginata con un bel serif con le righe molto spaziate tra di loro. La base della J è quella delle altre maiuscole. La T è simmetrica, con grazie che scendono verso il basso divergendo parecchio. Il 6 ha l’estremità superiore molto semplice, che punta verso destra e non ha grazie di sorta. Ovvio che deve trattarsi di un font molto diffuso, ma quale? Di sicuro non è Times New Roman.

Più che i sistemi di riconoscimento automatico, qui conta il ragionamento. E basta poco per arrivare alla risposta: Bookman Old Style. Che viene fornito in dotazione con i programmi della Microsoft.

Secondo Identifont, il carattere è stato disegnato da un certo Ong Chong Wah nel 1990 per Monotype.

In realtà si tratta di digitalizzazione di qualcosa di precedente. Il Bookman della Bitstream viene definito da Identifont un revival dell’Antique Old Style, disegnato da Alexander Phemister e originariamente pubblicato dalla Miller & Richard addirittura nel 1860. L’altra firma che riporta Identifont è quella di Chauncey H. Griffith, e il secondo anno è il 1936.

Anche Edward Benguiat ha lavorato ad un Bookman nel 1975 per la Itc. Lì troviamo un 6 con grazia a goccia, però, e soprattutto l’inconfondibile Q con coda che esce da destra e curva verso sinistra, con un andamento mai visto altrove.

Fonts In Use raccoglie solo 5 segnalazioni del Bookman Old Style, ma 63 del Bookman e qualche altra decina di un altro paio di derivati.

Il nome di Ong Chong Wah è collegato con una manciata di altri font, di cui gli unici due collegati a segnalazioni a Font In Use sono l’Abadi e l’Ocean Sans (un sans tradizionale e un sans con contrasto). Nessuna segnalazione invece per i due sans che hanno preso il nome dall’autore, Chong Modern e Chong Old Style, entrambi facenti parte del catalogo Monotype.

My Fonts dice solo che il disegnatore proviene dalla Malaysia (uso il maschile in maniera arbitraria) ed elenca 8 font, a partire da Ocean Sans e Abadi.

Il terzo della lista ha un nome conosciuto: Footlight. Se non sbaglio, anche questo viene fornito insieme coi software della Microsoft.

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