Paleografia

La paleografia è lo studio delle scritture antiche. Nasce per verificare l’autenticità di documenti ufficiali, sulla base principalmente dell’osservazione della forma delle lettere. Si occupa di manoscritti su papiro, pergamena, carta, eccetera, mentre lo studio delle iscrizioni su monete, lapidi, monumenti riguarda altre discipline.
Nel corso dei secoli la forma delle lettere è cambiata parecchio, ma allo stesso tempo caratteristiche che si erano perdute sono state recuperate. Le lettere che i romani incidevano sui monumenti sono state utilizzate come base del disegno attuale delle maiuscole, dopo secoli di oblio.
Nell’antica Roma i libri venivano scritti in Capitale Quadrata, più laboriosa, ingombrante e costosa, o in Capitale Rustica. Esisteva anche una calligrafia corsiva usata per lettere e appunti. Verso la fine dell’impero si sviluppò l’onciale, con forma dei caratteri arrotondata. All’epoca di Carlo Magno venne inventata la Minuscola Carolina, dove non tutti i caratteri hanno la stessa altezza ma hanno tratti che si estendono al di sopra o al di sotto della parte media. È quella utilizzata come base per le attuali lettere minuscole. Esistevano altri stili caduti in disuso: come la Beneventana o la Visigotica.
Dal 1100 in poi si passa a quella che oggi si chiama Gotica, caratterizzata da linee spezzate e forme ristrette. Per scrivere lettere e documenti invece si usavano la Mercantesca o la Cancelleresca. Nel rinascimento vengono riscoperte la Capitale Romana e la Minuscola Carolina, da cui nascono i caratteri tipografici Antiqua, dai quali derivano quelli usati oggi. I caratteri gotici, che furono i primi ad essere fusi da Gutenberg, sono caduti in disuso gradualmente.
E questo è un primo quadro della situazione. Ci sono ulteriori sotto-classificazioni: la gotica può essere Quadrata (la o si fa con quattro tratti) o Rotunda (con la o a mandorla), Cum Pedibus o Sine Pedibus (con grazie o senza). Inoltre c’è un’enorme differenza tra la gotica antica, fatta di tratti dritti, e quella moderna, a tratti sinuosi, che era ancora in uso nell’800 e oltre. E poi i numerosissimi stili di caratteri tipografici che sono stati progettati nel corso della storia differiscono l’uno dall’altro per differenze talvolta minime, talvolta molto più marcate. Esistono modelli diversi, a cui ispirarsi, e varie combinazioni Bastarde tra di loro (non è un insulto: Littera Bastarda è un termine paleografico. Sul serio).
Molti dei font “medievali” che si trovano gratuitamente su internet non sono accurati: servono solo per suggerire l’atmosfera medievale a chi è appassionati di giochi di carte con draghi e orchi.
Anche tra i gratuiti ce ne sono alcuni accurati, ispirati magari a un testo ben preciso di una certa notorietà.
Tra quelli a pagamento, due sono i miei punti di riferimento.
Il primo è il sito di un professore di lingue classiche spagnolo che offre 20 fonts a 120 euro, più un manuale in pdf di 82 pagine che si può scaricare gratuitamente e senza registrazione (in inglese, purtroppo), con tutti i cenni storici delle grafie in questione, la mappa dei caratteri e alcuni esempi che dimostrano la fedeltà agli originali.
L’altro punto di riferimento è Alter Littera, che ha messo online una dimostrazione di 28 font medievali, a lettere gotiche, con nome dell’autore e anno di diffusione, e 18 dimostrazioni di scrittura manoscritta latina, dalla Capitale Quadrata in poi, più vari set di iniziali riccamente decorate.
Peccato che pronti da scaricare ce ne sia soltanto una piccola parte: i più hanno la scritta “under development”.
Comunque, dare un’occhiata al sito dà un quadro completo dei cambiamenti che ci sono stati nel corso dei secoli, o da paese a paese, che non si può avere altrove, sul web.

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