4 aperto o chiuso?
Il 4 si può disegnare in almeno due modi: aperto o chiuso. Un quattro chiuso forma di solito un angolo rettangolo sulla destra, in basso, ma al di sopra della linea di base. I lati che si incrociano in quel punto proseguono entrambi dopo l’incrocio. Il 4 aperto invece manca della connessione tra i tre lati del triangolo in alto.
Ovviamente, il 4 chiuso è molto più diffuso di quello aperto.
Il Roboto, l’Open Sans, il Lato il Source Sans, l’Oswald, il Raleway, lo Slabo 27px, tanto per nominare i principali cavalli di battaglia di Google Fonts, hanno un 4 chiuso.
Così come Times New Roman, Calibri, Arial, Gill, Tw Cen, Garamond e molti dei font che si trovano più comunemente installati sui pc.
Però trovare un 4 aperto non è per niente complicato, anche tra i font più diffusi.
Su Google Fonts per esempio il più popolare è il Montserrat, seguito dal Merriweather.
Anche il famoso Titillium Web, nato da un progetto italiano e adottato dalla pubblica amministrazione, punta sul 4 aperto. Come pure il Fira Sans.
In questi giorni su Google un po’ di attenzione è stata attirata dallo Zcool Quingke HuangYou, che sebbene sia diretto soprattutto ai cinesi ha un set di lettere latine e dei numeri la cui forma è palesemente ispirata a quella dei display a 7 segmenti. Dove il 4, per forza di cose, non solo deve essere aperto, ma non può avere angoli che non siano retti. Così la forma non è triangolare, ma di un rettangolo a cui manca il lato superiore, e il cui lato destro continua a scendere fino alla linea di base. Un altro Zcool sta attirando l’attenzione in questi giorni, il KuaiLe, sul quale sarebbe meglio stendere un velo pietoso, dal punto di vista estetico. Le lettere latine sono composte da tratti rettilinei e sbilenchi. Mi ricordano il font lanciato per le olimpiadi di Londra del 2012, ma ancora più grezzo.
Per un testo non va bene, ma per qualche uso display ci potrebbe stare.
Altri due nomi sono il Timmana, neretto corsivo sans, e il Dosis di Impallari Type, dalle forme più consuete, ma sempre con il 4 aperto.
Se chiediamo a Identifont un elenco dei 4 serif open vengono fuori Passport, Victorian e Salvo Serif, ma anche Didot e Bauer Bodoni (ma non il Bodoni normale), l’arcinoto Itc Benguiat e l’Algerian.
Tra i 4 serif chiusi troviamo Stencil, Arnhem, Friz Quadrata, ma anche Trajan, Itc Souvenir e l’immancabile Times New Roman.
Tra i sans, hanno puntato sul 4 aperto Montserrat, Helvetica Inserat e Sansa, ma anche il Bauhaus della Itc, il Balloon Extra Bold e l’Hobo.
Il 4 chiuso è... di tutti gli altri: Avenir, Helvetica, Futura, Gotham, Museo Sans, Akzidenz Grotesk, Arial, Optima...
E su Myfonts?
Tra i sans, a sorpresa, troviamo ben due 4 aperti sul podio: quello del Gillroy e quello dell’Ff Din. In mezzo ai due c’è il Proxima Nova, che invece ha preferito chiudere.
Tra gli slab conduce l’FF Din, aperto, seguito da Avenir e Geller, chiusi.
Tra i serif la vetta è occupata dai 4 chiusi (Geller, Recoleta, Walbaum, quest’ultimo una sperimentazione molto fantasiosa), ma subito dopo c’è l’Absolute Beauty. Che è una famiglia composta da vari font: oltre ai calligrafici, che costano di più, c’è anche qualcosa di romano, con linee pesanti alternate a linee sottilissime, assolutamente sconsigliato a piccole dimensioni.
Anche tra i display i 4 aperti occupano le posizioni alte della classifica (ordinata per best selling): Gilroy e Mont, aperti, stanno al primo e terzo posto. Al secondo c’è il Tt Norms.
Ovviamente tra i manoscritti il 4 aperto è diffusissimo: Authenia, Brush Up e Populaire sono in testa alla classifica, lasciando un po’ di spazio al Sofa Sans Hand (chiuso).
Nella categoria script il primo posto è occupato dal colosso Nexa Rust (83 font styles), chiuso. Al quarto posto c’è il Turbinado, chiuso anche lui. Al secondo posto c’è il Quickbrush, che è aperto ma è come se fosse chiuso. È seguito dal White Oleander, aperto anche lui, ma di poco.
Basta scendere più in basso per trovare una carrellata di 4 aperti uno dopo l’altro: Authenia, Northwell, Selfie e Fineday.
Comunque gli script e gli handwritten hanno una portata più limitata, magari si possono usare per i loghi, non per lunghi testi, e quindi anche i loro nomi e i nomi dei loro autori restano un po’ nell’ombra.
Una curiosità: nella categoria Script di Myfont ci sono 4,322 famiglie. Handwritten: poco più di 2 mila e quattrocento. Serif: 4 mila e 97. Sans Serif: … oltre 59 mila! L’offerta è un po’ sbilanciata.
Tra i font gratuiti di Dafont ci sono 138 pagine da 20 per la categoria basico (di cui 78 per i sans) e 544 per gli script.
Già che ci siamo, diamo un’occhiata anche qui: Bebas Neue, il più scaricato ieri nella categoria Basico, è chiuso, come Caviar Dreams e Coolvetica.
Ma al secondo posto c’è il Lemon/Milk e più in basso, sempre nella prima pagina, l’elegante soluzione adottata dal Vogue, che invece puntano sul 4 aperto.
Ovviamente, il 4 chiuso è molto più diffuso di quello aperto.
Il Roboto, l’Open Sans, il Lato il Source Sans, l’Oswald, il Raleway, lo Slabo 27px, tanto per nominare i principali cavalli di battaglia di Google Fonts, hanno un 4 chiuso.
Così come Times New Roman, Calibri, Arial, Gill, Tw Cen, Garamond e molti dei font che si trovano più comunemente installati sui pc.
Però trovare un 4 aperto non è per niente complicato, anche tra i font più diffusi.
Su Google Fonts per esempio il più popolare è il Montserrat, seguito dal Merriweather.
Anche il famoso Titillium Web, nato da un progetto italiano e adottato dalla pubblica amministrazione, punta sul 4 aperto. Come pure il Fira Sans.
In questi giorni su Google un po’ di attenzione è stata attirata dallo Zcool Quingke HuangYou, che sebbene sia diretto soprattutto ai cinesi ha un set di lettere latine e dei numeri la cui forma è palesemente ispirata a quella dei display a 7 segmenti. Dove il 4, per forza di cose, non solo deve essere aperto, ma non può avere angoli che non siano retti. Così la forma non è triangolare, ma di un rettangolo a cui manca il lato superiore, e il cui lato destro continua a scendere fino alla linea di base. Un altro Zcool sta attirando l’attenzione in questi giorni, il KuaiLe, sul quale sarebbe meglio stendere un velo pietoso, dal punto di vista estetico. Le lettere latine sono composte da tratti rettilinei e sbilenchi. Mi ricordano il font lanciato per le olimpiadi di Londra del 2012, ma ancora più grezzo.
Per un testo non va bene, ma per qualche uso display ci potrebbe stare.
Altri due nomi sono il Timmana, neretto corsivo sans, e il Dosis di Impallari Type, dalle forme più consuete, ma sempre con il 4 aperto.
Se chiediamo a Identifont un elenco dei 4 serif open vengono fuori Passport, Victorian e Salvo Serif, ma anche Didot e Bauer Bodoni (ma non il Bodoni normale), l’arcinoto Itc Benguiat e l’Algerian.
Tra i 4 serif chiusi troviamo Stencil, Arnhem, Friz Quadrata, ma anche Trajan, Itc Souvenir e l’immancabile Times New Roman.
Tra i sans, hanno puntato sul 4 aperto Montserrat, Helvetica Inserat e Sansa, ma anche il Bauhaus della Itc, il Balloon Extra Bold e l’Hobo.
Il 4 chiuso è... di tutti gli altri: Avenir, Helvetica, Futura, Gotham, Museo Sans, Akzidenz Grotesk, Arial, Optima...
E su Myfonts?
Tra i sans, a sorpresa, troviamo ben due 4 aperti sul podio: quello del Gillroy e quello dell’Ff Din. In mezzo ai due c’è il Proxima Nova, che invece ha preferito chiudere.
Tra gli slab conduce l’FF Din, aperto, seguito da Avenir e Geller, chiusi.
Tra i serif la vetta è occupata dai 4 chiusi (Geller, Recoleta, Walbaum, quest’ultimo una sperimentazione molto fantasiosa), ma subito dopo c’è l’Absolute Beauty. Che è una famiglia composta da vari font: oltre ai calligrafici, che costano di più, c’è anche qualcosa di romano, con linee pesanti alternate a linee sottilissime, assolutamente sconsigliato a piccole dimensioni.
Anche tra i display i 4 aperti occupano le posizioni alte della classifica (ordinata per best selling): Gilroy e Mont, aperti, stanno al primo e terzo posto. Al secondo c’è il Tt Norms.
Ovviamente tra i manoscritti il 4 aperto è diffusissimo: Authenia, Brush Up e Populaire sono in testa alla classifica, lasciando un po’ di spazio al Sofa Sans Hand (chiuso).
Nella categoria script il primo posto è occupato dal colosso Nexa Rust (83 font styles), chiuso. Al quarto posto c’è il Turbinado, chiuso anche lui. Al secondo posto c’è il Quickbrush, che è aperto ma è come se fosse chiuso. È seguito dal White Oleander, aperto anche lui, ma di poco.
Basta scendere più in basso per trovare una carrellata di 4 aperti uno dopo l’altro: Authenia, Northwell, Selfie e Fineday.
Comunque gli script e gli handwritten hanno una portata più limitata, magari si possono usare per i loghi, non per lunghi testi, e quindi anche i loro nomi e i nomi dei loro autori restano un po’ nell’ombra.
Una curiosità: nella categoria Script di Myfont ci sono 4,322 famiglie. Handwritten: poco più di 2 mila e quattrocento. Serif: 4 mila e 97. Sans Serif: … oltre 59 mila! L’offerta è un po’ sbilanciata.
Tra i font gratuiti di Dafont ci sono 138 pagine da 20 per la categoria basico (di cui 78 per i sans) e 544 per gli script.
Già che ci siamo, diamo un’occhiata anche qui: Bebas Neue, il più scaricato ieri nella categoria Basico, è chiuso, come Caviar Dreams e Coolvetica.
Ma al secondo posto c’è il Lemon/Milk e più in basso, sempre nella prima pagina, l’elegante soluzione adottata dal Vogue, che invece puntano sul 4 aperto.
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