Scotch
Ho qualche libro scritto con caratteri particolari. Il dettaglio che mi colpisce di più è la grazia della a, in basso a destra, che sale su quasi verticale, o addirittura verticale. Mi chiedevo se esiste un nome per indicare questa caratteristica.
Su Google un font simile c’è: si chiama Old Standard TT. Interessante. Ricorda una cosa caduta in disuso, l’hanno chiamato old. Ma ai vecchi tempi come si chiamava? (Sui fumetti di Asterix c’è scritto che gli “antichi romani” all’epoca si chiamavano “attuali romani”...).
Comunque, girando qua e là, mi sono imbattuto nel genere Scotch Roman, che aveva questa caratteristica nel primo ventennio dell’Ottocento. Come pure, aveva la Q con la coda a forma di onda, che inizia all’interno del cerchio e finisce fuori.
A parte quello, Old Standard ha ben poco a che vedere con lo Scotch, visto che è più condensato e sottile.
Alcune versioni dello Scotch vengono ancora diffuse in digitale.
Anche il carattere Modern No.20 ha la stessa a con codina all’insù e Q ondulata, anche se per i piccoli formati non va bene. Troppo contrasto tra i tratti verticali spessi e i tratti sottili. Lo dice il nome, moderno, ma la caratteristica è molto più marcata. La forma delle lettere è, a grandi linee la stessa, ma lo Scotch Roman prodotto da Adobe e Monotype è senza dubbio più leggibile, in piccoli formati.
Ciò non toglie che il Modern va bene per formati più grandi, per pubblicità di moda o profumi, design. E per la testata del giornale di sinistra americano The Nation.
Per tornare allo Scotch, il suo discendente più conosciuto è il Georgia, installato di default praticamente su tutti i computer, che però ha perso la caratteristica antica della a con codina all’insù. E ha perso anche la Q con l’onda.
E un’altra cosa si deve notare: la forma della t minuscola. Che è a cima piatta, come nel Bodoni, anziché essere una t come quella del Garamond o del Times, con un tratto obliquo che unisce la punta superiore dell’asta verticale con l’estremità di sinistra di quella orizzontale.
Scrive il sito Typefoundry che probabilmente l’influsso dei caratteri Scotch sulla tipografia americana si vede anche dal fatto che il Bodoni dell’American Type Foundry del 1911 ha la t ha testa piatta. Il carattere “sbagliato”, scrive il sito, visto che il Bodoni originario aveva la t a punta. (Il manuale tipografico del di Giambattista Bodoni si può consultare online in alta definizione a questo indirizzo).
Gran parte dei Bodoni di oggi hanno la t a testa piatta, come il Georgia.
Il nome Scotch deriva dall’influenza di due fonderie scozzesi sull’attività di Richard Austin, punchcutter inglese, autore anche del Bell (installato di default anche sui computer moderni).
(A proposito: come si traduce in italiano punchcutter?)
Un altro carattere che ha conservato la a con codina verticale e la Q con coda a ondulata è il Clarendon, che si presta ad usi completamente diversi. In America viene usato anche per alcuni cartelli stradali, visto che ha le grazie molto spesse, egizie, e scarsa differenza tra tratti spessi e sottili.
Tra i font gratuiti digitali mi sono imbattuto nel Computer Modern Roman, nato per il programma scientifico Tex e aggiornato solo fino al 1992. La ha ha la codina verticale, la Q la coda ondulata (s-shaped), e la t è quella a punta (come anche nel Clarendon).
Questo font però non credo sia adatto ai computer moderni. Mi pare che l’occhio ci si affatica troppo sopra.
Scotch Roman ha tratti verticali spessi, come nel Bodoni. Modern No.20 ce li ha anche fin troppo spessi.
Georgia è più leggibile su monitor. E in effetti è proprio questo il motivo per cui è stato creato, nel lontano 1993. Ma manca proprio di quelle caratteristiche “old standard” della a e della Q che mi interessano maggiormente.
Su Google un font simile c’è: si chiama Old Standard TT. Interessante. Ricorda una cosa caduta in disuso, l’hanno chiamato old. Ma ai vecchi tempi come si chiamava? (Sui fumetti di Asterix c’è scritto che gli “antichi romani” all’epoca si chiamavano “attuali romani”...).
Comunque, girando qua e là, mi sono imbattuto nel genere Scotch Roman, che aveva questa caratteristica nel primo ventennio dell’Ottocento. Come pure, aveva la Q con la coda a forma di onda, che inizia all’interno del cerchio e finisce fuori.
A parte quello, Old Standard ha ben poco a che vedere con lo Scotch, visto che è più condensato e sottile.
Alcune versioni dello Scotch vengono ancora diffuse in digitale.
Anche il carattere Modern No.20 ha la stessa a con codina all’insù e Q ondulata, anche se per i piccoli formati non va bene. Troppo contrasto tra i tratti verticali spessi e i tratti sottili. Lo dice il nome, moderno, ma la caratteristica è molto più marcata. La forma delle lettere è, a grandi linee la stessa, ma lo Scotch Roman prodotto da Adobe e Monotype è senza dubbio più leggibile, in piccoli formati.
Ciò non toglie che il Modern va bene per formati più grandi, per pubblicità di moda o profumi, design. E per la testata del giornale di sinistra americano The Nation.
Per tornare allo Scotch, il suo discendente più conosciuto è il Georgia, installato di default praticamente su tutti i computer, che però ha perso la caratteristica antica della a con codina all’insù. E ha perso anche la Q con l’onda.
E un’altra cosa si deve notare: la forma della t minuscola. Che è a cima piatta, come nel Bodoni, anziché essere una t come quella del Garamond o del Times, con un tratto obliquo che unisce la punta superiore dell’asta verticale con l’estremità di sinistra di quella orizzontale.
Scrive il sito Typefoundry che probabilmente l’influsso dei caratteri Scotch sulla tipografia americana si vede anche dal fatto che il Bodoni dell’American Type Foundry del 1911 ha la t ha testa piatta. Il carattere “sbagliato”, scrive il sito, visto che il Bodoni originario aveva la t a punta. (Il manuale tipografico del di Giambattista Bodoni si può consultare online in alta definizione a questo indirizzo).
Gran parte dei Bodoni di oggi hanno la t a testa piatta, come il Georgia.
Il nome Scotch deriva dall’influenza di due fonderie scozzesi sull’attività di Richard Austin, punchcutter inglese, autore anche del Bell (installato di default anche sui computer moderni).
(A proposito: come si traduce in italiano punchcutter?)
Un altro carattere che ha conservato la a con codina verticale e la Q con coda a ondulata è il Clarendon, che si presta ad usi completamente diversi. In America viene usato anche per alcuni cartelli stradali, visto che ha le grazie molto spesse, egizie, e scarsa differenza tra tratti spessi e sottili.
Tra i font gratuiti digitali mi sono imbattuto nel Computer Modern Roman, nato per il programma scientifico Tex e aggiornato solo fino al 1992. La ha ha la codina verticale, la Q la coda ondulata (s-shaped), e la t è quella a punta (come anche nel Clarendon).
Questo font però non credo sia adatto ai computer moderni. Mi pare che l’occhio ci si affatica troppo sopra.
Scotch Roman ha tratti verticali spessi, come nel Bodoni. Modern No.20 ce li ha anche fin troppo spessi.
Georgia è più leggibile su monitor. E in effetti è proprio questo il motivo per cui è stato creato, nel lontano 1993. Ma manca proprio di quelle caratteristiche “old standard” della a e della Q che mi interessano maggiormente.
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