Guide rosse Touring
Una cosa che rimane invariata nel tempo, si dice, sono le guide rosse del Touring Club. Passano gli anni, i decenni, e loro continuano ad essere ripubblicate, con i dati aggiornati sulle bellezze artistiche e naturali del bel paese.
In realtà nel corso del tempo parecchie cose sono cambiate. Una di queste è il carattere utilizzato.
Nel 1924 la forma delle lettere era old style. Segno distintivo, per me, la grazia della a che se ne risale in verticale.
L’inchiostro si legava al carattere in maniera imprevedibile, spargendosi poi sul foglio a creare una forma differente ogni volta. Si vedeva che il carattere aveva una concretezza, mentre oggi tutte le lettere vengono fuori perfette, tanto da sembrare concetti astratti.
Non c’erano i colori, tutte le scritte erano in nero. Si poteva alternare soltanto tondo, corsivo e neretto.
Il tratto era molto più calcato, ogni carattere era tendenzialmente più nero rispetto a quelli che si riescono a realizzare oggi. Per evitare di scurire troppo la pagina, si aumentava lo spazio tra le righe.
Oggi ogni lettera è perfetta, il tratto è chiaro, i titoli sono in rosso. È tutto molto più pulito.
Lo spirito è rimasto lo stesso, però. E anche un’altra cosa: la Q. Che è sempre quella bella Q in stile Century, come si usava una volta, che fa un’onda che comincia all’interno e finisce all’esterno. Quella non l’hanno cambiata, per fortuna.
Nelle foto, la pagina dedicata a Bassiano, il paese natale di Aldo Manuzio, nel Lazio meridionale.
La prima versione è presa dalla guida rossa Touring del 1924, la seconda da quella uscita insieme con Repubblica nel 2005.
Nella prima versione, il paragrafo è scritto nel corpo piccolo (subito dopo un paragrafo a corpo grande). Nella seconda il corpo è grande (i paragrafi delle guide sono stampati in due grandezze diverse, a seconda dell'importanza del contenuto).
Qui c'è un dettaglio del nome di Manuzio, tanto per rendersi conto della diversa forma, e della diversa resa dell'inchiostro sul foglio. Sembrano venire da due mondi diversi.
In realtà nel corso del tempo parecchie cose sono cambiate. Una di queste è il carattere utilizzato.
Nel 1924 la forma delle lettere era old style. Segno distintivo, per me, la grazia della a che se ne risale in verticale.
L’inchiostro si legava al carattere in maniera imprevedibile, spargendosi poi sul foglio a creare una forma differente ogni volta. Si vedeva che il carattere aveva una concretezza, mentre oggi tutte le lettere vengono fuori perfette, tanto da sembrare concetti astratti.
Non c’erano i colori, tutte le scritte erano in nero. Si poteva alternare soltanto tondo, corsivo e neretto.
Il tratto era molto più calcato, ogni carattere era tendenzialmente più nero rispetto a quelli che si riescono a realizzare oggi. Per evitare di scurire troppo la pagina, si aumentava lo spazio tra le righe.
Oggi ogni lettera è perfetta, il tratto è chiaro, i titoli sono in rosso. È tutto molto più pulito.
Lo spirito è rimasto lo stesso, però. E anche un’altra cosa: la Q. Che è sempre quella bella Q in stile Century, come si usava una volta, che fa un’onda che comincia all’interno e finisce all’esterno. Quella non l’hanno cambiata, per fortuna.
Nelle foto, la pagina dedicata a Bassiano, il paese natale di Aldo Manuzio, nel Lazio meridionale.
La prima versione è presa dalla guida rossa Touring del 1924, la seconda da quella uscita insieme con Repubblica nel 2005.
Nella prima versione, il paragrafo è scritto nel corpo piccolo (subito dopo un paragrafo a corpo grande). Nella seconda il corpo è grande (i paragrafi delle guide sono stampati in due grandezze diverse, a seconda dell'importanza del contenuto).
Qui c'è un dettaglio del nome di Manuzio, tanto per rendersi conto della diversa forma, e della diversa resa dell'inchiostro sul foglio. Sembrano venire da due mondi diversi.
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