Il Codex Argenteus

Alcuni manoscritti diventano mete turistiche. Ieri parlavo del Book of Kells, tappa obbligata per chi va a Dublino, oggi mi viene in mente il Codex Argenteus, che invece si trova a Uppsala, in Svezia.
Il codice ha una particolarità: è scritto a caratteri chiari, argentati, su fondo scuro. In negativo, diremmo noi, rispetto al colore dei nostri libri.
Scritto nel sesto secolo, contiene la Bibbia in lingua gotica, in alfabeto gotico.
Attenzione, si tratta di quelli che noi chiamiamo caratteri gotici, old english, fraktur, textura, che sono in realtà lettere dell’alfabeto romano disegnate in stile medievale.
No. Qui si tratta dei caratteri ideati dal vescovo e missionario Ulfila nel quarto secolo per trascrivere la lingua parlata dai goti.
La forma delle lettere è tratta dall’alfabeto greco. Il vescovo avrebbe potuto anche usare le rune, ma non lo fece perché erano troppo collegate ad un contesto pagano. Il suo scopo era quello di trascrivere la Bibbia.
Cercando sui siti specializzati in font qualcosa che abbia a che fare con l’alfabeto dei goti ci si trova di fronte una grande difficoltà. La parola gothic è associata ai caratteri medievali (la testata del Messaggero o del New York Times). La definizione aveva un’accezione spregiativa verso lettere che avevano una forma diversa rispetto a quelle degli antichi romani, e nelle quali si vedeva un’influenza straniera, gotica, in generale. Anche se i goti, come popolo non c’entravano nulla.
Il termine gotico può riferirsi anche a qualcosa di inquietante, che mette paura, ai racconti del terrore. Alle copertine dei dischi metal. Insomma lettere corrose, mostruose, squadrate, che col medioevo non hanno nulla a che vedere.
Per giunta, anche i normali caratteri senza grazie, soprattutto in certi periodi, sono stati definiti gotici (il Franklin Gothic, per esempio).
Quindi cercando gothic su Myfonts vengono fuori decine di risultati che non c’entrano niente col popolo dei goti.
Strano a dirsi, si trova di più tra i caratteri gratuiti di Dafont.
C’è un Gothic 1, senza autore, che bene o male imita i caratteri dell’alfabeto gotico, in maniera un po’ approssimativa e con qualche problema di kerning. E con qualche scivolone, forse (la forma della d non mi convince).
C’è poi un Readable Gothic, che è un alfabeto romano con le lettere ridisegnate nello stesso stile delle lettere gotiche. Pessimo se uno ha intenti filologici, ottimo se uno vuole fare una scritta in stile e che sia leggibile.
Per chi ha intenti filologici, è obbligatorio passare dal Dr Pfeffer. Che ha messo a punto una serie di font allo scopo di trascrivere fedelmente i testi antichi. C’è un Silubr, che è stato usato per ricostruire l’aspetto del Codex Argenteus (meglio dell’originale, c’è la foto sul sito), ma c’è anche un Ulfila, che invece viene incontro ai requisiti tipografici moderni (ci si può stampare un libro). O uno Skiar, che è praticamente un Helvetica (Arial-like, dice l’autore), perfetto che per le pagine web scritte... in lingua gotica antica. (E contiene anche le rune, nello stesso stile).
Sul sito di Pfeffer noto anche una cosa che mi era sfuggita: un font ispirato al Tengwar, l’alfabeto fittizio inventato da Tolkien per il Signore degli Anelli. Qui di filologico non c’è niente: le lettere non hanno nulla a che vedere con la regolarità e con i suoni messi a punto dal noto scrittore fantasy. Si tratta di un normale alfabeto romano ridisegnato in stile elfico. L’ideale per chi vuole fare una iscrizione somigliante (alla lontana) a quelle del Signore degli Anelli mantenendo comunque il testo abbastanza leggibile.
Il lato positivo è che i font possono essere scaricati gratuitamente senza bisogno di registrazione. Il lato negativo è che in alcuni di essi... manca la c! Sia la maiuscola che la minuscola.
Uno potrebbe pensare che si tratta di una versione di prova del font, e che per avere il set completo basta pigiare sul pulsante Acquista. Invece non c’è nessun pulsante Acquista, nessun prezzo indicato. Non c’è scritto nemmeno “dona”. E allora perché non metterci la c? Del resto pare che tra i commenti del guestbook nessuno si lamenta per questo fatto. Magari a nessuno gliene importa granché.

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