Tengwar
Ho trovato poco e niente sui caratteri etruschi in Myfonts. Su Dafont c’è un font etrusco in download gratuito. Firmato Dave Bastian. Una cosa un po’ rozza, in effetti, ma meglio di niente. Ieri è stato scaricato quattro volte. Pochine? Uno dice: è normale, tenuto conto che si tratta di caratteri non più in uso.
Giusto, ma fino a un certo punto.
Il font di rune Elder Futhark viaggia sui 63 download giornalieri. E si tratta di qualcosa di molto più illeggibile rispetto all’etrusco.
C’è un cuneiforme che viene scaricato 57 volte al giorno, sempre su Dafont.
Ma il picco lo tocca il Tengwar, ovvero i caratteri inventati da Tolkien per la sua saga Il Signore degli Anelli.
Ce ne stanno 13 versioni su Dafont. Alcune più semplici, alcune squadrate come fossero gotiche, altre invece molto più eleganti.
La più scaricata in assoluto è il Tengwar Annatar: 98 al giorno.
A differenza di gran parte delle altre, qui i caratteri sono inclinati verso destra. Italici, corsivi, si potrebbe dire. Le aste vengono giù sinuose e serpeggianti. È il tipico carattere che si può usare per riprodurre la scritta sull’anello di Frodo, se avete presente.
I codici delle varie lettere sono quelli delle minuscole romane, in primo luogo, poi delle maiuscole e dei numeri, dei segni di interpunzione e delle lettere accentate.
Tanti caratteri, tutti molto eleganti. Il problema, forse è che non corrispondono, mi pare, ai suoni che erano stati decisi per ogni lettera da Tolkien (nell’appendice del Signore degli Anelli c’è una specie di trattato).
Le versioni di Tengwar al di fuori di Dafont non si contano. Sono numerose, e gli appassionati si sono messi d’accordo anche sul codice da dare a ogni lettera (in Unicode, nell’area destinata all’uso personale).
Su Wikipedia c’è la tabella completa.
In Myfonts invece c’è un progetto interessante: il Tengwar Transliteral, di Zephyris. Qui non solo ad ogni lettera corrisponde il suono giusto, ma sfruttando legature, kerning e quant’altro, si fa in modo che la forma delle lettere cambi a seconda della posizione che occupa nella parola. Una vocale isolata appare in un modo, mentre se precede una consonante appare come accento al di sopra di quest’ultima. Come aveva stabilito Tolkien. Senza bisogno di software esterni, tutto stabilito all’interno del font (sempre che il word processor sia compatibile e correttamente configurato).
C’è di più: il font è gratuito, per chi si è registrato su Myfonts. Ci sono due versioni a pagamento, script e italic, a 8 euro l’una.
E se uno non vuole scaricare niente? Ci sono i siti appositi, in cui basta digitare una parola o una frase per vederla traslitterata in Tengwar. Uno è Tecendil, dove c’è anche la possibilità di scegliere tra vari font (più eleganti del Transliteral).
È strano pensare che tanta gente abbia lavorato sul Tengwar... tenuto conto che non serve praticamente a niente.
Giusto, ma fino a un certo punto.
Il font di rune Elder Futhark viaggia sui 63 download giornalieri. E si tratta di qualcosa di molto più illeggibile rispetto all’etrusco.
C’è un cuneiforme che viene scaricato 57 volte al giorno, sempre su Dafont.
Ma il picco lo tocca il Tengwar, ovvero i caratteri inventati da Tolkien per la sua saga Il Signore degli Anelli.
Ce ne stanno 13 versioni su Dafont. Alcune più semplici, alcune squadrate come fossero gotiche, altre invece molto più eleganti.
La più scaricata in assoluto è il Tengwar Annatar: 98 al giorno.
A differenza di gran parte delle altre, qui i caratteri sono inclinati verso destra. Italici, corsivi, si potrebbe dire. Le aste vengono giù sinuose e serpeggianti. È il tipico carattere che si può usare per riprodurre la scritta sull’anello di Frodo, se avete presente.
I codici delle varie lettere sono quelli delle minuscole romane, in primo luogo, poi delle maiuscole e dei numeri, dei segni di interpunzione e delle lettere accentate.
Tanti caratteri, tutti molto eleganti. Il problema, forse è che non corrispondono, mi pare, ai suoni che erano stati decisi per ogni lettera da Tolkien (nell’appendice del Signore degli Anelli c’è una specie di trattato).
Le versioni di Tengwar al di fuori di Dafont non si contano. Sono numerose, e gli appassionati si sono messi d’accordo anche sul codice da dare a ogni lettera (in Unicode, nell’area destinata all’uso personale).
Su Wikipedia c’è la tabella completa.
In Myfonts invece c’è un progetto interessante: il Tengwar Transliteral, di Zephyris. Qui non solo ad ogni lettera corrisponde il suono giusto, ma sfruttando legature, kerning e quant’altro, si fa in modo che la forma delle lettere cambi a seconda della posizione che occupa nella parola. Una vocale isolata appare in un modo, mentre se precede una consonante appare come accento al di sopra di quest’ultima. Come aveva stabilito Tolkien. Senza bisogno di software esterni, tutto stabilito all’interno del font (sempre che il word processor sia compatibile e correttamente configurato).
C’è di più: il font è gratuito, per chi si è registrato su Myfonts. Ci sono due versioni a pagamento, script e italic, a 8 euro l’una.
E se uno non vuole scaricare niente? Ci sono i siti appositi, in cui basta digitare una parola o una frase per vederla traslitterata in Tengwar. Uno è Tecendil, dove c’è anche la possibilità di scegliere tra vari font (più eleganti del Transliteral).
È strano pensare che tanta gente abbia lavorato sul Tengwar... tenuto conto che non serve praticamente a niente.
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