Tenute del Cerro
Il font per una bottiglia di vino è importante. Spesso deve suggerire un’idea di prestigio e di tradizione. Si punta su caratteri con un aspetto retrò, o addirittura medievali.
Ma la scelta più strana di tutte l’hanno fatta le Tenute del Cerro. Che sono risalite... al terzo secolo Avanti Cristo!
Le loro bottiglie sono riconoscibilissime. Le lettere sull’etichetta, grandi e appariscenti, hanno tratti rettilinei che fanno pensare all’alfabeto runico. Ma il vino è prodotto in provincia di Siena: che c’entrano le rune?
In realtà, prima dei Romani, a Siena c’erano gli etruschi. E se andiamo cercare l’alfabeto etrusco su Wikipedia, notiamo parecchie analogie con le lettere che compaiono sulle etichette in questione.
L’asta verticale della E spuntava in basso, come sull’etichetta, mentre i tratti orizzontali erano obliqui. La stranissima O spaccata a metà da un’asta verticale interna all’anello, era in realtà una lettera che gli etruschi usavano per indicare il suono ph.
Sul sito ufficiale dell’azienda solo il logo è fatto con caratteri di quel tipo. Ma se facciamo una ricerca su internet vengono fuori parecchie bottiglie etichettate in quello stile: Brunello, Nobile di Montepulciano, Poggio Abate (che ha solo le iniziali PA, in grande), e un Rosso di Montalcino (solo le iniziali MR).
Alcune lettere sono state modificate, adattate. Gli etruschi avevano una stranissima M serpeggiante, mentre la lettera che più somiglia alla nostra M, e che indicava il suono sc dolce, aveva i fianchi obliqui. Nelle etichette delle Tenute si è scelto di metterci una M coi fianchi paralleli.
La I nella parola Montepulciano compare in due versioni: sia in quella normale, senza grazie, sia in quella con grazie oblique sopra e sotto, che nell’alfabeto etrusco indicava la lettera Z.
Una scelta assolutamente originale è quella che riguarda la lettera A, che manca di trattino orizzontale. Al suo posto c’è un’asta obliqua, parallela a quella sinistra. Anziché toccare entrambi i fianchi della lettera, tocca solo quello di destra, scendendo poi fino al livello della base.
Mi pare che gli etruschi non avessero niente del genere, a parte in certi periodi lo stesso simbolo, capovolto, ad indicare il suono kh.
Faccio una ricerca su Myfonts su font etruschi. Vengono fuori 5 risultati. Tre non c’entrano niente. Uno, l’Am False Etruscan, applica la stessa soluzione per le E, ma è molto meno curato. Pare disegnato così, al volo.
L’altro, il Praitor, di Scriptorium, applica la stessa soluzione per la lettera A, col trattino obliquo. Ma nel complesso le lettere sono più irregolari, con tratti troppo sottili, a volte, e altri inaspettatamente spessi.
Costa 15 euro, mentre il False Etruscan sta a 25.
In effetti non sono molti gli usi che se ne possono fare.
E non quelli usati dalle Tenute.
Rinuncio a scoprire il nome dell’autore, e mi metto a guardare il resto del sito web delle Tenute del Cerro. Interessante, perché c’è un font in cui non mi ero mai imbattuto: Conv Magma II. È un senza grazie con tratti a spessore leggermente variabile, e qualche spigolo obliquo (come quello in basso a destra nella N maiuscola).
Il Magma II è prodotto dalla Stone Type Foundry, ovvero da Sumner Stone, ex direttore della tipografia di Adobe negli anni 80, disegnatore di alcuni font della Itc, ora impegnato in quella che chiama una “one man band”: 14 fonts in vendita, su Myfonts, tra cui uno medievale, uno con sole forme di foglie e...
Un momento!
C’è un Nvma che ha la stessa A delle etichette del vino. E anche la stessa E. E la U quasi ad angolo. “Basato sulle forme delle lettere romane che apparirono durante il periodo dai primi esempi ancora esistenti nel sesto o settimo secolo Avanti Cristo fino alla fine del terzo secolo Avanti Cristo”, dice la didascalia. Disegnato per lavorare col... Magma. Ah! Tutto torna. Non è quello che compare sulle etichette. La O non è spaccata, i trattini della I non sono obliqui, eccetera. Ma ci siamo quasi.
Il font è in vendita a 49 euro. Finora nessuno ha avuto l’idea di taggarlo in nessun modo.
Su Identifont c’è finito col nome di Numa, ma non hanno nessun esempio disponibile.
L’anno di diffusione è il 2007. “Tra i vincitori” di un premio di type design nel 2011.
Ma la scelta più strana di tutte l’hanno fatta le Tenute del Cerro. Che sono risalite... al terzo secolo Avanti Cristo!
Le loro bottiglie sono riconoscibilissime. Le lettere sull’etichetta, grandi e appariscenti, hanno tratti rettilinei che fanno pensare all’alfabeto runico. Ma il vino è prodotto in provincia di Siena: che c’entrano le rune?
In realtà, prima dei Romani, a Siena c’erano gli etruschi. E se andiamo cercare l’alfabeto etrusco su Wikipedia, notiamo parecchie analogie con le lettere che compaiono sulle etichette in questione.
L’asta verticale della E spuntava in basso, come sull’etichetta, mentre i tratti orizzontali erano obliqui. La stranissima O spaccata a metà da un’asta verticale interna all’anello, era in realtà una lettera che gli etruschi usavano per indicare il suono ph.
Sul sito ufficiale dell’azienda solo il logo è fatto con caratteri di quel tipo. Ma se facciamo una ricerca su internet vengono fuori parecchie bottiglie etichettate in quello stile: Brunello, Nobile di Montepulciano, Poggio Abate (che ha solo le iniziali PA, in grande), e un Rosso di Montalcino (solo le iniziali MR).
Alcune lettere sono state modificate, adattate. Gli etruschi avevano una stranissima M serpeggiante, mentre la lettera che più somiglia alla nostra M, e che indicava il suono sc dolce, aveva i fianchi obliqui. Nelle etichette delle Tenute si è scelto di metterci una M coi fianchi paralleli.
La I nella parola Montepulciano compare in due versioni: sia in quella normale, senza grazie, sia in quella con grazie oblique sopra e sotto, che nell’alfabeto etrusco indicava la lettera Z.
Una scelta assolutamente originale è quella che riguarda la lettera A, che manca di trattino orizzontale. Al suo posto c’è un’asta obliqua, parallela a quella sinistra. Anziché toccare entrambi i fianchi della lettera, tocca solo quello di destra, scendendo poi fino al livello della base.
Mi pare che gli etruschi non avessero niente del genere, a parte in certi periodi lo stesso simbolo, capovolto, ad indicare il suono kh.
Faccio una ricerca su Myfonts su font etruschi. Vengono fuori 5 risultati. Tre non c’entrano niente. Uno, l’Am False Etruscan, applica la stessa soluzione per le E, ma è molto meno curato. Pare disegnato così, al volo.
L’altro, il Praitor, di Scriptorium, applica la stessa soluzione per la lettera A, col trattino obliquo. Ma nel complesso le lettere sono più irregolari, con tratti troppo sottili, a volte, e altri inaspettatamente spessi.
Costa 15 euro, mentre il False Etruscan sta a 25.
In effetti non sono molti gli usi che se ne possono fare.
E non quelli usati dalle Tenute.
Rinuncio a scoprire il nome dell’autore, e mi metto a guardare il resto del sito web delle Tenute del Cerro. Interessante, perché c’è un font in cui non mi ero mai imbattuto: Conv Magma II. È un senza grazie con tratti a spessore leggermente variabile, e qualche spigolo obliquo (come quello in basso a destra nella N maiuscola).
Il Magma II è prodotto dalla Stone Type Foundry, ovvero da Sumner Stone, ex direttore della tipografia di Adobe negli anni 80, disegnatore di alcuni font della Itc, ora impegnato in quella che chiama una “one man band”: 14 fonts in vendita, su Myfonts, tra cui uno medievale, uno con sole forme di foglie e...
Un momento!
C’è un Nvma che ha la stessa A delle etichette del vino. E anche la stessa E. E la U quasi ad angolo. “Basato sulle forme delle lettere romane che apparirono durante il periodo dai primi esempi ancora esistenti nel sesto o settimo secolo Avanti Cristo fino alla fine del terzo secolo Avanti Cristo”, dice la didascalia. Disegnato per lavorare col... Magma. Ah! Tutto torna. Non è quello che compare sulle etichette. La O non è spaccata, i trattini della I non sono obliqui, eccetera. Ma ci siamo quasi.
Il font è in vendita a 49 euro. Finora nessuno ha avuto l’idea di taggarlo in nessun modo.
Su Identifont c’è finito col nome di Numa, ma non hanno nessun esempio disponibile.
L’anno di diffusione è il 2007. “Tra i vincitori” di un premio di type design nel 2011.
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