Font multicolore
Una delle nuove frontiere della tipografia è quella della creazione di font multi-colore. La tecnologia già c’è, solo che mancano gli sviluppatori.
Il sito di Typekit mostra due esempi di quello che si può realizzare. Uno è un EmojiOne con faccine, macchinine, animaletti, fruttini e quant’altro. Icone come quelle che usiamo sui social network o sui programmi di messaggistica dei cellulari. L’altro è un Trajan Pro costruito con due sfumature diverse, a simulare gli effetti di luce su lettere tridimensionali.
Firefox già riconosce questa tecnologia, mentre Microsoft Explorer no. Microsoft Edge solo dalla versione 38.
Per sapere se il browser che state usando è compatibile coi font multi-colore basta visitare la pagina di Typekit. Se tutti i disegni sono in bianco e nero il browser non è compatibile.
La cosa interessante è che quando quei caratteri vengono visualizzati in un programma non compatibile, comunque sono comprensibili. Solo che appaiono in bianco e nero.
Il font Segoe Ui Emoji, che viene diffuso con alcuni programmi Microsoft, contiene dei caratteri a colori, anche se non sono così elaborati come nell’EmojiOne. I disegni sono appena abbozzati. (Il lancio credo risalga al 2013).
Non mi pare che su internet ci siano altri esempi di questa tecnologia, però qua e là si cominciano a trovare le istruzioni su come creare font con quella tecnica.
Cercando font multi-colore, uno dei primi risultati che vengono fuori dai motori di ricerca è il Multicolore, disegnato dal bulgaro Ivan Filipov. Che però non è un font, ma un carattere vettoriale che può essere utilizzato solo in programmi appositi, come Adobe Illustrator. Mi pare di capire che si può cambiare il colore dei singoli tratti, e creare nuove combinazioni sovrapponendo le lettere. Può essere utilizzato in elaborazioni grafiche, poster, eccetera. Il download è gratuito, ne esiste anche una versione font, che però è monocromatica.
Ciò non toglie che, come si è fatto per le icone dell’EmojiOne, si potrebbe realizzare un font nello stesso stile, variopinto. (Fermo restando che l’utente non potrebbe cambiare a piacimento le combinazioni di colori decise dallo sviluppatore, o creare nuove sfumature sovrapponendo le lettere).
Il formato di Emoji e Trajan è l’OpenType-Svg, in pratica un font OpenType che ha tutti i glifi, o solo alcuni, rappresentati come Scalable Vector Graphics.
Chiaramente, per l’uso sul web, il file è compresso in un .woff o .woff2.
Un’ultima nota riguarda Openoffice. Se un font multicolore è installato sul computer, lo vede. In teoria si potrebbe selezionare, scegliere i simboli tra la versione in bianco e nero, e salvare il documento in html, per poi riaprirlo con Firefox e vederlo a colori.
E infatti una volta per me ha funzionato, credo. Poi però, chissà che è successo, il sistema non ha funzionato nello stesso modo. Quando si ho salvato l’html, il programma ha dimenticato di specificare la <font face=...>. Quindi, anche aprendo la pagina col browser, non esce nient’altro che l’equivalente Segoe UI Emoji. Che sarà successo? Non ne ho idea.
Ovviamente, inserendo la tag a mano, la pagina si visualizza poi in maniera corretta.
E continua a farlo anche disinstallando il font dal sistema. Infatti va a pescare l’EmojiOne Mozilla (.ttf) che si trova solo soletto nella cartella fonts di programmi/Firefox. Come c’è finito?
Apparentemente è sempre stato lì, senza che nessuno ci abbia avvisato.
A proposito di Emoji, in questi giorni circola su Twitter l’hashtag #Emojiaplot, lanciato dall’Einaudi mi sembra. Lo scopo del gioco è quello di riassumere la trama di un romanzo solo con le Emoji, e aspettare che qualcuno indovini di che romanzo si tratta. Le icone che compaiono nei tweet però non fanno parte di un font: sono piccole immagini png.
Il sito di Typekit mostra due esempi di quello che si può realizzare. Uno è un EmojiOne con faccine, macchinine, animaletti, fruttini e quant’altro. Icone come quelle che usiamo sui social network o sui programmi di messaggistica dei cellulari. L’altro è un Trajan Pro costruito con due sfumature diverse, a simulare gli effetti di luce su lettere tridimensionali.
Firefox già riconosce questa tecnologia, mentre Microsoft Explorer no. Microsoft Edge solo dalla versione 38.
Per sapere se il browser che state usando è compatibile coi font multi-colore basta visitare la pagina di Typekit. Se tutti i disegni sono in bianco e nero il browser non è compatibile.
La cosa interessante è che quando quei caratteri vengono visualizzati in un programma non compatibile, comunque sono comprensibili. Solo che appaiono in bianco e nero.
Il font Segoe Ui Emoji, che viene diffuso con alcuni programmi Microsoft, contiene dei caratteri a colori, anche se non sono così elaborati come nell’EmojiOne. I disegni sono appena abbozzati. (Il lancio credo risalga al 2013).
Non mi pare che su internet ci siano altri esempi di questa tecnologia, però qua e là si cominciano a trovare le istruzioni su come creare font con quella tecnica.
Cercando font multi-colore, uno dei primi risultati che vengono fuori dai motori di ricerca è il Multicolore, disegnato dal bulgaro Ivan Filipov. Che però non è un font, ma un carattere vettoriale che può essere utilizzato solo in programmi appositi, come Adobe Illustrator. Mi pare di capire che si può cambiare il colore dei singoli tratti, e creare nuove combinazioni sovrapponendo le lettere. Può essere utilizzato in elaborazioni grafiche, poster, eccetera. Il download è gratuito, ne esiste anche una versione font, che però è monocromatica.
Ciò non toglie che, come si è fatto per le icone dell’EmojiOne, si potrebbe realizzare un font nello stesso stile, variopinto. (Fermo restando che l’utente non potrebbe cambiare a piacimento le combinazioni di colori decise dallo sviluppatore, o creare nuove sfumature sovrapponendo le lettere).
Il formato di Emoji e Trajan è l’OpenType-Svg, in pratica un font OpenType che ha tutti i glifi, o solo alcuni, rappresentati come Scalable Vector Graphics.
Chiaramente, per l’uso sul web, il file è compresso in un .woff o .woff2.
Un’ultima nota riguarda Openoffice. Se un font multicolore è installato sul computer, lo vede. In teoria si potrebbe selezionare, scegliere i simboli tra la versione in bianco e nero, e salvare il documento in html, per poi riaprirlo con Firefox e vederlo a colori.
E infatti una volta per me ha funzionato, credo. Poi però, chissà che è successo, il sistema non ha funzionato nello stesso modo. Quando si ho salvato l’html, il programma ha dimenticato di specificare la <font face=...>. Quindi, anche aprendo la pagina col browser, non esce nient’altro che l’equivalente Segoe UI Emoji. Che sarà successo? Non ne ho idea.
Ovviamente, inserendo la tag a mano, la pagina si visualizza poi in maniera corretta.
E continua a farlo anche disinstallando il font dal sistema. Infatti va a pescare l’EmojiOne Mozilla (.ttf) che si trova solo soletto nella cartella fonts di programmi/Firefox. Come c’è finito?
Apparentemente è sempre stato lì, senza che nessuno ci abbia avvisato.
A proposito di Emoji, in questi giorni circola su Twitter l’hashtag #Emojiaplot, lanciato dall’Einaudi mi sembra. Lo scopo del gioco è quello di riassumere la trama di un romanzo solo con le Emoji, e aspettare che qualcuno indovini di che romanzo si tratta. Le icone che compaiono nei tweet però non fanno parte di un font: sono piccole immagini png.
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