Fraktur

La Germania è la patria della tipografia. Gutenberg era tedesco, e lì mise a punto i suoi primi caratteri mobili per la stampa. Dal suo textura è derivato poi lo Schwabacher e infine il Fraktur, che hanno forme caratteristiche e inconfondibili.
Sui manuali di calligrafia italiani agli inizi del secolo venivano insegnati vari stili di gotico: il gotico antico era quello quadrato, il gotico corale o delle pergamene aveva i tratti rotondi (con la o a mandorla), e poi il gotico moderno, pieno di linee curve e sinuose.
Al giorno d’oggi su Dafont sotto la voce gotico c’è la categoria moderno, ma conduce in gran parte a caratteri che hanno a che vedere con le band heavy metal e ben poco coi secoli passati. Basta che spuntino qua e là grazie triangolari appuntite, ed ecco il gotico.
Se invece si clicca su Gotico Medievale, abbiamo buone possibilità di trovare caratteri tedeschi come il Fraktur, che medievale non è essendo stato creato a partire dal sedicesimo secolo, e usato diffusamente nei quattro secoli successivi.
Chiaramente i font più scaricati sono quelli che si ispirano all’Old English. I primi quattro font della classifica, in base ai download di ieri, hanno la tipica S che si sdoppia nel suo tratto centrale.
La S del Fraktur è invece riconoscibile a prima vista perché il tratto inferiore, anziché terminare in basso, risale e scavalca la lettera in alto, andando a terminare in alto a destra.
Solo alla seconda pagina compare un font che attua questa soluzione: 50 download ieri, mentre i più scaricati superano i cento.
È un font display, molto scuro. Più avanti ce ne stanno di più chiari, tipo il Kleist-Fraktur. C’è un DesMalersFraktur che pure è interessante, uno Schwabacher di aspetto retrò, e un KlausBFraktur che è sottile, anche se purtroppo è spigoloso anziché tondeggiante.
Volendo andare sui font a pagamento, il Fraktur della Bitstream sta su Myfonts a 29 euro.
Evidentemente non c’è troppa richiesta, ma del resto, che uso se ne potrebbe mai fare?

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