Luxeuil e beneventana

Normalmente chi realizza un font ispirato ai manoscritti medievali cerca di modernizzare il tratto quanto basta da rendere le lettere gradevoli all’occhio e soprattutto comprensibili. Il pubblico moderno è abituato a riconoscere le lettere dell’Old English. Ma esistono altri alfabeti antichi che sono caduti in disuso.
Girando su Myfont tra i caratteri di Flat-it (fonderia che offre una versione del Bebas) mi sono imbattuto nell’Agedage Luxeuil, che ha una e stranissima, come fosse una maiuscola, ma col trattino superiore arricciato. Noi siamo abituati a pensare alla e senza il tratto ascendente. Ma in alcune grafie antiche, come per esempio la beneventana, il tratto ascendente c’era. La f, che per noi è una lettera alta, in alcune epoche aveva soltanto il tratto discendente.
Le lettere di questo Agedage sono particolari. C’è una t con il tratto orizzontale che si ripiega in basso sulla sinistra, ma troppo in basso come in quegli alfabeti in cui la t sembra una legatura ct. La a è presente in quella forma strana, aperta sopra, ma ritoccata abbastanza da non sembrare una coppia di c. La a aperta è rimasta in qualche grafia germanica, ma ha una forma completamente diversa, e si usa soprattutto nel maiuscolo.
Completamente irriconoscibile la legatura fi.
Spiega la didascalia che questa forma di scrittura si usava in Francia, specialmente nel monastero di Luxueil tra il settimo e l’ottavo secolo. E lì si ferma.
È l’unico font che fa riferimento a Luxeuil. Costa 13 euro.
Flat-it ha lavorato anche alla Beneventana, che era in uso più o meno nello stesso periodo nel sud Italia, nelle zone controllate dai longobardi (anche a Cassino, mi sembra).
Alcune lettere sono state ritoccate per adattarle alla sensibilità moderna. La e minuscola è normale, mentre la e a due piani è stata messa come variante, al posto della maiuscola (maiuscole e minuscole sono uguali, tranne dove c’è qualche variante). La a è chiusa, ma il secondo tratto è curvo come una c. Quindi il nostro occhio percepisce la lettera come se fosse una legatura ac.
La lettera più strana della beneventana è la r: una lunga asta, sia ascendente che discendente, con un tratto obliquo che scende a destra. Senza spiegazione ci si arriva a fatica. Tanto più che si lega in maniera insolita con la i che segue. Che è una i medievale, senza puntino. Gran parte dei font medievali il puntino ce lo mettono, anche se è stato inventato dopo.
Comunque, per venire incontro al pubblico moderno, al posto della r minuscola c’è stata messa una versione moderna e leggibile della r.
La Beneventana di Flat-it non è la sola. C’è anche quella di Posterizer Kg, che penso sia più fedele agli originali. Nel senso che è più illeggibile. Provate a scrivere la parola rimini nell’anteprima che vi da myfonts, e vedrete una croce seguita da una scacchiera. Qui la r minuscola è quasi cruciforme, mentre esiste un set di maiuscole che credo siano prese dall’onciale. La f non è discendente, ma ha sia un tratto ascendente che uno discendente. La s c’è solo nella versione lunga, la t ha un tratto curvo sulla sinistra che la fa sembrare una legatura ct.
Anche questo font costa 13 euro. Bello e illeggibile, direbbe Gianna Nannini. Peccato che quasi non ci siano usi in cui impiegarlo.
Posterizer ha realizzato una ventina di font storici, in cui mi sono già imbattuto per qualche post già pubblicato. Ha un bell’onciale, e una capitale quadrata, come i più antichi manoscritti romani esistenti (Virgilio), una capitale rustica e un’insulare, oltre a qualche fraktur più consueto.
La sede è in Serbia, a Kraguyevac, da cui forse deriva il Kg del nome.
Oh, e la grafia dei Visigoti, in uso in Spagna dopo la fine dell’impero romano? Beh, quella non ha proprio lasciato traccia, per lo meno tra i font commerciali e sotto questo nome. Un tentativo è stato fatto da un tale su un forum che ha ricalcato una sola pagina di testo. Il file è stato lasciato incompleto, mancano parecchie maiuscole.
Il punto di riferimento più attendibile, come sempre, è tra i font paleografici realizzati dal professor Marcos. Là ci sono set completi di merovingia (Luxeuil), beneventana, visigotica e tante altre grafie dimenticate (tra cui perfino l'improponibile corsiva usata dagli antichi romani).

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