Peroni
Tra le birre artigianali ed estere è molto più comune che in Italia la scelta di un font medievale.
Gran parte delle birre italiane invece sceglie font più moderni, normali.
Uno al quale sono particolarmente affezionato è quello della Peroni. È chiaro, d’impatto, sole lettere maiuscole, bianco su fondo rosso, con bordo nero e ombreggiatura. E soprattutto ha quella O dalla forma strana. A quattro lati, ma non rettangolare, visto che due lati sono leggermente curvi, solo dalla parte esterna.
Che font è? Ho provato a porre la domanda al servizio WhatTheFont di Myfonts, ma la risposta è stata una bandiera bianca. Non come quando non mi ha dato nessun risultato (una volta è successo anche quello), ma di sicuro non ha trovato niente del genere nel suo database.
Quelli che si avvicinano di più, come proporzioni, sono il Pill Gothic 600mg Black, e varie versioni del Fago.
Il Fago lo scarterei a prescindere, tenuto conto che la gamba della R è curva (e c’è pure un effetto che non mi piace agli angoli della N).
Il Pill Gothic va bene. Solo la O non ha i lati curvi. Ha i fianchi dritti, verticali, mentre ad essere curvi sono il tratto superiore e inferiore. Ma senza angoli: si passa dal rettilineo alla curva in maniera graduale. Come una pista delle corse automobilistiche americane.
Pill Gothic è uscito nel 2004 per Betatype, disegnato da Christian Robertson.
La lettera più strana è la a minuscola. Che ha il tratto superiore dell’anello rettilineo spiovente, un dettaglio che è impossibile non notare.
La didascalia parla anche della g minuscola, che ha lo stesso effetto nell’anello inferiore, ma secondo me quello passa quasi inosservato.
Il Pill è definito come una via di mezzo tra un sans utilitario, per chi lavora duro a testa bassa, e uno che invece salta su dicendo “Guardatemi!”.
La famiglia, che ha debuttato su Myfonts nel 2009, contiene ben 36 font per tutte le esigenze, al prezzo di 34 euro l’uno.
La Betatype è californiana, e ha solo altri due altri tipi in vendita su Myfonts. Un calligrafico che evoca la scrittura con inchiostro e calamaio, e un Doublewide, molto largo, usabile come l’Eurostile (secondo il mio discutibile giudizio).
Gran parte delle birre italiane invece sceglie font più moderni, normali.
Uno al quale sono particolarmente affezionato è quello della Peroni. È chiaro, d’impatto, sole lettere maiuscole, bianco su fondo rosso, con bordo nero e ombreggiatura. E soprattutto ha quella O dalla forma strana. A quattro lati, ma non rettangolare, visto che due lati sono leggermente curvi, solo dalla parte esterna.
Che font è? Ho provato a porre la domanda al servizio WhatTheFont di Myfonts, ma la risposta è stata una bandiera bianca. Non come quando non mi ha dato nessun risultato (una volta è successo anche quello), ma di sicuro non ha trovato niente del genere nel suo database.
Quelli che si avvicinano di più, come proporzioni, sono il Pill Gothic 600mg Black, e varie versioni del Fago.
Il Fago lo scarterei a prescindere, tenuto conto che la gamba della R è curva (e c’è pure un effetto che non mi piace agli angoli della N).
Il Pill Gothic va bene. Solo la O non ha i lati curvi. Ha i fianchi dritti, verticali, mentre ad essere curvi sono il tratto superiore e inferiore. Ma senza angoli: si passa dal rettilineo alla curva in maniera graduale. Come una pista delle corse automobilistiche americane.
Pill Gothic è uscito nel 2004 per Betatype, disegnato da Christian Robertson.
La lettera più strana è la a minuscola. Che ha il tratto superiore dell’anello rettilineo spiovente, un dettaglio che è impossibile non notare.
La didascalia parla anche della g minuscola, che ha lo stesso effetto nell’anello inferiore, ma secondo me quello passa quasi inosservato.
Il Pill è definito come una via di mezzo tra un sans utilitario, per chi lavora duro a testa bassa, e uno che invece salta su dicendo “Guardatemi!”.
La famiglia, che ha debuttato su Myfonts nel 2009, contiene ben 36 font per tutte le esigenze, al prezzo di 34 euro l’uno.
La Betatype è californiana, e ha solo altri due altri tipi in vendita su Myfonts. Un calligrafico che evoca la scrittura con inchiostro e calamaio, e un Doublewide, molto largo, usabile come l’Eurostile (secondo il mio discutibile giudizio).
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