Times
Il nome del celebre quotidiano londinese è collegato per forza di cose alla storia della tipografia, visto che il carattere ideato per le sue pagine, il Times New Roman, viene installato in default su tutti i computer, e spesso utilizzato in automatico in parecchie applicazioni.
Ideato nel 1931 da Stanley Morison, come evoluzione dei caratteri usati precedentemente dal Times, è rimasto in servizio al quotidiano fino al 1972 (40 anni). Le nuove tecnologie di produzione hanno portato a cinque cambi di carattere tra quella data e il 2007.
Il carattere in funzione oggi dovrebbe chiamarsi Times Modern, quella in uso sul sito porta il nome di Times Digital. A differenza di Repubblica, che usa per il sito caratteri diversi da quelli che usa per il cartaceo (i titoli sono in Lato anziché in Cheltenam), il Times, come il Corriere, usa i suoi propri font per le sue pagine web.
A differenza del Times New Roman, che aveva il raccordo tra aste e grazie arrotondato (elzeviriano), il Times Digital è molto più spigoloso, con grazie trapezoidali, comunque dai tratti rettilinei in gran parte dei casi. Fanno eccezione alcune lettere, come per esempio la T maiuscola o la E, dove non solo la linea di raccordo è curva, ma le grazie stesse sono molto più marcate che nel Times New Roman.
E la testata? Verrebbe da pensare che anche quella sia nello stesso Times Digital del testo, ma non è così. Perché se andiamo a vedere proprio la T e la E, vediamo che sono fatte solo di tratti rettilinei.
Ho provato a inserirla in Wtf, e ho ottenuto i seguenti risultati: Pax Bold, Basilia Medium, Jannon 10 Pro Bold, e Linotype Centennial Pro 75 Bold.
E quest’ultimo ha l’uncino alle estremità della S (come l’Engravers), caratteristica che invece non c’è nella testata del quotidiano londinese e degli altri font in questione.
In generale, sono risultati che non c’entrano niente: hanno tutti le grazie rettangolari e fine, nella M, mentre sono spesso arrotondate nella E e nella T. Buco nell’acqua, praticamente. Il sito non riesce a trovare niente di somigliante.
La testata, ovviamente è cambiata in maniera notevole rispetto all’inizio. Su Wikipedia c’è una prima pagina del 1788. Lo schema è rimasto lo stesso: The + simbolo + Times. Ma nel settecento i caratteri erano gotici. Anche il simbolo centrale è diverso: ovviamente lo stemma è lo stesso, affiancato da un unicorno e un leone, mi pare, solo che è stato interamente ridisegnato. Lo striscione col motto prima era unico e sinuoso; “Dieu – et mon – droit”, diceva, diviso in tre parti dalle pieghe. Oggi risulta tagliato in due parti “Dieu et”, “mon droit”. Dio e il mio diritto, in francese. È il motto della monarchia britannica al di fuori della Scozia.
L’intero disegno rappresenta lo stemma reale del Regno Unito. Era stato abbandonato nel 1966, e recuperato dopo l’acquisto da parte di Murdoch nel 1981.
Il sito 100besttypefaces mette a confronto le varie testate del Times dalla fondazione. Da lì impariamo che in origine la scritta era a caratteri romani. Il nome del quotidiano era in Caslon, mentre il secondo nome (Daily Univerrsal Register) era scritto, ondulato al di sotto, con uno stranissimo carattere usato solo per la parola Universal. Qualcosa che ci fa pensare al far west. Lo stemma era molto ingombrante, alto almeno quattro volte più alto delle lettere del nome.
Tutto quanto venne ridisegnato, non si sa in che anno, lo stemma venne rimpicciolito, i caratteri divennero blackletter e ci venne aggiunta una stranezza: il punto alla fine. Già: il nome del quotidiano era “The Times.”, col punto finale.
Un altro intervento è quello del’32, con l’introduzione del Times New Roman, che non venne usato per la testata. Almeno, non è lo stesso carattere che conosciamo noi: le grazie della T erano spioventi verso l’esterno, mentre oggi sono quasi verticali.
Il sito segnala un quarto passaggio, carattere Claritas, 1953, mentre il quinto è l’attuale, entrato in servizio il 20 novembre 2006 (finalmente una data sicura). Il nome ufficiale è Times Modern, l’autore Luke Prowse.
Il sito ha piazzato il Times al sesto posto dei 100 migliori caratteri di tutti i tempi, ricevendo tre commenti, due dei quali dicono che è un font brutto, da evitare.
Ideato nel 1931 da Stanley Morison, come evoluzione dei caratteri usati precedentemente dal Times, è rimasto in servizio al quotidiano fino al 1972 (40 anni). Le nuove tecnologie di produzione hanno portato a cinque cambi di carattere tra quella data e il 2007.
Il carattere in funzione oggi dovrebbe chiamarsi Times Modern, quella in uso sul sito porta il nome di Times Digital. A differenza di Repubblica, che usa per il sito caratteri diversi da quelli che usa per il cartaceo (i titoli sono in Lato anziché in Cheltenam), il Times, come il Corriere, usa i suoi propri font per le sue pagine web.
A differenza del Times New Roman, che aveva il raccordo tra aste e grazie arrotondato (elzeviriano), il Times Digital è molto più spigoloso, con grazie trapezoidali, comunque dai tratti rettilinei in gran parte dei casi. Fanno eccezione alcune lettere, come per esempio la T maiuscola o la E, dove non solo la linea di raccordo è curva, ma le grazie stesse sono molto più marcate che nel Times New Roman.
E la testata? Verrebbe da pensare che anche quella sia nello stesso Times Digital del testo, ma non è così. Perché se andiamo a vedere proprio la T e la E, vediamo che sono fatte solo di tratti rettilinei.
Ho provato a inserirla in Wtf, e ho ottenuto i seguenti risultati: Pax Bold, Basilia Medium, Jannon 10 Pro Bold, e Linotype Centennial Pro 75 Bold.
E quest’ultimo ha l’uncino alle estremità della S (come l’Engravers), caratteristica che invece non c’è nella testata del quotidiano londinese e degli altri font in questione.
In generale, sono risultati che non c’entrano niente: hanno tutti le grazie rettangolari e fine, nella M, mentre sono spesso arrotondate nella E e nella T. Buco nell’acqua, praticamente. Il sito non riesce a trovare niente di somigliante.
La testata, ovviamente è cambiata in maniera notevole rispetto all’inizio. Su Wikipedia c’è una prima pagina del 1788. Lo schema è rimasto lo stesso: The + simbolo + Times. Ma nel settecento i caratteri erano gotici. Anche il simbolo centrale è diverso: ovviamente lo stemma è lo stesso, affiancato da un unicorno e un leone, mi pare, solo che è stato interamente ridisegnato. Lo striscione col motto prima era unico e sinuoso; “Dieu – et mon – droit”, diceva, diviso in tre parti dalle pieghe. Oggi risulta tagliato in due parti “Dieu et”, “mon droit”. Dio e il mio diritto, in francese. È il motto della monarchia britannica al di fuori della Scozia.
L’intero disegno rappresenta lo stemma reale del Regno Unito. Era stato abbandonato nel 1966, e recuperato dopo l’acquisto da parte di Murdoch nel 1981.
Il sito 100besttypefaces mette a confronto le varie testate del Times dalla fondazione. Da lì impariamo che in origine la scritta era a caratteri romani. Il nome del quotidiano era in Caslon, mentre il secondo nome (Daily Univerrsal Register) era scritto, ondulato al di sotto, con uno stranissimo carattere usato solo per la parola Universal. Qualcosa che ci fa pensare al far west. Lo stemma era molto ingombrante, alto almeno quattro volte più alto delle lettere del nome.
Tutto quanto venne ridisegnato, non si sa in che anno, lo stemma venne rimpicciolito, i caratteri divennero blackletter e ci venne aggiunta una stranezza: il punto alla fine. Già: il nome del quotidiano era “The Times.”, col punto finale.
Un altro intervento è quello del’32, con l’introduzione del Times New Roman, che non venne usato per la testata. Almeno, non è lo stesso carattere che conosciamo noi: le grazie della T erano spioventi verso l’esterno, mentre oggi sono quasi verticali.
Il sito segnala un quarto passaggio, carattere Claritas, 1953, mentre il quinto è l’attuale, entrato in servizio il 20 novembre 2006 (finalmente una data sicura). Il nome ufficiale è Times Modern, l’autore Luke Prowse.
Il sito ha piazzato il Times al sesto posto dei 100 migliori caratteri di tutti i tempi, ricevendo tre commenti, due dei quali dicono che è un font brutto, da evitare.
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