Boecklin

Uno dei font simbolo dell’art noveau è il Boeklin (che sarebbe più corretto scrivere Böcklin). Io ci sono particolarmente affezionato per via di una vecchia edizione della Storia Infinita di Ende (Longanesi editore). È ancora molto usato qua e là. L’ultima volta l’ho visto sull’insegna di un autolavaggio.
Myfonts fornisce qualche informazione stringata: disegnato da O. Weisert nel 1904, “adatto a creare l’atmosfera art nouveau per menu, inviti, poster e altri usi display”. Un po’ poco.
Pubblicato da Adobe, disegno di Linotype.
La O del nome dell’autore sta per Otto. A lui viene attribuito un altro bel carattere: il Kalligraphia, diffuso oggi da Linotype e Elsner+Flake.
Nella scheda dedicata al Kalligraphia c’è qualche nota biografica in più. Weisert era un fonditore tedesco che aveva una sua propria fonderia a Stuttgart. Caratteristica del Kalligraphia è che il tratto si allarga alle estremità delle aste verticali. Ci sono poi riccioli a volontà.
Per tornare al Bocklin, c’è da notare che il carattere ha un nome e cognome. Arnold Bocklin. E non è un nome sconosciuto alla storia dell’arte: si tratta infatti di un pittore simbolista svizzero morto nel 1901.
Nel 1950 il pittore era a Roma, dove sposò un’italiana.
Tornò in Italia anche in seguito, e visse dalle parti di Firenze. Morì a Fiesole, è seppellito al Cimitero Evangelico degli Allori a Galluzzo, Firenze.
Ha avuto influenze romantiche e pre-raffaellite.
Scrive Wikipedia che ha influenzato De Chirico e i surrealisti (tra cui Salvardor Dalì).
Uno dei suoi quadri più famosi è l’Isola dei Morti, dipinto in 5 versioni diverse. Il dipinto è stato fonte di ispirazione per numerosissimi artisti.
Dice Wikipedia che il carattere è stato disegnato da Weisert 3 anni dopo la morte del pittore e nominato in suo onore.
Sulla sua pagina di Boecklin ci sono numerosi suoi quadri, tra cui tre autoritratti. Ma in nessuno compaiono scritte particolari disegnate da lui. 

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