Bologna ricorda Simoncini

Scrive il Venerdì di Repubblica uscito ieri che da oggi a Bologna, al Museo del Patrimonio Industriale, si aprirà la mostra “Metodo Simoncini. Ricerca di un’estetica dell’insieme”.
Con foto, filmati, disegni e strumenti originali dell’epoca, si ricorderà l’ “imprenditore illuminato e designer autodidatta” che negli anni Cinquanta ha progettato il famoso font Simoncini-Garamond, ancora oggi utilizzato “da gran parte delle case editrici”.
Spiega l’articolo che la “osservando la deformazione delle lettere dovuta a vari fattori – carta, inchiostro, incisione – i disegnatori altera[va]no le zone più a rischio delle lettere in modo che la forma finale si riavvicin[asse] a quella iniziale”. Inoltre studiavano accuratamente l’accoppiamento tra le lettere, e avevano deciso di aumentare la lunghezza dei tratti discendenti di p e g.
Tra gli altri font di Simoncini, il Delia, usato per gli elenchi telefonici.
Il settimanale pubblica 4 foto insieme all’articolo: il disegno della lettera d, uno stand dell’azienda in uno scatto d’epoca, un elenco telefonico, e un ritratto di Francesco Simoncini.
Per finire, un’osservazione a margine. Nell’articolo, firmato da Gianni Mascolo, si usa il maschile per parlare del carattere tipografico: “un font chiaro, leggibile, studiato per i caratteristiche dei suoi libri”. (“suoi” cioè di Einaudi, l’editore che aveva commissionato il carattere a Simoncini).
Scelta non scontata. Di recente la casa editrice Tea ha stampato la traduzione italiana di Just My Type, di Simon Garfield, firmata da Roberta Zuppet, in cui si usa sempre e comunque la forma femminile: la font, le font.
Ho letto da qualche parte su internet che pure l’accademia della Crusca si è posta il problema, arrivando alla conclusione che se in origine la parola font poteva essere femminile, l’uso maschile al giorno d’oggi è di gran lunga dominante. La forma femminile, nonostante gli sforzi di Tea, andrà piano piano a sparire. Nello stesso post si spiegava però che al limite si poteva fare una distinzione: per i file digitali si usa il maschile, mentre invece per quelli in metallo è più comune parlarne al femminile.
Simoncini è morto nel 1975, quindi il digitale non l’ha visto proprio. Chissà se all’epoca si parlava di font o di caratteri, e, nel caso, se se ne parlava al femminile.

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