Triennale

Un comunicato a fine giugno dell’Anonima Impressori su Facebook esultava perché dopo 6 anni di ricerche, erano riusciti a trovare a Vado Ligure tre corpi di Triennale. Un carattere di cui non avevo sentito parlare, e di cui non si sa molto. Disegnato da Guido Modiano per le Fonderie Reggiani di Milano nel 1933, è un senza grazie dalle lettere di larghezza molto diversa. Da un lato ci sono le C e le G perfettamente circolari, e quindi larghe, dall’altro ci sono le B, P, R, E molto strette. La A e la E sono a vita bassa, col tratto orizzontale che spunta verso sinistra.
Su Archiviotipografico.it  c’è una bella composizione, con la frase “Triennale, il Carattere che facilita l’opera del compositore quando si presenta la difficoltà di ottenere una riga larghissima e una strettissima”.
C’è pure una foto dei caratteri di metallo come sono stati montati per formare quella scritta, di modo che uno si può rendere conto di potevano essere spaziati diversamente da una riga all’altra. Manualmente, a quanto pare.
Lo stesso sito ha un’altra pagina con alcuni specimen che lasciano un po’ perplessi. Spesso infatti la S sembra montata al contrario.
Il carattere è disponibili in varie grandezze diverse, corpo chiaro e nero, ed era composto solo dalle lettere maiuscole (e dai numeri e segni di interpunzione vari).
Mentre la O era circolare, la Q era stretta, a mandorla, come lo 0. Anzi, guardando meglio si può riassumere così: mentre la C, la G e la O erano disponibili in due versioni, larga e stretta, la Q c’era solo nella versione stretta.
Wikipedia non attribuisce altri caratteri a Modiano. Identifont non lo ha mai sentito nominare.
Luc Devroye ha solo 5 righe sulla Fonderia Reggiani, nelle quali nomina un solo carattere, il Triennale, appunto “a typeface that set the tone for the institutionalized graphics imposed by the italian fascists”.
Il sito forniva anche un link, ma il contenuto è stato rimosso, sostituito da un generico errore 404 a cui qualche spiritoso ha aggiunto la scritta (in Arial) “Avete scardinato Internet!”

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