Ultra, Astigmatic
Tra i fonts display di Google Fonts uno che si fa notare è l’Ultra. Uno slab molto spesso, ispirato agli stili dei caratteri di legno come Clarendon e Egiptian. Adatto per i titoli d’impatto, serio ma amichevole, spiega la didascalia. Quasi i tre quarti dei siti che lo usano, secondo le statistiche di Google, si trovano negli Stati Uniti. Tra gli altri stati ne emergono solo 2: Mx e Pe, che dovrebbero essere Messico e Perù (manca la didascalia). 18 milioni le volte in cui l’Api di Google Fonts ha servito il font solo nell’ultima settimana.
Il carattere compare in più di 68 mila siti web. Peccato che il sito non spiega quali. E che non sia possibile trovarli con i motori di ricerca.
La fonderia a cui viene attribuito è Astigmatic. (Peccato che sul sito web ufficiale non compare nessun riferimento all’Ultra).
Su Astigmatic.com i font sono divisi in quattro categorie principali: travellers, digitech, oddities, typewriter. Come spiegano i nomi, la seconda riguarda solo caratteri che si ispirano al mondo digitale (display a led, circuiti elettronici...), l’ultima al mondo delle macchine da scrivere. C’è una categoria Illuminati, solo per i membri, e una categoria Freeware, con una quindicina di fonts in download per Win e Mac.
Pagine dedicate ad Astigmatic sono presenti su Dafont (39 fonts) e su Fontsquirrel.
Tra i caratteri che si fanno notare ce ne sono alcuni visuali (ranocchie, pesci, teschi di tutti i tipi), altri tradizionali: c’è un Futharc Aoe fatto di sole rune, un Gothic Aoe con l’alfabeto gotico (non le lettere gotiche medievali, ma l’alfabeto usato dai goti, inventato dal vescovo Ulfila nel quarto secolo dopo Cristo, e di cui ho già parlato su questo blog).
Su Fontsquirrel, ce ne sono altri 23. Tra questi si notano il Berkshire Swash, dove le maiuscole hanno un riccio che si allunga sulla sinistra, un simpatico Fascinate, che ha alcuni tratti esageratamente spessi, Smokum, dove ad essere molto spesse sono le grazie (una specie di Playbill), Special Elite (macchina da scrivere), Uncial Antiqua (tardo impero romano).
Google Fonts ne ha 55 catalogati come Astigmatic. Il primo risultato è il Righteous, che ha la M maiuscola a due gobbe (tipo Bauhaus), la a ad un solo piano ma con l’asta che finisce a punta in su e in giù, la e col tratto rettilineo molto obliquo.
Ci sono anche dei calligrafici (Parisienne). C’è il Quintessential, adatto per le pergamene, e l’Eagle Lake, ancora un medievale antico.
Va bene, ma a parte tutto questo, che è di preciso Astigmatic? (Il cui nome completo è Astigmatic One Eye Typographic Institute).
Gran parte dei siti forniscono solo un nome, Brian J. Bonislawsky, classe 73, Las Vegas, Nevada, Stati Uniti.
Myfonts invece fornisce una lunghissima biografia.
Dice che ha studiato alla Scuola di Design del Rhode Island, ma che il suo curriculum era troppo ristretto, così ha frequentato corsi più stimolanti, tra cui uno presso il curatore del Centro di Arte Contemporanea del Castello Ujadowski, Varsavia, e presso un disegnatore olandese.
Myfonts vende 319 fonts attribuiti a Bonislawski, a partire dal Vanishing Boy Btn, con lettere un po’ sbilenche, coi tratti che talvolta si assottigliano verso il basso.
Qui c’è anche un bel blackletter, Mfc Hills Medieval, con le maiuscole iper-decorate e gli spigoli arrotondati.
E ci sono vari set di angoli decorativi disegnati da lui e distribuiti da Monogram Fonts Co.
Tra gli altri mi colpisce il Gulag Aoe (Aoe sta come al solito per Astigmatic One Eye), che è una specie di stencil corroso, maiuscole e minuscole, dal nome evocativo ma senza una storia dietro. Disegnato nel 1997, sta su Myfonts dal 2002.
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