Erik Spiekerman
Girando sul sito della Pagine Bianche ho trovato che il font che viene usato per la scritta di benvenuto, un senza grazie colorato in blu, con una bella g a due livelli con l’occhiello inferiore aperto e molto ampio, è attribuito a Erik Spiekermann. Salto su Identifont a vedere di chi si tratta. A differenza di quei disegnatori pressoché sconosciuti, questo ha una lunga biografia, e una foto con una bella faccia sorridente.
È un tedesco, classe 1947, fondatore di MetaDesign nel 1979, “la più grande firma di design tedesca”. (Che sento nominare ora per la prima volta....)
Ha lavorato con Audi, Skoda, Volkswagen, Lexus, Berlin Transit e Dusseldurf Airport. Interessanti gli ultimi due nomi. Una delle principali sfide per i designer di font è quella di progettare la segnaletica, specie in metropolitane, stazioni, aeroporti, posti che altrimenti sarebbero dei labirinti.
FontShop l’ha avviata nel 1988, e già dall’inizio lavorava coi caratteri elettronici.
Ha lavorato al design del settimanale Economist di Londra. Ha vinto un premio per il suo sistema tipografico per Deutsche Bahn (le ferrovie tedesche).
I suoi font più popolari sono Officina Sans, Meta, Fira, Axel e Real, tutti senza grazie... “svizzeri”. E il Berliner Grotesque, che è lo stesso un senza grazie, ma dall’aspetto più retrò.
Fontsinuse ha circa 88 post che fanno riferimento a Spiekermann. Il font più segnalato è l’Ff Meta (30 segnalazioni), al secondo posto Ff Meta serif (21), al terzo Ff Unit (10). Più 8 per lo Unit Slab. (FF sta per FontFont)
Tra i vari usi, ne spicca uno del 2016, relativo ad un manifesto propagandistico di Donald Trump. Lo slogan era “think big”. C’è qualcosa di conosciuto nella forma della g. È appunto quella g che ho notato sul sito delle Pagine Bianche. Il codice definiva il font “metanormal”. In realtà è una versione dell’FF Meta di Spiekermann, appunto.
Altra domanda: che roba è FontFont? Chiedo a Identifont: “È l’etichetta usata da FontShop International per commercializzare la sua gamma di font digitali”. Fondata nel 1989 (ma prima non s’era detto ’88?) da Spiekermann e due soci. Oggi contiene più di duemila font originali. Acquistata nel 2014 dalla Monotype. Font più popolari: Din, Mark, Kievit, Strada, Cocon, Dot Matrix One, Meta, Tranist Print, Dax e Quadraat Sans. Tutti preceduti dalla sigla FF. Tutti “svizzeri”, secondo la mia personale chiave di lettura, tranne due. Il Cocon ha la n stile Bauhaus. E il Dot Matrix, come dice il nome, è fatto di puntini, per simulare il testo che veniva fuori dalle stampanti che si usavano una volta. (O magari un tabellone a led, come quello interno ad alcuni autobus).
È un tedesco, classe 1947, fondatore di MetaDesign nel 1979, “la più grande firma di design tedesca”. (Che sento nominare ora per la prima volta....)
Ha lavorato con Audi, Skoda, Volkswagen, Lexus, Berlin Transit e Dusseldurf Airport. Interessanti gli ultimi due nomi. Una delle principali sfide per i designer di font è quella di progettare la segnaletica, specie in metropolitane, stazioni, aeroporti, posti che altrimenti sarebbero dei labirinti.
FontShop l’ha avviata nel 1988, e già dall’inizio lavorava coi caratteri elettronici.
Ha lavorato al design del settimanale Economist di Londra. Ha vinto un premio per il suo sistema tipografico per Deutsche Bahn (le ferrovie tedesche).
I suoi font più popolari sono Officina Sans, Meta, Fira, Axel e Real, tutti senza grazie... “svizzeri”. E il Berliner Grotesque, che è lo stesso un senza grazie, ma dall’aspetto più retrò.
Fontsinuse ha circa 88 post che fanno riferimento a Spiekermann. Il font più segnalato è l’Ff Meta (30 segnalazioni), al secondo posto Ff Meta serif (21), al terzo Ff Unit (10). Più 8 per lo Unit Slab. (FF sta per FontFont)
Tra i vari usi, ne spicca uno del 2016, relativo ad un manifesto propagandistico di Donald Trump. Lo slogan era “think big”. C’è qualcosa di conosciuto nella forma della g. È appunto quella g che ho notato sul sito delle Pagine Bianche. Il codice definiva il font “metanormal”. In realtà è una versione dell’FF Meta di Spiekermann, appunto.
Altra domanda: che roba è FontFont? Chiedo a Identifont: “È l’etichetta usata da FontShop International per commercializzare la sua gamma di font digitali”. Fondata nel 1989 (ma prima non s’era detto ’88?) da Spiekermann e due soci. Oggi contiene più di duemila font originali. Acquistata nel 2014 dalla Monotype. Font più popolari: Din, Mark, Kievit, Strada, Cocon, Dot Matrix One, Meta, Tranist Print, Dax e Quadraat Sans. Tutti preceduti dalla sigla FF. Tutti “svizzeri”, secondo la mia personale chiave di lettura, tranne due. Il Cocon ha la n stile Bauhaus. E il Dot Matrix, come dice il nome, è fatto di puntini, per simulare il testo che veniva fuori dalle stampanti che si usavano una volta. (O magari un tabellone a led, come quello interno ad alcuni autobus).
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