Ipercoop

Ho già scritto ieri sul logo della Coop. Devo aggiungere solo qualche considerazione. Perché quando la Coop è passata a gestire ipermercati, è dovuto nascere il marchio Ipercoop. E quindi è stato necessario aggiungere altre quattro lettere al nome. Prendendole da dove? Ancora dall’alfabeto di Bayer? No di certo! Basta osservare la p: mentre Bayer la disegna con un unico tratto, la p di iper è una lettera normale di un alfabeto senza grazie, composta di un’asta verticale, che spunta in alto, unita con un anello. Quindi la p di iper è diversa rispetto alla p di Coop.
Per la r il discorso è un po’ più complicato. Perché nel marchio abbiamo una r normale, asta verticale e tratto che si allunga a destra, che è più o meno come quella di Bayer. Mentre invece negli alfabeti derivati da quello di Bayer, che vanno in giro sotto l’etichetta Bauhaus, la r è composta da un solo tratto che parte verticale dal basso e poi curva verso destra.
La e dell’Ipercoop poi è quasi un cerchio perfetto, mentre Bayer lasciava il tratto inferiore abbastanza distante dallo spigolo di destra, dando l’impressione di una e a becco.
Nulla da segnalare per la i, tranne che il puntino è rotondo. Insomma, di sicuro il font non fa parte della stessa famiglia dell’Arial, dove il puntino è quadrato. E si allontana anche dal Calibri, dove è un quadrato smussato. Nel Gill il puntino è rotondo, ma il tratto finale della e termina a faccia in avanti, mentre nel marchio dell’iperCoop è obliquo.
Per il marchio Coop esiste una storia dettagliata con tanto di nomi e anni. Per la parte iper invece non mi sembra ci siano discussioni aperte in proposito. Non si dice quando è stato aggiunto e da chi.

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