Kabel
Ho letto da qualche parte il titolo di un libro scritto da un grande corrispondente di guerra, Edward Behr. “Anyone here been raped and speaks english?”, che in italiano sarebbe qualcosa tipo “C’è qualcuno qui che sia stato stuprato e parla inglese?”. L’autore dice di avere sentito questa frase da un reporter della tv inglese che si aggirava tra i belgi sfollati dal Congo ai tempi della guerra del 1961. Ovviamente per il mercato americano venne scelto un titolo meno scioccante, tipo “la vita di un corrispondente dietro le linee”, dove per linee si poteva intendere sia le linee del campo di battaglia, sia le righe dell’articolo (lines, in inglese).
Non so se sia arrivato in Italia e con quale titolo. La nostra Wikipedia non ha nessuna pagina dedicata al giornalista.
Comunque ho visto su internet la copertina. C’è il nome dell’autore, in rosso a caratteri typewriter, sotto in piccolo la scritta “la vita di un corrispondente dietro le linee”, e poi il titolo vero e proprio scritto in grande, neretto, che occupa i nove decimi della copertina (la frase è divisa in sei righe), su fondo bianco, con una piccola foto in bianco e nero (due righe, accanto alle parole “here” e “been).
È uno di quei caratteri che attirano l’attenzione, col trattino della e obliquo, e anche la punta della e che sale di poco e poi finisce obliqua.
La b ricorda il Bauhaus, ma senza interruzioni. La g è aperta, il puntino sotto il punto interrogativo è a forma di rombo-quadrato. Tutte le terminazioni sono strane, dando al testo un aspetto molto movimentato. Le punte dei trattini orizzontali della E sono storte, convergono verso il centro ma non sono simmetriche. Anche la parte inferiore di n e h termina con un angolo impercettibile.
Per risparmiare tempo sulle ricerche lo metto dentro What The Font. Mi dà qualche problema nel riconoscimento. E allora taglio via tutto e ci metto soltanto la e. Me la riconosce al volo: Kabel.
Disegnato da Rudolf Koch, rilasciato nel 1927 dalla fonderia Klingspor, in Germania.
Il nome deriva dalla posa del primo cavo transatlantico, avvenuta in quell’anno (Kabel, in tedesco).
Nel 1975 la Itc ha ridisegnato la famiglia, aggiungendosi un quinto peso.
E infatti nella scheda la data del disegno viene indicata nel 1975. Su Myfont dal 2007.
Da notare che Myfonts ha anche un Kaapeli che è stato disegnato praticamente sul modello del Kabel, ma con modifiche ad alcune lettere, secondo il gusto del disegnatore.
Il quale si chiama Tomi Haaparanta, ed è finlandese, disegna dal 1990, e ha fondato la fonderia Suomi. 68 i fonts attribuiti a lui, tra cui uno script, uno slab e un brush. C’è pure un’intervista sulla newsletter, risalente al 2010, con tanto di fotografia.
Cercavo qualche alternativa free al Kabel, ma non mi sembra che ce ne siano, o per lo meno non sono diffuse. Già l’accoppiamento con la e in salita e la a a due livelli è insolito (Josephine, su Google, ha una a ad un livello solo).
Anche su Dafont non mi pare che ci sia niente del genere, per lo meno tra i sans da almeno 50 download giornalieri.
Comunque noto che Cocogoose dell’italiana Zetafonts sta nella top 20 dei sans più scaricati. Non c’entra niente con quello che stavo cercando, ma mi pare comunque una buona notizia. (La a è ad un solo livello, e quindi per i testi non va granché bene, ma la versione bold è gradevole. Tanto che è quella base, le altre sono semi-light, light e ultra-light).
Come al solito è una versione di prova, solo per uso personale, e viene distribuita senza numeri. Le lettere accentate e i segni di interpunzione però ci sono tutti.
Cosa strana: le maiuscole non sono troppo alte. Scrivendo Ili, la I maiuscola è la lettera più bassa, poi viene la l (e fin qui niente di strano), e infine la i. Proprio così, il puntino della i (quadrato), arriva più in alto della l minuscola.
Nell’Arial e nel Franklin le tre lettere hanno la stessa altezza. Verdana e Segoe hanno la l più alta della I maiuscola. Ma una i minuscola più alta della l, questa non l’avevo mai notata da nessuna parte.
Non so se sia arrivato in Italia e con quale titolo. La nostra Wikipedia non ha nessuna pagina dedicata al giornalista.
Comunque ho visto su internet la copertina. C’è il nome dell’autore, in rosso a caratteri typewriter, sotto in piccolo la scritta “la vita di un corrispondente dietro le linee”, e poi il titolo vero e proprio scritto in grande, neretto, che occupa i nove decimi della copertina (la frase è divisa in sei righe), su fondo bianco, con una piccola foto in bianco e nero (due righe, accanto alle parole “here” e “been).
È uno di quei caratteri che attirano l’attenzione, col trattino della e obliquo, e anche la punta della e che sale di poco e poi finisce obliqua.
La b ricorda il Bauhaus, ma senza interruzioni. La g è aperta, il puntino sotto il punto interrogativo è a forma di rombo-quadrato. Tutte le terminazioni sono strane, dando al testo un aspetto molto movimentato. Le punte dei trattini orizzontali della E sono storte, convergono verso il centro ma non sono simmetriche. Anche la parte inferiore di n e h termina con un angolo impercettibile.
Per risparmiare tempo sulle ricerche lo metto dentro What The Font. Mi dà qualche problema nel riconoscimento. E allora taglio via tutto e ci metto soltanto la e. Me la riconosce al volo: Kabel.
Disegnato da Rudolf Koch, rilasciato nel 1927 dalla fonderia Klingspor, in Germania.
Il nome deriva dalla posa del primo cavo transatlantico, avvenuta in quell’anno (Kabel, in tedesco).
Nel 1975 la Itc ha ridisegnato la famiglia, aggiungendosi un quinto peso.
E infatti nella scheda la data del disegno viene indicata nel 1975. Su Myfont dal 2007.
Da notare che Myfonts ha anche un Kaapeli che è stato disegnato praticamente sul modello del Kabel, ma con modifiche ad alcune lettere, secondo il gusto del disegnatore.
Il quale si chiama Tomi Haaparanta, ed è finlandese, disegna dal 1990, e ha fondato la fonderia Suomi. 68 i fonts attribuiti a lui, tra cui uno script, uno slab e un brush. C’è pure un’intervista sulla newsletter, risalente al 2010, con tanto di fotografia.
Cercavo qualche alternativa free al Kabel, ma non mi sembra che ce ne siano, o per lo meno non sono diffuse. Già l’accoppiamento con la e in salita e la a a due livelli è insolito (Josephine, su Google, ha una a ad un livello solo).
Anche su Dafont non mi pare che ci sia niente del genere, per lo meno tra i sans da almeno 50 download giornalieri.
Comunque noto che Cocogoose dell’italiana Zetafonts sta nella top 20 dei sans più scaricati. Non c’entra niente con quello che stavo cercando, ma mi pare comunque una buona notizia. (La a è ad un solo livello, e quindi per i testi non va granché bene, ma la versione bold è gradevole. Tanto che è quella base, le altre sono semi-light, light e ultra-light).
Come al solito è una versione di prova, solo per uso personale, e viene distribuita senza numeri. Le lettere accentate e i segni di interpunzione però ci sono tutti.
Cosa strana: le maiuscole non sono troppo alte. Scrivendo Ili, la I maiuscola è la lettera più bassa, poi viene la l (e fin qui niente di strano), e infine la i. Proprio così, il puntino della i (quadrato), arriva più in alto della l minuscola.
Nell’Arial e nel Franklin le tre lettere hanno la stessa altezza. Verdana e Segoe hanno la l più alta della I maiuscola. Ma una i minuscola più alta della l, questa non l’avevo mai notata da nessuna parte.
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