La Calligrafia nella scuola e nell’arte
Si tratta di un manuale di 40 pagine più copertina rosa che contiene esempi di varie calligrafie che venivano insegnate nelle scuole, fino a quando la macchina da scrivere ha creato il mestiere di dattilografo, che ha sostituito quello di calligrafo.
L’autore è Saverio Daniele, il formato è strano: circa 27 di larghezza per 20 di altezza. È più largo che lungo.
All’interno ci sono pagine dedicate alle diverse grafie, con una dimostrazione di tutte le lettere maiuscole e minuscole ed esempi di parole, e altre pagine con esempi di come le varie calligrafie potevano essere usate insieme nello stesso documento. Ad esempio un libro contabile: il nome dell’azienda poteva essere fatto a caratteri gotici, la scritta sottostante a caratteri tondi, le varie voci della tabella in corsiva inglese.
Io l’ho trovato in vendita in libreria, in ristampa anastatica (identica all’originale), senza nessuna aggiunta che fornisse delle informazioni in più. Il prezzo era di 500 lire, indicato sul retro, l’anno di pubblicazione non è indicato da nessuna parte. Non è stato neanche aggiunto un codice a barre, con disappunto della cassiera che ha dovuto digitare il titolo a mano per poter registrare la vendita. Giusto un adesivo giallo attaccato in copertina segnalava il prezzo attuale: 3 euro e 90.
Su Ebay lo trovo in vendita tra i 5 e i 6 euro (+ qualcuno che prova a piazzarlo a 30 + spese di spedizione). Dai segni dell’umidità su uno di quelli da 6 euro, sospetto possa trattarsi dell’originale anziché la ristampa, ma non è detto.
Secondo il sito Miniposter.it il libro è del 1966. Possibile, tenuto conto del prezzo. Ma di sicuro a quell’epoca le macchine da scrivere erano una realtà affermata da più di mezzo secolo. Non so che tipo di applicazione pratiche ci potessero essere ancora, all’epoca, per la calligrafia.
Il libro viene nominato in un post sconclusionato su uno dei forum del Corriere. “Manca l’italico!”, nota l’autore, Eta Beta. E sbaglia perché l’italico c’è, sotto la voce Stampatello Aldino.
L’autore è Saverio Daniele, il formato è strano: circa 27 di larghezza per 20 di altezza. È più largo che lungo.
All’interno ci sono pagine dedicate alle diverse grafie, con una dimostrazione di tutte le lettere maiuscole e minuscole ed esempi di parole, e altre pagine con esempi di come le varie calligrafie potevano essere usate insieme nello stesso documento. Ad esempio un libro contabile: il nome dell’azienda poteva essere fatto a caratteri gotici, la scritta sottostante a caratteri tondi, le varie voci della tabella in corsiva inglese.
Io l’ho trovato in vendita in libreria, in ristampa anastatica (identica all’originale), senza nessuna aggiunta che fornisse delle informazioni in più. Il prezzo era di 500 lire, indicato sul retro, l’anno di pubblicazione non è indicato da nessuna parte. Non è stato neanche aggiunto un codice a barre, con disappunto della cassiera che ha dovuto digitare il titolo a mano per poter registrare la vendita. Giusto un adesivo giallo attaccato in copertina segnalava il prezzo attuale: 3 euro e 90.
Su Ebay lo trovo in vendita tra i 5 e i 6 euro (+ qualcuno che prova a piazzarlo a 30 + spese di spedizione). Dai segni dell’umidità su uno di quelli da 6 euro, sospetto possa trattarsi dell’originale anziché la ristampa, ma non è detto.
Secondo il sito Miniposter.it il libro è del 1966. Possibile, tenuto conto del prezzo. Ma di sicuro a quell’epoca le macchine da scrivere erano una realtà affermata da più di mezzo secolo. Non so che tipo di applicazione pratiche ci potessero essere ancora, all’epoca, per la calligrafia.
Il libro viene nominato in un post sconclusionato su uno dei forum del Corriere. “Manca l’italico!”, nota l’autore, Eta Beta. E sbaglia perché l’italico c’è, sotto la voce Stampatello Aldino.
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