Requiescant in pace, Arts and Crafts

"Requiescant in pace". È una scritta che compare sull’ingresso di un cimitero. La lettera più caratteristica secondo me è la Q. Ma dove la trovi un’altra Q fatta così? Provo a puntare sulla A. La descrivo a Identifont e il primo risultato rilevante che mi viene messo sotto gli occhi è il Ptl Adigo One, anno 2002, disegnatore Ole Schafer, fonderia Primetype. Chiaramente la Q adotta una soluzione completamente diversa, con la coda che non attraversa l’anello. E la R non ha la gamba tesa, ma ce l’ha piegata in modo da terminare in verticale. Belle anche le minuscole, M e N come nel Bauhaus, t come nel Coolvetica. Sfoglio la top30, ma non ci sono risultati migliori. Ci sono lettere molto strette e sottili, o con tratti dallo spessore variabile. Mi ci mette pure delle A che non hanno nulla a che vedere, non avendo tratti paralleli.
Se scelgo i caratteri simili all’Adigo ci esce qualcosa di interessante. Tipo l’Hydrogen Proton Aoe, dove però anche la N maiuscola è in stile Bauhaus, mentre la E ha gli angoli arrotondati.
Industria Solid ha la Q col trattino centrale, verticale, separato dal resto della lettera. Anzi, più che un trattino è proprio un punto.
Anche l'Ff Marten ha M e N Bauhaus, ma con gli angoli arrotondati. (Strani i numeri, il 7 soprattutto).
Meglio dell’Adigo non credo si possa trovare niente.

Comunque, quando inizio queste ricerche, finisco sempre altrove, lontano rispetto alla traccia di partenza. Girando girando, mi è capitato sotto gli occhi l’alfabeto P22 Arts and Crafts.
Il nome l’ho già sentito, era una corrente artistica. “Una interpretazione contemporanea dei disegni di Dard Hunter che riflettono sia i disegni medievali promossi da William Morris nel tardo diciannovesimo secolo, sia le linee moderne e pulite del Vienna Workshop”, spiega Identifont.
Due designers: Dard Hunter e Richard Kegler. Anni: 1908-10, 1995. Il copyright ovviamente è della P22.
L’alfabeto è caratterizzato dall’alternarsi di linee rette e curve. La C è formata da un segmento orizzontale, che rappresenta la parte superiore, e uno curvo, che procede dalla parte superiore sinistra a quella inferiore destra. La U è come la C, ma ruotata in senso antiorario di 90 gradi. L’alfabeto è composto di sole maiuscole, e ha numerose lettere alternate. La G, ad esempio, più avere il segmento orizzontale nella parte superiore o inferiore. La Z può avere il tratto centrale concavo o convesso. E così via.
Mi pare che l’influenza di questa tecnica sia ancora diffusa, per esempio nei caratteri disegnati sugli striscioni ultras. Su Dafont c’è proprio un font apposito, Ultras Liberi, che rende l’idea.
E infatti è stato inserito nel settore retrò, anziché tra i senza grazie. Ed è anche il più diffuso, in questo stile.
Più in basso si fa notare un Dyer Arts and Crafts, il cui nome è tutto un programma. Qui però la C non ha alcun tratto rettilineo, anche se ha comunque una gobba che punta in alto.
La A è più semplice che nell’alfabeto di P22.
O sennò?
L’Ultramarine ha la C formata da un segmento e una curva. Solo che il segmento sta in basso, anziché in alto.
Ce ne sono vari con la A a doppio segmento orizzontale, come il Cocotte di Zetafonts. In questi casi però la A non ha i fianchi paralleli.
Per tornare alla A a cima arrotondata, il più diffuso su Dafont è il Bellerose, dove però il segmento centrale spunta a sinistra. Niente a che vedere con l’insegna del cimitero anche per quanto riguarda la C, che nel Bellerose è circolare anziché stretta.
Il Westmeath ha la C gobba, ma tonda.
Il movimento Arts and Crafts (arti e mestieri) fu attivo tra il 1880 e il 1920, secondo la pagina inglese di Wikipedia (quella italiana lascia le date nel vago).
La pagina non mostra alfabeti particolari, se non un capolettera di un libro stampato da William Morris nel 1892. C’è una W fatta di due tratti curvi e uno orizzontale, che comunque non c’entra niente col l’alfabeto di P22 (dove ci sono almeno tre tratti curvi).

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