Adf Acchantis, Fedora Project, Cloister, Center for Book Arts
Ho scritto in passato di essermi imbattuto nei font della Adf utilizzando qualche versione di Linux. Mi viene in mente di cercare un qualche collegamento tra Linux e Adf.
La prima pagina che viene fuori è una Wiki che sta su Fedora Project, dedicata al carattere Adf Accanthis. Un carattere “modernizzato” garaldico con grazie, dice la pagina.
Dice la descrizione che è ispirato dal Cloister Oldstyle trovato nell’American Specimen Book of Typefaces Suplement. Medio contrasto.
Adatto a book typesetting e refined presentations, dice ancora.
Visto sullo schermo mi pare più scolorito e instabile del consueto Times New Roman.
Noto la M trapezoidale, il riccio sulla g, e una C senza becchi e uncini, ma con le estremità leggermente a goccia.
La pagina è collegata ad un’altra sempre sulla wiki del Fedora Project, intitolata Fonts Sig. Dove Sig sta per Special Interest Group. Il gruppo “avrebbe anche potuto chiamarsi Text o Typography Sig. Anche se i caratteri sono gran parte del lavoro che facciamo, il nostro raggio d’azione in realtà è più ampio”.
La stessa Wiki ha una lista dei font inclusi con ogni versione del sistema operativo. Tre versioni dell’Accanthis sono state aggiunte a partire da Fedora 12, ottobre 2009.
Altri font dell’Adf inclusi in Fedora sono stati il Tribun (sempre nella 12) e il Gillus (nella 15, anno 2012).
Il Tribun è un serif classico, un po’ più stretto del Times. Il Gillius invece è un senza grazie (più sottile del Gill, con cui a parte l'assonanza non c'entra nulla).
Ma torniamo al Cloister Old Style, che avrebbe influenzato l’Accanthis.
Ha una pagina su Wikipedia in cui si dice che è stato disegnato intorno al 1913 da Morris Fuller Benton, e pubblicato dalla American Type Founders nel 1913.
Ispirato lontanamente dai caratteri di Nicolas Jenson, fusi a Venezia dopo il 1470.
Venne realizzato in varie versioni, tra cui l’Italic (che non esisteva ai tempi di Jenson), e quella con gli svolazzi (swashes).
Cloister è stato digitalizzato da P22 e da Urw. Fonts In Use ne segnala un solo uso: in una pubblicità dei fazzolettini Kleenex dell’inizio degli anni 90.
Somiglia all’Accanthis? No. La g non ha il riccio. La C un po’ di becco ce l’ha. La didascalia nota “la forma semplificata della y”.
Io noto la e alla veneziana, col trattino orizzontale che in realtà è obliquo.
Il sito segnala anche vari usi del Cloister Black, che però è un blackletter (simile all’Old English).
E quell’American Book Suplement di cui si parlava prima?
Faccio una ricerca, viene fuori un annuncio di vendita di un libro edito dalla Atf nel 1917.
Finisco pure su una pagina che parla degli Specimen Books che si trovano al Center for Book Arts di New York. Che sarebbe un’istituzione che si dedica ad “esplorare e coltivare interpretazioni estetiche contemporanee del libro come oggetto d’arte, preservando tradizionali pratiche dell’arte del libro”.
Il centro cerca di facilitare la comunicazione tra la comunità artistica che si occupa di libri e più larghe sfere di arte e letteratura. Organizza mostre, lezioni, presentazioni, pubblicazioni eccetera.
È stato fondato nel 1974, e si trova a Manhattan.
La prima pagina che viene fuori è una Wiki che sta su Fedora Project, dedicata al carattere Adf Accanthis. Un carattere “modernizzato” garaldico con grazie, dice la pagina.
Dice la descrizione che è ispirato dal Cloister Oldstyle trovato nell’American Specimen Book of Typefaces Suplement. Medio contrasto.
Adatto a book typesetting e refined presentations, dice ancora.
Visto sullo schermo mi pare più scolorito e instabile del consueto Times New Roman.
Noto la M trapezoidale, il riccio sulla g, e una C senza becchi e uncini, ma con le estremità leggermente a goccia.
La pagina è collegata ad un’altra sempre sulla wiki del Fedora Project, intitolata Fonts Sig. Dove Sig sta per Special Interest Group. Il gruppo “avrebbe anche potuto chiamarsi Text o Typography Sig. Anche se i caratteri sono gran parte del lavoro che facciamo, il nostro raggio d’azione in realtà è più ampio”.
La stessa Wiki ha una lista dei font inclusi con ogni versione del sistema operativo. Tre versioni dell’Accanthis sono state aggiunte a partire da Fedora 12, ottobre 2009.
Altri font dell’Adf inclusi in Fedora sono stati il Tribun (sempre nella 12) e il Gillus (nella 15, anno 2012).
Il Tribun è un serif classico, un po’ più stretto del Times. Il Gillius invece è un senza grazie (più sottile del Gill, con cui a parte l'assonanza non c'entra nulla).
Ma torniamo al Cloister Old Style, che avrebbe influenzato l’Accanthis.
Ha una pagina su Wikipedia in cui si dice che è stato disegnato intorno al 1913 da Morris Fuller Benton, e pubblicato dalla American Type Founders nel 1913.
Ispirato lontanamente dai caratteri di Nicolas Jenson, fusi a Venezia dopo il 1470.
Venne realizzato in varie versioni, tra cui l’Italic (che non esisteva ai tempi di Jenson), e quella con gli svolazzi (swashes).
Cloister è stato digitalizzato da P22 e da Urw. Fonts In Use ne segnala un solo uso: in una pubblicità dei fazzolettini Kleenex dell’inizio degli anni 90.
Somiglia all’Accanthis? No. La g non ha il riccio. La C un po’ di becco ce l’ha. La didascalia nota “la forma semplificata della y”.
Io noto la e alla veneziana, col trattino orizzontale che in realtà è obliquo.
Il sito segnala anche vari usi del Cloister Black, che però è un blackletter (simile all’Old English).
E quell’American Book Suplement di cui si parlava prima?
Faccio una ricerca, viene fuori un annuncio di vendita di un libro edito dalla Atf nel 1917.
Finisco pure su una pagina che parla degli Specimen Books che si trovano al Center for Book Arts di New York. Che sarebbe un’istituzione che si dedica ad “esplorare e coltivare interpretazioni estetiche contemporanee del libro come oggetto d’arte, preservando tradizionali pratiche dell’arte del libro”.
Il centro cerca di facilitare la comunicazione tra la comunità artistica che si occupa di libri e più larghe sfere di arte e letteratura. Organizza mostre, lezioni, presentazioni, pubblicazioni eccetera.
È stato fondato nel 1974, e si trova a Manhattan.
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