La Repubblica
Mi sono soffermato a guardare la testata di Repubblica. Non somiglia un po’ al Times New Roman, quella e dal tratto largo fino in basso che si restringe in punta?
A quanto pare no. Se uno fa la scritta in Times New Roman Bold si rende conto che lo spazio all’interno delle lettere è molto di più, e che le estremità sono molto più appuntite.
Ma non c’è solo quello: la parte superiore delle aste della l, della p, della i e perfino della u nel logo di Repubblica è in discesa, mentre nel Times è orizzontale.
Il ciuffo della a di Repubblica è tagliato di netto, mentre nel Times è a goccia.
E le b? Mentre nel Times l’asta in basso è appuntita, nella testata di Repubblica non spunta, ma si congiunge direttamente al tratto curvo.
C’è da dire poi che essendo un logo la spaziatura tra le lettere è minore rispetto a quella di un testo normale. Per ottenere un effetto simile bisogna condensare il Times almeno di tre punti.
Provo ad inserire la testata in What The Font. Il quale mi restituisce, come primo risultato, l’Aldine 721 Bold Condensed, firmato da Frank Hinman Pierpont, Bitstream, su Myfonts dal 2000.
Le caratteristiche sono quelle. Solo che la testata di Repubblica risale al 1976.
Myfonts non fornisce informazioni sul font in questione. Perché si chiama Aldine, nome che farebbe pensare a un corsivo? Perché 721? A chi è ispirato?
Gli altri risultati di Wtf non c’entrano niente. Mi danno soprattutto risultati con le grazie orizzontali (Whitman Display, Intellecta Romana Umanistica, e Beton Sb Extrabold Condensed. Il secondo ha solo quelle della u orizzontali). E poi mi da il Belwe Sh Bold Condensed, con grazie oblique ma rettangolari spigolose, che spuntano a destra, e perfino il trattino della e in salita.
Identifont, a sorpresa, mi dà due date completamente diverse per l’Aldine 721: 1914 e 1990. Nessuna spiegazione per la discrepanza. Comunque è già una cosa più sensata: quando è nata Repubblica il font esisteva già da più di settant’anni.
Il nome fornito da Identifont è lo stesso: Frank Hinman Pierpont. Nato nel 1860 nel Connecticut. Trasferitosi a Berlino all’età di 34 anni, è diventato direttore della Typograph Gmbh. Si è spostato poi in Inghilterra tre anni dopo, diventando manager alla Monotype. Morto a Londra nel 1937.
Identifont attribuisce a lui, pensate un po’, il Rockwell.
Domanda: se Pierpont ha lavorato alla Monotype, come ci è finito il suo font alla Bitstream? Quest’ultima è nata nel 1981, e solo nel 2012 è stata acquisita dalla Monotype.
Ah, un’altra cosa. Prima ho detto che il Times New Roman ha le grazie della l orizzontali. Qualcuno forse ha pensato: ma costui si è bevuto il cervello? Non sono in discesa? Si, nella versione regular. Ma la versione bold è completamente diversa.
Una curiosità che non c’entra niente: quanti raggi ha l’asterisco del Times New Roman? Uno dice: facile, sei! Già. Una volta ho trovato un testo con un asterisco a cinque raggi. Visto che era stato scritto da un tale che sapeva a malapena usare il computer, mi sono lambiccato il cervello per parecchio tempo per capire dove potesse avere trovato un font del genere. Poi ho fatto mente locale: era in grassetto! Proprio così. In Times New Roman l’asterisco ha sei raggi, ma quando lo passi in grassetto... ne perde uno. E chi ci aveva fatto caso?
A quanto pare no. Se uno fa la scritta in Times New Roman Bold si rende conto che lo spazio all’interno delle lettere è molto di più, e che le estremità sono molto più appuntite.
Ma non c’è solo quello: la parte superiore delle aste della l, della p, della i e perfino della u nel logo di Repubblica è in discesa, mentre nel Times è orizzontale.
Il ciuffo della a di Repubblica è tagliato di netto, mentre nel Times è a goccia.
E le b? Mentre nel Times l’asta in basso è appuntita, nella testata di Repubblica non spunta, ma si congiunge direttamente al tratto curvo.
C’è da dire poi che essendo un logo la spaziatura tra le lettere è minore rispetto a quella di un testo normale. Per ottenere un effetto simile bisogna condensare il Times almeno di tre punti.
Provo ad inserire la testata in What The Font. Il quale mi restituisce, come primo risultato, l’Aldine 721 Bold Condensed, firmato da Frank Hinman Pierpont, Bitstream, su Myfonts dal 2000.
Le caratteristiche sono quelle. Solo che la testata di Repubblica risale al 1976.
Myfonts non fornisce informazioni sul font in questione. Perché si chiama Aldine, nome che farebbe pensare a un corsivo? Perché 721? A chi è ispirato?
Gli altri risultati di Wtf non c’entrano niente. Mi danno soprattutto risultati con le grazie orizzontali (Whitman Display, Intellecta Romana Umanistica, e Beton Sb Extrabold Condensed. Il secondo ha solo quelle della u orizzontali). E poi mi da il Belwe Sh Bold Condensed, con grazie oblique ma rettangolari spigolose, che spuntano a destra, e perfino il trattino della e in salita.
Identifont, a sorpresa, mi dà due date completamente diverse per l’Aldine 721: 1914 e 1990. Nessuna spiegazione per la discrepanza. Comunque è già una cosa più sensata: quando è nata Repubblica il font esisteva già da più di settant’anni.
Il nome fornito da Identifont è lo stesso: Frank Hinman Pierpont. Nato nel 1860 nel Connecticut. Trasferitosi a Berlino all’età di 34 anni, è diventato direttore della Typograph Gmbh. Si è spostato poi in Inghilterra tre anni dopo, diventando manager alla Monotype. Morto a Londra nel 1937.
Identifont attribuisce a lui, pensate un po’, il Rockwell.
Domanda: se Pierpont ha lavorato alla Monotype, come ci è finito il suo font alla Bitstream? Quest’ultima è nata nel 1981, e solo nel 2012 è stata acquisita dalla Monotype.
Ah, un’altra cosa. Prima ho detto che il Times New Roman ha le grazie della l orizzontali. Qualcuno forse ha pensato: ma costui si è bevuto il cervello? Non sono in discesa? Si, nella versione regular. Ma la versione bold è completamente diversa.
Una curiosità che non c’entra niente: quanti raggi ha l’asterisco del Times New Roman? Uno dice: facile, sei! Già. Una volta ho trovato un testo con un asterisco a cinque raggi. Visto che era stato scritto da un tale che sapeva a malapena usare il computer, mi sono lambiccato il cervello per parecchio tempo per capire dove potesse avere trovato un font del genere. Poi ho fatto mente locale: era in grassetto! Proprio così. In Times New Roman l’asterisco ha sei raggi, ma quando lo passi in grassetto... ne perde uno. E chi ci aveva fatto caso?
Commenti
Posta un commento