Repubblica, cambia anche la testata
Tanto a discutere, nei giorni scorsi, se la testata di Repubblica è in Plantin o Aldine, ed ecco che il restyling del giornale ha colpito anche lì.
Prima la gamba della R era tesa, mentre adesso è serpeggiante. Prima la punta della a, in alto, terminava con un taglio spigoloso, mentre ora c’è la goccia. Le altre lettere non mi pare abbiano subito cambiamenti significativi.
Comunque, quello che è stato cambiato è già abbastanza. Quella R maiuscola balza subito all’occhio, è la lettera più importante di tutto il titolo.
La testata è la parte più importante del quotidiano, e di solito si cambia il meno possibile. Ma comunque si cambia. Se guardiamo la scritta Corriere della Sera di oggi e quella delle origini, solo in apparenza si tratta degli stessi caratteri. In realtà, nel corso degli anni, ci sono stati vari interventi sulla forma delle lettere, ad esempio la punta inferiore della C. Il Messaggero ha conservato il carattere gotico delle origini, ma si tratta di un gotico diverso. La M in origine non aveva tutti quegli svolazzi sulla sinistra (che in effetti non sono standard in molti dei gotici in circolazione, come per esempio l’Old English).
Per quanto riguarda la grafica, i cambiamenti sono molto più radicali. Il giornale si è “webbizzato”, ovvero la prima pagina è stata trasformata per farla somigliare ad un sito web. Tradizionalmente il nome del quotidiano viene scritto al centro, con due pubblicità una a destra e una a sinistra. Adesso invece il nome è stato spostato a sinistra. In maniera tale che a destra c’è una colonna con alcuni editoriali e soprattutto una colonnina grigia con la data, un disegno che rappresenta l’edizione e le previsioni del tempo per Roma e Milano.
La data è scritta bella grossa, col giorno evidenziato in rosso.
Gli indirizzi del giornale sono in basso, a caratteri microscopici (ma questa non è una novità).
La foto d’apertura non considera il margine, e si spinge a sinistra fino al bordo della pagina.
Titoli e articoli sono con i nuovi caratteri Eugenio.
All’interno, l’intestazione delle pagine è stata spostata sul bordo ed è in verticale. Non nel senso che è stata girata l’intera parola: le lettere solo nel verso giusto, solo che la prima è in alto, la seconda subito sotto, e così via. Per cui le parole politica, spettacoli, mondo, sport, si leggeranno dall’alto in basso.
A qualcuno ricordano le insegne dei motel.
I nuovi font sono stati utilizzati in maniera diversa a seconda delle sezioni.
L’Eugenio Serif per i titoli della prima pagina, il Sans per la sezione sportiva, e un Sans sottilissimo per i titoli della sezione spettacoli. I titoli sono quasi trasparenti, invisibili.
E il sito? Al momento si continua ad usare il Lato per titoli e articoli. Però nella sezione Rep: c’è un accenno dei nuovi font per titoli e articoli. E questo significa che smanettando un po’ si può sbirciare all’interno dei parametri del font digitale. Non so fino a che punto sia consentito dalle leggi in vigore, ma è praticamente fattibile.
Su Il Post ci sono le schermate delle pagine di Repubblica. L’articolo non dice quasi niente, ma c’è la possibilità di commentare. E i commenti sono interessanti e appassionati. C’è chi è rimasto molto perplesso, e chi invece dice che la modernizzazione è avvenuta in ritardo rispetto ad altri giornali europei.
“A me fa ridere un giornale che della lotta al liderismo ha fatto una sua bandiera abbia dato quel nome al carattere utilizzato”, scrive un utente.
In alcuni commenti qualcuno se la prende col sito, che è difficile da navigare con lo smartphone (forse, ipotizzano, per incentivare la app a pagamento).
Oh, noto ora un’altra cosa a proposito dell’impaginazione sul cartaceo: in alcuni articoli il testo è giustificato, in altri no. Non ho capito in base a quale criterio. Quindi si nota spesso un bordo destro molto frastagliato. Le colonne sono cinque per pagina.
C’è grande spazio per l’infografica: anziché relegare una cartina in un angolo della pagina, c’è la possibilità di inserirla in grande sulla fascia superiore.
Ovviamente qualcuno dice che bisognava lavorare sui contenuti più che sulla grafica. Ma anche lì si annunciano cambiamenti. E si notano anche: invece di ripubblicare articoli su cose che già sono state raccontate su internet, c’è un trafiletto con un breve riassunto di quello che è successo. Di cui l’articolo rappresenta un approfondimento.
Prima la gamba della R era tesa, mentre adesso è serpeggiante. Prima la punta della a, in alto, terminava con un taglio spigoloso, mentre ora c’è la goccia. Le altre lettere non mi pare abbiano subito cambiamenti significativi.
Comunque, quello che è stato cambiato è già abbastanza. Quella R maiuscola balza subito all’occhio, è la lettera più importante di tutto il titolo.
La testata è la parte più importante del quotidiano, e di solito si cambia il meno possibile. Ma comunque si cambia. Se guardiamo la scritta Corriere della Sera di oggi e quella delle origini, solo in apparenza si tratta degli stessi caratteri. In realtà, nel corso degli anni, ci sono stati vari interventi sulla forma delle lettere, ad esempio la punta inferiore della C. Il Messaggero ha conservato il carattere gotico delle origini, ma si tratta di un gotico diverso. La M in origine non aveva tutti quegli svolazzi sulla sinistra (che in effetti non sono standard in molti dei gotici in circolazione, come per esempio l’Old English).
Per quanto riguarda la grafica, i cambiamenti sono molto più radicali. Il giornale si è “webbizzato”, ovvero la prima pagina è stata trasformata per farla somigliare ad un sito web. Tradizionalmente il nome del quotidiano viene scritto al centro, con due pubblicità una a destra e una a sinistra. Adesso invece il nome è stato spostato a sinistra. In maniera tale che a destra c’è una colonna con alcuni editoriali e soprattutto una colonnina grigia con la data, un disegno che rappresenta l’edizione e le previsioni del tempo per Roma e Milano.
La data è scritta bella grossa, col giorno evidenziato in rosso.
Gli indirizzi del giornale sono in basso, a caratteri microscopici (ma questa non è una novità).
La foto d’apertura non considera il margine, e si spinge a sinistra fino al bordo della pagina.
Titoli e articoli sono con i nuovi caratteri Eugenio.
All’interno, l’intestazione delle pagine è stata spostata sul bordo ed è in verticale. Non nel senso che è stata girata l’intera parola: le lettere solo nel verso giusto, solo che la prima è in alto, la seconda subito sotto, e così via. Per cui le parole politica, spettacoli, mondo, sport, si leggeranno dall’alto in basso.
A qualcuno ricordano le insegne dei motel.
I nuovi font sono stati utilizzati in maniera diversa a seconda delle sezioni.
L’Eugenio Serif per i titoli della prima pagina, il Sans per la sezione sportiva, e un Sans sottilissimo per i titoli della sezione spettacoli. I titoli sono quasi trasparenti, invisibili.
E il sito? Al momento si continua ad usare il Lato per titoli e articoli. Però nella sezione Rep: c’è un accenno dei nuovi font per titoli e articoli. E questo significa che smanettando un po’ si può sbirciare all’interno dei parametri del font digitale. Non so fino a che punto sia consentito dalle leggi in vigore, ma è praticamente fattibile.
Su Il Post ci sono le schermate delle pagine di Repubblica. L’articolo non dice quasi niente, ma c’è la possibilità di commentare. E i commenti sono interessanti e appassionati. C’è chi è rimasto molto perplesso, e chi invece dice che la modernizzazione è avvenuta in ritardo rispetto ad altri giornali europei.
“A me fa ridere un giornale che della lotta al liderismo ha fatto una sua bandiera abbia dato quel nome al carattere utilizzato”, scrive un utente.
In alcuni commenti qualcuno se la prende col sito, che è difficile da navigare con lo smartphone (forse, ipotizzano, per incentivare la app a pagamento).
Oh, noto ora un’altra cosa a proposito dell’impaginazione sul cartaceo: in alcuni articoli il testo è giustificato, in altri no. Non ho capito in base a quale criterio. Quindi si nota spesso un bordo destro molto frastagliato. Le colonne sono cinque per pagina.
C’è grande spazio per l’infografica: anziché relegare una cartina in un angolo della pagina, c’è la possibilità di inserirla in grande sulla fascia superiore.
Ovviamente qualcuno dice che bisognava lavorare sui contenuti più che sulla grafica. Ma anche lì si annunciano cambiamenti. E si notano anche: invece di ripubblicare articoli su cose che già sono state raccontate su internet, c’è un trafiletto con un breve riassunto di quello che è successo. Di cui l’articolo rappresenta un approfondimento.
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