Repubblica ha un nuovo carattere

Mercoledì prossimo il quotidiano Repubblica uscirà con una grafica rinnovata. Stamattina è stata pubblicata l’anticipazione del nuovo carattere: si chiama Eugenio, come il fondatore Scalfari, è stato disegnato per Repubblica da Commercial Type, azienda con sedi a New York e Londra fondata da Paul Barnes e Christian Schwartz. La stessa azienda ha tra i suoi clienti il New York Times, il Guardian, Vanity Fair e Wall Street Journal.
I responsabili del nuovo progetto grafico del quotidiano sono Angelo Rinaldi e Francesco Franchi.
Il nuovo “carattere” in realtà sono tre caratteri diversi a cui è stato assegnato lo stesso nome: il Serif, bodoniano usato per la titolazione, il Text, che invece verra utilizzato per i testi degli articoli, e il Sans, un “lineare” usato per le sezioni di Cultura, Sport e Spettacoli.


Tre font diversi, allora? Di più. In una foto sul sito si vede l’Eugenio Serif sia in versione Light che Regular. Possibile che ci siano anche un grassetto e un corsivo ed un grassetto corsivo, ma finora non si sono visti.
Sul sito è stato pubblicato anche uno spot da un minuto, abbastanza inutile, tenuto conto che è fatto di passanti che provano a dire la parola Eugenio. In coda compare anche Scalfari, che quest’anno ha compiuto 93 anni, che dice “Eugenio sono io”.
Sul quotidiano cartaceo oggi è stato pubblicato l’incipit del primo editoriale di Scalfari (1976) scritto sia col carattere attualmente in uso che col carattere che entrerà in uso la settimana prossima. Senza dubbio il nuovo è più leggibile. Occupa anche un po’ più di spazio in orizzontale: la prima riga contiene una sillaba in meno. Comunque nove righe e mezzo di testo col vecchio carattere diventano quasi dieci righe complete del nuovo. Non prendono una riga in più, anche se ingombrano un paio di millimetri in più in altezza.


Noto l’eleganza della nuova g, che ha un bel ciuffetto all’insù, non come nel Playfair ma neanche piatto come nel Times New Roman. Una svolta rispetto al carattere in uso oggi, che era un Egyptian, mi pare, e che era caratterizzato per avere una g ad un solo occhiello, come se fosse un senza grazie, caso molto insolito tra i caratteri con grazie, in controtendenza rispetto a tutti gli altri giornali italiani e non solo.
Se gli articoli passano ad una g a doppio occhiello, il senza grazie invece ha una g ad un occhiello solo. Scelta opposta a quella del Corriere, che adotta un Brera, senza grazie, con g a doppio occhiello.
Niente di particolarmente interessante in quel poco che vedo del Serif e del Text, mentre per il Sans noto varie cose. Prima di tutto mi piace il modo in cui si restringono i tratti dell’occhiello della a. Mi ricorda un po’ il Tw Cen, con la differenza che là la a ha un piano solo mentre nell’Eugenio ne ha due.
Seconda cosa, un must, il puntino sulla i. Nel senza grazie una delle prime cose che osservo è il puntino sulla i: qui è quadrato, come nell’Arial, anziché tondo, come sui cartelli stradali.
Terza cosa, e non me l’aspettavo: la u minuscola non ha la punta dell’asta in basso. È tracciata con un segno continuo, come se fosse una U maiuscola.
Lo standard, se andiamo a guardare Arial, Tahoma o Calibri, è tracciare la maiuscola senza spigoli e la minuscola in due tratti. Qui no, e la scelta è insolita, secondo me.
Uno dei diretti concorrenti di Repubblica, il Corriere della Sera, ha cambiato la veste grafica alcuni anni fa, nel 2007 i testi, nel 2011 anche i titoli.
In quel caso la scelta era stata diversa: due nomi diversi per il carattere con grazie e quello senza. Il primo si chiama Solferino, dal nome della strada dove si trova la sede storica del Corriere (il cui nome ricorda il luogo di una nota battaglia ottocentesca). Il secondo invece prende il nome dal quartiere Brera, in cui si trova la suddetta redazione (il nome deriverebbe da braida = terreno incolto).
I font sono stati utilizzati anche per il sito web del giornale, che allora era scritta in Arial e Georgia, o Palatino e Helvetica, a seconda di quello che si trovava sui computer degli utenti, senza pescare il font dal web.
Una nota dolente: Repubblica è dovuta andare a farsi disegnare un Bodoni tra Londra, New York e il Messico. Non c’era nessuno che poteva farlo in Italia?
Il Corriere invece aveva commissionato i suoi font, tuttora in uso, a Left Loft / Molotro, fondate a Milano (ma con sede anche a New York).
Il disegnatore, in quel caso, era Luciano Perondi (il cui nome si collega anche col Mattioli 1885 e indirettamente col Titillium).
Repubblica finora non ha parlato di restiling del sito web: varie testate (tra cui il Corriere, il Times di Londra e il Guardian) hanno i loro font in uso anche sul web.
Attualmente sul sito di Repubblica si usa il Lato (senza grazie) per titoli e un font residente sul computer dell’utente (Arial, Helvetica Neue, Helvetica, sans-serif) per gli articoli.
E, come al solito, non si parla di costi. Quanto si deve spendere, all’incirca, per farsi disegnare un set di font su misura?

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