Al Volante, Coolvetica, Ray Larabie
Molti caratteri senza grazie usati dai siti di informazione non si notano neanche. Hanno qualche particolarità, ma piccola. Sul sito di Al Volante è difficile non fare caso a come sono impaginati i titoli. C’è una y col tratto discendente che fa una curva completa, una Q con la coda corta e laterale, e soprattutto una t la cui parte inferiore è come fosse una mezza U: l’estremità del tratto curva fino a puntare di nuovo verso l’alto. Dice il sito che si tratta di un font proprio, alv Regular, caricato dal proprio server. A me però la forma della t ricorda molto da vicino il Coolvetica. Rilasciato da Typodermic, si trova in download gratuito su Dafont, con licenza 100% gratis, dice l’etichetta. Il font viaggia sui 900 download giornalieri.
L’Alv Regular è il Coolvetica sotto falso nome? Non proprio. Alcune lettere significative sono diverse. La Q del Coolvetica ha una coda che spunta in basso, ed è ingombrante perché fatta a “u”. Come pure è a “u” il tratto discendente della q minuscola, caratteristica abbastanza bizzarra. Entrambe le caratteristiche spariscono nell’Alv L’ipotesi è che qualche disegnatore abbia preso il Coolvetica, lo abbia ripulito da stranezze e ingombri, e ci abbia fatto il font per la rivista italiana.
Il copyright all’interno del file dice ancora: 1999-2009, Ray Larabie. Per maggiori finormazioni, Larabiefonts.com.
Larabie è l'autore del Coolvetica. Secondo Identifont l’anno di rilascio sarebbe il 2012. Il Coolvetica si trova su da Myfonts, Linotype, Fontspring, Fontbros e Hypefortype (quest’ultimo mai sentito). Myfonts vende il Coolvetica a 12 euro (-1 cent), il pacchetto da 14 font a 78 (-1 c.).
Dell’autore il sito racconta che è un canadese che vive in Giappone. È il fondatore di Typodermic, ha realizzato più di 200 font (gliene manca uno per arrivare a trecento, sembra). Il più rilevante, secondo il sito, è il Coolvetica, seguito da Sui Generis e Korataki (due sans), e dal Superclarendon.
Come dice il nome, il Superclarendon è una interpretazione del noto font ottocentesco. È stato disegnato nel 2007, non ne è stata rilasciata nessuna versione gratuita. Il pacchetto di 8 font sta a 70 euro, uno costa 15 (-1c).
Creative Characters, la newsletter di Myfonts, ha intervistato Larabie nel 2009. Interessante come racconta i suoi primi passi nel design di caratteri, quando faceva i font solo per il gusto di farli senza starsi a preoccupare troppo di kerning e altri dettagli. “Un anno sprecato su un font che non vende è un anno sprecato”, dice all’intervistatore che gli chiedeva se non era meglio lavorarci sopra a lungo, prima di rilasciare il prodotto finito. Secondo lui però il possibile acquirente è imprevedibile: alcuni font su cui puntava poco vengono scaricati molto più di altri sui quali ha lavorato di più. Quindi, meglio non starci a lavorare troppo, col rischio di fare un buco nell’acqua.
Nell’intervista si parla anche di prezzi. I prezzi di Typodermic sono sempre molto bassi. Ovviamente in gran parte dei casi si tratta di font display, che non vanno bene per tutti gli usi ma solo per un uso specifico.
Fontsinuse non ha catalogato nessun uso originale del Coolvetica (ma almeno lo conosce). Il nome di Larabie compare in una ventina di segnalazioni. Il font più ricorrente è lo Steelfish, un senza grazie molto condensato.
L’Alv Regular è il Coolvetica sotto falso nome? Non proprio. Alcune lettere significative sono diverse. La Q del Coolvetica ha una coda che spunta in basso, ed è ingombrante perché fatta a “u”. Come pure è a “u” il tratto discendente della q minuscola, caratteristica abbastanza bizzarra. Entrambe le caratteristiche spariscono nell’Alv L’ipotesi è che qualche disegnatore abbia preso il Coolvetica, lo abbia ripulito da stranezze e ingombri, e ci abbia fatto il font per la rivista italiana.
Il copyright all’interno del file dice ancora: 1999-2009, Ray Larabie. Per maggiori finormazioni, Larabiefonts.com.
Larabie è l'autore del Coolvetica. Secondo Identifont l’anno di rilascio sarebbe il 2012. Il Coolvetica si trova su da Myfonts, Linotype, Fontspring, Fontbros e Hypefortype (quest’ultimo mai sentito). Myfonts vende il Coolvetica a 12 euro (-1 cent), il pacchetto da 14 font a 78 (-1 c.).
Dell’autore il sito racconta che è un canadese che vive in Giappone. È il fondatore di Typodermic, ha realizzato più di 200 font (gliene manca uno per arrivare a trecento, sembra). Il più rilevante, secondo il sito, è il Coolvetica, seguito da Sui Generis e Korataki (due sans), e dal Superclarendon.
Come dice il nome, il Superclarendon è una interpretazione del noto font ottocentesco. È stato disegnato nel 2007, non ne è stata rilasciata nessuna versione gratuita. Il pacchetto di 8 font sta a 70 euro, uno costa 15 (-1c).
Creative Characters, la newsletter di Myfonts, ha intervistato Larabie nel 2009. Interessante come racconta i suoi primi passi nel design di caratteri, quando faceva i font solo per il gusto di farli senza starsi a preoccupare troppo di kerning e altri dettagli. “Un anno sprecato su un font che non vende è un anno sprecato”, dice all’intervistatore che gli chiedeva se non era meglio lavorarci sopra a lungo, prima di rilasciare il prodotto finito. Secondo lui però il possibile acquirente è imprevedibile: alcuni font su cui puntava poco vengono scaricati molto più di altri sui quali ha lavorato di più. Quindi, meglio non starci a lavorare troppo, col rischio di fare un buco nell’acqua.
Nell’intervista si parla anche di prezzi. I prezzi di Typodermic sono sempre molto bassi. Ovviamente in gran parte dei casi si tratta di font display, che non vanno bene per tutti gli usi ma solo per un uso specifico.
Fontsinuse non ha catalogato nessun uso originale del Coolvetica (ma almeno lo conosce). Il nome di Larabie compare in una ventina di segnalazioni. Il font più ricorrente è lo Steelfish, un senza grazie molto condensato.
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