Legature, Kalinowski

Scrive Wikipedia che le legature cominciarono a cadere in disuso con l’avvento della rivoluzione informatica nell’editoria, verso la metà degli anni 80. All’epoca i computer non permettevano di usarle in automatico dove appropriato, e molti font non le includevano proprio. Con l’avvento dei software moderni e degli standard Open Type, le legature stanno riprendendo piede.
Molti programmi, ad esempio i browser, effettuano la sostituzione automatica anche mentre si scrive, senza cambiare le lettere di base di cui è composta la parola.
Una delle più comuni legature è fi.
Normalmente, in parecchi font, l’estremità superiore della f va a interferire col puntino della i successiva. Nella legatura invece il puntino della i sparisce, e la seconda lettera viene sovrastata dall’estremità superiore della prima.
Questa legatura “risulta spesso talmente naturale che un lettore non informato la legge correttamente e scorrevolmente senza neppure rendersene conto”.
Una legatura simile è quella tra f e l. E poi ci sono quelle per la doppia f. Particolarmente interessante la legatura ffi, perché in alcuni font la seconda f è più alta della prima.
Altre legature sono molto più rare (se si esclude la & commerciale che nasce come legatura, ma è diventata un carattere a parte).
A proposito del medioevo, Wikipedia scrive che “nel gotico, le lettere che presentavano il rigonfiamento a destra (b,o,p) e quelle che lo presentavano a sinistra (c,e,o,q) erano scritte con i limiti di tali rigonfiamenti sovrapposti. Mi piacerebbe vedere qualche esempio, ma il sito non cita nessuna fonte.
Il sito Sguardo Sul Medioevo ha un articolo molto dettagliato sulle abbreviazioni che venivano utilizzate nel medioevo. Più che di legature si parla proprio di lettere strane, che venivano formate con una lettera di base a cui venivano aggiunte barre, ricci, tildi e quant’altro per riassumere una sillaba o un’intera parola.
I copisti medievali avevano problemi di spazio: il materiale per scrivere scarseggiava, bisognava ottimizzare le risorse il più possibile. Il risultato sono testi di difficilissima interpretazione per noi moderni (e anche all’epoca si presupponeva un lunghissimo studio prima di essere capaci di interpretare i manoscritti che erano in circolazione).
Il sito in questione è interessante anche dal punto di vista tipografico. Il testo dell’articolo ha un aspetto insolito, che salta all’occhio. Che cos’è? Taviraj Regular, carattere di cui non ho mai sentito parlare, ma che viene pescato dai server di Google.
Ancora più strano il font usato per il titolo del blog e per i link alle varie sezioni. Sembra che le lettere siano tracciate con un calamo (anche se a dire la verità non hanno un aspetto troppo antico).
Si tratta del Medieval Sharp, anche questo sconosciuto, eppure pescato dai server di Google.
È l’unico font di Google che contiene la parola medieval nel nome.
È usato in 16 mila siti web, scrive il sito (che però non permette di sapere quali sono).
Il disegnatore è un tale Wojciech Kalinowski. Creato nel 1995, usato dall’autore per fare iscrizioni sulla pietra. Basato su lettere gotiche, dice lui, convertito in digitale nel 2010.
Non è il font più trendy dello stesso autore: al primo posto Google ci mette il Nova Slim, seguito da Nova Square, Nova Mono, Nova Round e Nova Flat.
Si tratta di una famiglia di senza grazie dalle forme molto insolite. La e ha il trattino centrale in salita, la M ha una forma un po’ Bauhaus, ma con le estremità tagliate in obliquo.
La famiglia Nova comprende anche un Oval, dalla forma ovale e uno Script, italico.
Alle forme medievali invece si ispira il Modern Antiqua, dello stesso autore. 

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