Luciano Perondi, Ellmer Stefan e il metodo Panose
Tra i progettisti di caratteri tipografici contemporanei mi sono imbattuto spesso nel nome di Luciano Perondi. È la persona che ha progettato i caratteri del Sole 24 Ore e del Corriere della Sera, dei libri di Mattioli 1885, nonché coordinatore del progetto Titillium, da cui è nato un senza grazie che è stato adottato dalla Pubblica Amministrazione italiana.
Sul sito dell’Isia di Urbino (Istituto Superiore per le Industrie Artistiche) c’è una sua scheda biografica che resta abbastanza vaga: non ci sono i nomi dei font progettati da lui, si parla di “diversi caratteri tipografici per quotidiani, per editoria, per sistemi di segnaletica e di identità”. Quale segnaletica? Quali sistemi di identità? Boh.
Il sito fornisce anche la presentazione dei programmi dei corsi tenuti da Perondi presso l’istituto.
Il nome di Perondi compare anche tra gli autori del font Biancoenero, messo a punto per la Biancoenero edizioni, progettato per facilitare la lettura ai dislessici, gratuito per chi ne fa un uso non commerciale.
Perondi ha anche un account su Twitter, collegato sia con Synsemia-@alpacaprojects che con la fonderia Cast.
Gli ultimi aggiornamenti sono di pochi giorni fa, in gran parte retweet di altre persone.
Interessante un tabellone twittato dal norvegese Ellmer Stefan, che riassume il metodo di classificazione dei caratteri Panose.
Il metodo, ideato negli anni 80, prevede di associare ad ogni caratteristica un numero. Secondo Wikipedia il Times New Roman corrisponderebbe a 2263545234, nella versione 1.0 del sistema.
Negli anni 90 si discuteva su come utilizzare il Panose su internet, per sostituire un font con un altro dalle stesse caratteristiche: invece di scrivere nel codice di una pagina il nome dei font da pescare, seguito magari da un generico ‘serif’ o ‘monospace’, ci si potrebbe mettere il codice del carattere da inserire. È stato mai utilizzato? Viene utilizzato? A me pare di no, ne sento parlare adesso per la prima volta.
Wikipedia scrive che è supportato da vari formati di font, tra cui TruType, ed è anche usato nelle specifiche del Rich Text Format.
Per tornare ad Ellmer Stefan, per tutto l’anno scorso ha diffuso i suoi font display dal suo sito, The Pyte Foundry, ciascuno in download gratuito per una settimana.
Sull’account Twitter posta ogni tanto immagini di lettere curiose. L’ultimo aggiornamento risale al novembre scorso.
Sul sito dell’Isia di Urbino (Istituto Superiore per le Industrie Artistiche) c’è una sua scheda biografica che resta abbastanza vaga: non ci sono i nomi dei font progettati da lui, si parla di “diversi caratteri tipografici per quotidiani, per editoria, per sistemi di segnaletica e di identità”. Quale segnaletica? Quali sistemi di identità? Boh.
Il sito fornisce anche la presentazione dei programmi dei corsi tenuti da Perondi presso l’istituto.
Il nome di Perondi compare anche tra gli autori del font Biancoenero, messo a punto per la Biancoenero edizioni, progettato per facilitare la lettura ai dislessici, gratuito per chi ne fa un uso non commerciale.
Perondi ha anche un account su Twitter, collegato sia con Synsemia-@alpacaprojects che con la fonderia Cast.
Gli ultimi aggiornamenti sono di pochi giorni fa, in gran parte retweet di altre persone.
Interessante un tabellone twittato dal norvegese Ellmer Stefan, che riassume il metodo di classificazione dei caratteri Panose.
Il metodo, ideato negli anni 80, prevede di associare ad ogni caratteristica un numero. Secondo Wikipedia il Times New Roman corrisponderebbe a 2263545234, nella versione 1.0 del sistema.
Negli anni 90 si discuteva su come utilizzare il Panose su internet, per sostituire un font con un altro dalle stesse caratteristiche: invece di scrivere nel codice di una pagina il nome dei font da pescare, seguito magari da un generico ‘serif’ o ‘monospace’, ci si potrebbe mettere il codice del carattere da inserire. È stato mai utilizzato? Viene utilizzato? A me pare di no, ne sento parlare adesso per la prima volta.
Wikipedia scrive che è supportato da vari formati di font, tra cui TruType, ed è anche usato nelle specifiche del Rich Text Format.
Per tornare ad Ellmer Stefan, per tutto l’anno scorso ha diffuso i suoi font display dal suo sito, The Pyte Foundry, ciascuno in download gratuito per una settimana.
Sull’account Twitter posta ogni tanto immagini di lettere curiose. L’ultimo aggiornamento risale al novembre scorso.
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