Neplus Ultra
L’altro giorno giravo tra i pesanti Futura Black e Braggadocio, oggi mi sono imbattuto nel Neplus Ultra, che stava abbastanza in evidenza sul sito di Typekit. Sul sito non ci sono tag chiari, ma filtri. Classificazione: decorativo. Raccomandazione: intestazioni. Peso: pesante. Altezza della x: alta. Contrasto: basso. E cose del genere.
L’autore è un tale Mark Caneso, che nella foto appare un giovane sorridente. La fonderia è la pstype, la sua. Nata nel 2008, basata nel sud della california.
I font disponibili sono otto. Quattro senza grazie, un paio con grazie, un inline condensato.
Fontsinuse non segnala nessun uso del Neplus. Non lo ha proprio mai sentito nominare. I font non si trovano su Myfonts, ma su Fontshop sì.
Le lettere sono di quelle che fanno felici i produttori di inchiostro per stampanti. Dei blocchi compatti, dove gli spazi vuoti sono realizzati con sottili lineette bianche. Le lettere più strane sono la M maiuscola, non troppo riuscita, secondo me, e la g minuscola, arricciata in maniera un po’ insolita.
A differenza del Futura Black, non si tratta di uno stencil, visto che gli spazi bianchi all’interno delle lettere sono separati dall’esterno.
Il nome è una variante della frase latina “non plus ultra” (talvolta scritta “nec plus ultra” o, appunto, “ne plus ultra”), che vuol dire “non più oltre”. Secondo la leggenda, la frase si trovava incisa sulle Colonne d’Ercole, e indicava il punto oltre il quale non si poteva andare. Nel caso di questo font, l’autore intende sottolineare il fatto che non si può disegnare un tipo di carattere più pesante di questo.
Sul sito ufficiale c’è qualche interessante specimen dello Hatch, che forse al regolare può un po’ spiazzare, ma al corsivo è molto interessante, con parecchie curve morbide. Il costo è di 99 dollari per 8 font (quattro pesi regolari e relativo corsivo).
La fonderia rappresenta il settore tipografico del Pprwrk studio. Il quale ha una pagina coloratissima, piena di scritte calligrafiche, svolazzanti, che sprizzano entusiasmo da tutte le parti. E con tutto ciò, la fonderia non ha mai realizzato nessun calligrafico (meno male, ce ne sono fin troppi, per quanto mi riguarda).
L’autore è un tale Mark Caneso, che nella foto appare un giovane sorridente. La fonderia è la pstype, la sua. Nata nel 2008, basata nel sud della california.
I font disponibili sono otto. Quattro senza grazie, un paio con grazie, un inline condensato.
Fontsinuse non segnala nessun uso del Neplus. Non lo ha proprio mai sentito nominare. I font non si trovano su Myfonts, ma su Fontshop sì.
Le lettere sono di quelle che fanno felici i produttori di inchiostro per stampanti. Dei blocchi compatti, dove gli spazi vuoti sono realizzati con sottili lineette bianche. Le lettere più strane sono la M maiuscola, non troppo riuscita, secondo me, e la g minuscola, arricciata in maniera un po’ insolita.
A differenza del Futura Black, non si tratta di uno stencil, visto che gli spazi bianchi all’interno delle lettere sono separati dall’esterno.
Il nome è una variante della frase latina “non plus ultra” (talvolta scritta “nec plus ultra” o, appunto, “ne plus ultra”), che vuol dire “non più oltre”. Secondo la leggenda, la frase si trovava incisa sulle Colonne d’Ercole, e indicava il punto oltre il quale non si poteva andare. Nel caso di questo font, l’autore intende sottolineare il fatto che non si può disegnare un tipo di carattere più pesante di questo.
Sul sito ufficiale c’è qualche interessante specimen dello Hatch, che forse al regolare può un po’ spiazzare, ma al corsivo è molto interessante, con parecchie curve morbide. Il costo è di 99 dollari per 8 font (quattro pesi regolari e relativo corsivo).
La fonderia rappresenta il settore tipografico del Pprwrk studio. Il quale ha una pagina coloratissima, piena di scritte calligrafiche, svolazzanti, che sprizzano entusiasmo da tutte le parti. E con tutto ciò, la fonderia non ha mai realizzato nessun calligrafico (meno male, ce ne sono fin troppi, per quanto mi riguarda).
Sul sito c’è anche un form per chi vuole richiedere un lettering personalizzato. Nessuna informazione, ma una richiesta precisa: “Qual’è il budget che avete a disposizione per questo progetto?”
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