Source
Col nome Source ci sono tre tipi di carattere su Google Fonts: Source Sans (12 stili), Source Serif (3), Source Code (7). Il primo e l’ultimo risultano disegnati da Paul D. Hunt, l’altro è a nome Frank Griesshammer. Di Hunt sul sito non c’è nessuna biografia. Il Source Sans sarebbe la prima famiglia open source della Adobe. Disponibile in versione extra-light, light, regular, semi-bold, bold e black, e relativi italici.
Il Source Code è stato disegnato dopo, a seguito delle richieste di una versione monospace per i programmatori. È disponibile nei sei pesi di base a cui si aggiunge il medium, ma mancano le versioni corsive. Nonostante tutto, supporta varie lingue diverse che usano l’alfabeto latino, e la didascalia dice che ci si attende l’aggiunta di greco e cirillico.
E il source serif? A quanto pare anche questo proviene dalla Adobe. Del disegnatore sul sito di Google non c’è neanche la foto. Il link rimanda alla pagina degli sviluppatori, che non contiene grafica né parole amichevoli per i visitatori. In gran parte si tratta delle istruzioni informatiche per maneggiare i file. Ma c’è anche un link ad una pagina in cui c’è lo specimen editabile di tutti i font.
Da cui sappiamo che il greco e il russo sono già supportati, per lo meno dal Source Serif.
Una biografia di Paul Hunt è disponibile sul sito dell’Adobe. Da cui sappiamo che ha iniziato a lavorare presso la fonderia P22, prima di ottenere vari titoli di studio e passare alla Adobe nel 2009. Alla quale avrebbe lavorato al Source Sans, al Source Code e ad un paio di famiglie di alfabeti asiatici.
Adobe fornisce anche la biografia e la foto di Griesshammer, il quale ha studiato anche a Firenze, in Italia. Ha fatto parte di Adobe fino al 2011, lavorando, sembra, solo al Source Serif.
A dispetto della prima impressione, Griesshammer è il più socievole, nel senso che ha un profilo su Twitter che aggiorna varie volte al mese. L’ultimo tweet, di cinque giorni fa, mostra la foto della facciata del Museo Gutenberg di Las Vegas, una palazzina di due piani con un graffito a caratteri gotici al disopra delle porte d’ingresso.
Di Griesshammer Myfonts ha tre tipi: Quixo, in 24 stili, con grazie distribuito da FontFont; HWT Tuscan Extended, Hamilton Wood Type Foundry, antico carattere decorativo che qualcuno chiama circense; e Stempel Elan.
Quest’ultimo è uno script col tratto a larghezza fissa che ricorda quello che in Italia veniva diffuso col nome di Veltro. La Nebiolo lo commercializzò a partire dal 1934, mentre in Germania c’erano il Signal e l’Energos che avevano caratteristiche simili. Mi pare che nessuno di questi sia stato digitalizzato.
Lo Stempel Elan, pubblicato da Linotype, si presenta come revival di un carattere del 1937.
Infatti tra gli autori, oltre a Griesshammer, viene nominato un tale Hans Karl Gustav Mohring, attivo a partire dall’inizio degli anni 20, e il cui nome non compare in altri font presenti sul sito.
Il Source Code è stato disegnato dopo, a seguito delle richieste di una versione monospace per i programmatori. È disponibile nei sei pesi di base a cui si aggiunge il medium, ma mancano le versioni corsive. Nonostante tutto, supporta varie lingue diverse che usano l’alfabeto latino, e la didascalia dice che ci si attende l’aggiunta di greco e cirillico.
E il source serif? A quanto pare anche questo proviene dalla Adobe. Del disegnatore sul sito di Google non c’è neanche la foto. Il link rimanda alla pagina degli sviluppatori, che non contiene grafica né parole amichevoli per i visitatori. In gran parte si tratta delle istruzioni informatiche per maneggiare i file. Ma c’è anche un link ad una pagina in cui c’è lo specimen editabile di tutti i font.
Da cui sappiamo che il greco e il russo sono già supportati, per lo meno dal Source Serif.
Una biografia di Paul Hunt è disponibile sul sito dell’Adobe. Da cui sappiamo che ha iniziato a lavorare presso la fonderia P22, prima di ottenere vari titoli di studio e passare alla Adobe nel 2009. Alla quale avrebbe lavorato al Source Sans, al Source Code e ad un paio di famiglie di alfabeti asiatici.
Adobe fornisce anche la biografia e la foto di Griesshammer, il quale ha studiato anche a Firenze, in Italia. Ha fatto parte di Adobe fino al 2011, lavorando, sembra, solo al Source Serif.
A dispetto della prima impressione, Griesshammer è il più socievole, nel senso che ha un profilo su Twitter che aggiorna varie volte al mese. L’ultimo tweet, di cinque giorni fa, mostra la foto della facciata del Museo Gutenberg di Las Vegas, una palazzina di due piani con un graffito a caratteri gotici al disopra delle porte d’ingresso.
Di Griesshammer Myfonts ha tre tipi: Quixo, in 24 stili, con grazie distribuito da FontFont; HWT Tuscan Extended, Hamilton Wood Type Foundry, antico carattere decorativo che qualcuno chiama circense; e Stempel Elan.
Quest’ultimo è uno script col tratto a larghezza fissa che ricorda quello che in Italia veniva diffuso col nome di Veltro. La Nebiolo lo commercializzò a partire dal 1934, mentre in Germania c’erano il Signal e l’Energos che avevano caratteristiche simili. Mi pare che nessuno di questi sia stato digitalizzato.
Lo Stempel Elan, pubblicato da Linotype, si presenta come revival di un carattere del 1937.
Infatti tra gli autori, oltre a Griesshammer, viene nominato un tale Hans Karl Gustav Mohring, attivo a partire dall’inizio degli anni 20, e il cui nome non compare in altri font presenti sul sito.
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