Tipotype
Interessante come è strutturata la prima pagina di Tipotype. In alto ci sono alcune diapositive colorate che scorronono, con alcuni dei caratteri in evidenza. In basso invece c’è una tabella fissa, con nove tipi diversi, per ognuno dei quali sono stati scelti tre o quattro lettere rappresentative. In maniera tale che si può avere una visione d’insieme delle particolarità di ogni carattere. L’Economica è un senza grazie con la g a doppio livello ma con l’occhiello inferiore aperto sulla sinistra. La t e la i del Salinas si legano insieme. Il Rogliano ha gli svolazzi nelle maiuscole. Il Brother 1816 ha la R con la gamba che va a sottolineare la o. L’Aromo ha un’elegante legatura tra c e t.
Il più particolare di tutti è l’Agata, decorativo, dove le lettere hanno i tratti più spessi vuoti all’interno ma decorati con delle foglioline stilizzate (ma ne esiste anche una versione coi tratti pieni e un altra con i tratti vuoti.
Le disegnatrici sono due: Lucìa Ronderos e Micaela Novarini. Un cognome italiano vicino ad uno spagnolo a cosa fa pensare? Le due hanno studiato disegno grafico all’Universidad Nacional de la Plata in Argentina. Il sito fornisce un paio di righe di biografia e le loro foto. A quanto pare hanno disegnato solo l’Agatha, che ha vinto un premio due anni fa.
Sul sito è possibile testare il font grazie ad un apposito meccanismo che non ho mai visto prima. Mentre su Myfonts e siti simili viene proposta all’utente un’immagine con la scritta in questione, su Tipotype viene usato proprio il font in questione. Ma non caricandolo dal server, come è normale ovunque. Nel senso che andando ad analizzare l’elemento con l’apposito strumento di Firefox, il browser risponde che il font usato è installato nel sistema in uso. Anche se nel sistema in uso non c’è. Mai saputo che esistesse un meccanismo simile, e al momento non ho ancora capito come funziona.
Il più particolare di tutti è l’Agata, decorativo, dove le lettere hanno i tratti più spessi vuoti all’interno ma decorati con delle foglioline stilizzate (ma ne esiste anche una versione coi tratti pieni e un altra con i tratti vuoti.
Le disegnatrici sono due: Lucìa Ronderos e Micaela Novarini. Un cognome italiano vicino ad uno spagnolo a cosa fa pensare? Le due hanno studiato disegno grafico all’Universidad Nacional de la Plata in Argentina. Il sito fornisce un paio di righe di biografia e le loro foto. A quanto pare hanno disegnato solo l’Agatha, che ha vinto un premio due anni fa.
Sul sito è possibile testare il font grazie ad un apposito meccanismo che non ho mai visto prima. Mentre su Myfonts e siti simili viene proposta all’utente un’immagine con la scritta in questione, su Tipotype viene usato proprio il font in questione. Ma non caricandolo dal server, come è normale ovunque. Nel senso che andando ad analizzare l’elemento con l’apposito strumento di Firefox, il browser risponde che il font usato è installato nel sistema in uso. Anche se nel sistema in uso non c’è. Mai saputo che esistesse un meccanismo simile, e al momento non ho ancora capito come funziona.
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