I libri più piccoli, il Museo della Stampa di Tokio

Nel 2014 il Daily Mail ha postato un articolo sul libro più piccolo della storia. Stamparlo (o meglio inciderlo) era costato 15 mila dollari, le dimensioni erano minori di quelle di un capello. Poteva essere letto solo con un microscopio elettronico. A dire la verità non si tratta di un libro inteso come un insieme di fogli rilegati. Le trenta pagine di cui si compone erano state stampate (incise, in realtà) una di fianco all’altra, in sei righe da cinque pagine l’una, su un’unica superficie. In pratica si possono vedere tutte con un unico colpo d'occhio.
Si intitola Teeny Ted from Turnip Town. La particolarità è che le parole non sono scritte in un normale carattere tipografico, ma sono realizzate incastrando le lettere una nell’altra. In pratica ogni riga è un unico rettangolo senza interruzioni. Le varie lettere sono ottenute con segmenti rettilinei che ne disegnano il contorno. Anche gli spazi all’interno delle lettere sono ridotte a semplici segmenti rettilinei. Ma non si è deciso di metterle in successione da sinistra a destra. Talvolta bisogna leggerne una nella metà superiore, poi due nella metà inferiore, poi quella alla loro destra, che comincia alla pari con il tratto iniziale della T che segue, poi tre lettere sotto l’altro braccio della T, di cui una, una d, chiude a destra le altre due e così via. Insomma, la lettura non è troppo agevole.
L’assenza di linee curve è forse necessaria per via degli strumenti necessari a realizzare un testo in quelle dimensioni. L’idea di accavallare le lettere una sull’altra potrebbe essere stata una trovata artistica, oppure una soluzione per economizzare spazio e lavoro, mettendo in comune un numero maggiore di righe tra le varie lettere.
Il lato lungo è di un decimo di millimetro (sembra di capire: la somma dei lati lunghi delle sei file di pagine).
Il libro ha il suo codice Isbn riservato. Il costo di realizzazione è stato, nel 2007, di 15 mila dollari. Un utente del sito commenta “che spreco di soldi!”.
Il libro ha una pagina a sé su Wikipedia, che però non dice dove si trova ora (il laboratorio che lo ha realizzato è canadese). Nel 2012 ne è stata realizzata anche una versione cartacea.
Un altro giornale britannico, il Telegraph, nel 2013 ha mostrato la foto di un minuscolo libro di 22 pagine realizzato in Giappone dalla Toppan Printing.Anche questo si contende il titolo di libro più piccolo del mondo, ma in questo caso si tratta di un libro cartaceo, sfogliabile, più piccolo della cruna di un ago. In ogni pagina c’è l’illustrazione di un fiore e il suo nome. Il titolo è Shiki no Kusabana, cioè Fiori di Stagione. Il libro era in mostra nel museo della Toppan a Tokio, ed era in vendita per poco più di 200 sterline, inclusa una lente di ingrandimento e una copia più grande. (Su internet si trovano foto di libri del genere in vendita, con eleganti cofanetti nei quali si trova anche la lente, col manico poco più lungo del libro).
La tecnica usata per la stampa è la stessa che si usa sulle banconote per prevenire falsificazioni.
Qui ogni pagina è grande tre quarti di millimetro. Ogni tratto sarebbe largo un centesimo di millimetro.
Il museo della stampa messo in piedi dalla Toppan a Tokyo ha una sua pagina web in lingua inglese.
Una visione fotografica di insieme si può avere sul sito Letterpresser. Le foto le ha scattate un designer londinese (direttore artistico della Sony), che lo ha visitato nel 2012.
L’inglese si aspettava di trovare un posto affollatissimo, e invece era il solo visitatore. Le foto sono state scattate con la coscienza sporca di chi sa di non poterlo fare, ma ovviamente sono un forte incentivo a visitare il museo, altrimenti non troppo conosciuto.
Il blogger è rimasto colpito dalla riproduzione della bibbia di Gutenberg. A me colpisce la riproduzione dei caratteri mobili in metallo che Gutenberg doveva aver usato per stamparla.
“Un grande-piccolo museo”, scrive il designer inglese, “che non vale il viaggio fino al Giappone, ma se uno si trova già lì raccomando di visitarlo”,.
Il sito del museo è un po’ uno-punto-zero (html statico, coi link colorati in blu e sottolineati, pagina a larghezza fissa). Avrebbe bisogno di una rinfrescata, ma qualche spunto interessante ci si trova pure. Ad esempio, c’è una piccola anteprima di una pagina delle Opere di Jeoffrey Chaucer, stampato nel diciannovesimo secolo dalla Kelmscott Press di William Morris, considerato uno dei tre libri più belli del mondo. È un libro a stampa, ma è impaginato come fosse un libro medievale miniato.

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