Indipendent

I titoli del sito dell’Indipendent si fanno notare. Senza grazie, puntino sulla i tondo, l che curva in basso. E g particolare: a doppio livello, con l’anello inferiore aperto, e con l’orecchio teso verso l’alto, che si allarga all’estremità. È il Fira Sans, disegnato da Erik Spiekermann e Ralph du Carrois nel 2016, influenzato dall’FF Meta (che è forse il più famoso dei lavori di Spiekermann). Non è in vendita su Myfonts, ma si scarica dal sito di Carrois.
Gratuitamente: si tratta infatti di un font open source realizzato per Mozilla. Disponibile in tante versioni diverse, alcune delle quali con g ad un solo anello.
Si scarica anche da Google in quattro versioni: sans, condensed, extra condensed e mono. Le prime tre hanno 18 stili ciascuna.
Il sito dell’Indipendent non lo pesca da Google ma dal proprio server. Il sito lo attribuisce allo studio Carrois Apostrophe, fondato nel 1975 a Berlino.
Il Fira è stato realizzato per il sistema operativo Mozilla Firefox Os. Il nome di Mozilla è collegato anche ad un altro font, che viene usato sui siti dell’azienda: il Zilla One, anche questo disponibile su Google.
La Carrois al momento sta lavorando anche agli smart plugin dell’editor Glyphs, che serve a disegnare i font e può essere scaricato gratuitamente dal sito web in prova completa per 30 giorni, ma la cui licenza costa 250 euro (-0.10c).
Alcuni titoli di quest’ultimo sito sono realizzati in un font che viene chiamato G-raublau Slab, mentre i testi sono in G-raublau Sans. Che dovrebbe essere il Graublau, disegnato nel 2008 da Georg Seifert, pubblicato da Fdi. Che non è un partito politico, ma un’altra fonderia tedesca, fondata da Ralf Hermann e Partner, che ha 11 font su Myfonts. Di cui il più rilevante è proprio il Graublau, che si riconosce per una Q dalla coda lunga, che va a sottolineare quasi tutta la u successiva.
Più in basso ci sono un Elfen Fraktur, gotico sottile a spessore costante, un Hooptie Script, che è una specie di Magneto, e Fdi Tierra Nueva, composta da quattro diversi font trovati su una mappa spagnola dell’America del 1562. Grazie oblique, e tag “pirate”.
Per tornare all’Indipendent, il testo degli articoli è scritto in Indy Serif.
Che roba è? A quanto pare non si trova in commercio, deve essere un lavoro personalizzato. Ma fatto da chi? Invece di andare a sbirciare all’interno del file, faccio una ricerca sul web. E viene fuori una pagina di Dandad (la British Design & Art Direction, un’associazione di designers attiva dal 62 a Londra), che parla del set di caratteri disegnato dall’agenzia A2/Sw/Hk per il giornale britannico.
Il lavoro comprendeva un serif in tre pesi (regolare, medio e bold, con relativi italici), un sans (light, bold e Heavy), un sans condensed (light, medium e bold), più un Hairline Display e qualche simbolo.
I disegnatori sono Henrik Kubel e Scott Williams (le cui iniziali compaiono nella sigla dell’agenzia).
Già che ci sto, faccio un salto sul sito dell’Irish Independent, che condivide il nome col giornale britannico ma non ha nulla a che vedere. Qui la scelta dell’impaginazione del sito è molto più classica: Georgia per titoli e articoli, Open Sans per etichette e link ad altri articoli.

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