Ludwig & Mayer

Fonderia tedesca, attiva dal 1925 al 1984.
Tra i vari disegnatori importanti che vi hanno lavorato, il più noto è Erbar, autore del Koloss.
Due dei tipi di carattere prodotti, Dominante e Life, risalenti a fine anni Cinquanta – inizio Sessanta, sono collegati con l’italiana Simoncini, che ne produceva la versione per linotype.
Sulla pagina di Wikipedia tutti i nomi sono in blu, ma in gran parte si tratta di redirect alla pagina stessa della fonderia.
Erbar è noto per avere disegnato l’Erbar Book, uno dei primi sans serif geometrici, che anticipa il Futura di Renner e il Kabel di Koch di circa cinque anni.
La a era ancora a due livelli, ma l’occhiello era pressochè circolare, molto panciuto. La t invece era già con asta rettilinea, senza curva in basso, ma non proprio cruciforme: la parte di asta che spunta in alto è molto lunga, e ha il tetto spiovente. Anche i tratti ascendenti delle altre lettere, h, d, f, sono molto lunghi.
E la Q ha la coda orizzontale sulla linea di base, caratteristica su cui mi sono soffermato su questo blog vari giorni fa, soffermandomi sui font gratuiti di Google (Josephine in testa), senza nominare Erbar.
L’Erbar risale al 1926 (i primi disegni risalgono al ’14, le maiuscole sono state rilasciate nel ’22). Il Kabe di Koch è del 1927, ma qui la coda della Q è obliqua, e parte dal bordo della lettera verso l’esterno.
Tra i collaboratori di Ludwig e Mayer compare anche Karlgeorg Hoefer, più conosciuto per avere inventato i caratteri delle targhe automobilistiche tedesche. Per la fonderia invece aveva disegnato un Elegance di cui si sa ben poco, se non che è uno script a cui una decina di anni fa si è ispirato il Sincerely di Canada Type.
Dei due tipi in cui compare il nome di Simoncini non si sa quasi niente. Il Dominante doveva essere un graziato molto particolare, disegnato da Johannes Schweitzer, mentre il Life è praticamente un Times.
Quest’ultimo si vende ancora, a 20 dollari (-5c) sul sito di You Work For Them, fonderia Urw.
Qui la coda della Q rimane nelle vicinanze della linea di base, senza scendere troppo come nel Times.
Fontsinuse si è imbattuto 15 volte nel Permanent, 13 nell’Erbar, 11 nel Romana, 8 nel Phosphor.
Il Permanent è una specie di Impact, senza grazie condensato.
Il Romana risale invece al 1860, ha una R come quella dell’italiano Raffaello (di cui sul web si sono pressoché perse le tracce).
Il Phosphor è un inline. I tratti sono attraversati da una linea chiara, che non arriva fino in punta. In pratica è come se delle lettere sottili fossero incorniciate da tutti i lati da un bordo molto spesso. Veniva usato ai tempi della repubblica di Weimar su certi coupon che si possono vedere sul sito (insieme a vari caratteri gotici).
L’unico font ad avere una pagina su Wikipedia (in inglese) è l’Allegro. Il nome non si riferisce all’Italia direttamente, ma è una citazione musicale. Le lettere infatti hanno qua e là dei pallini che ricordano le note musicali sugli spartiti. L’enciclopedia online parla di “ball terminals and swashes suggesting music” e nota anche che al posto dei tratti sottili c’è talvolta una interruzione, che produce un effetto simile allo stencil.
È stato digitalizzato da Bitstream.

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