Medievali
I font medievali vanno ancora molto di moda, specie in un paese come l’Italia pieno di ristoranti caratteristici e rievocazioni storiche. Ma quali sono i font più rappresentativi, più collegati all’idea di medioevo?
Ho provato a porre la domanda al sito di Myfonts, ma la risposta è stata un po’ deludente.
In testa alla lista che si ottiene cercando i font taggati “medieval” ci finisce l’Orpheus Pro, di Canada Type. Che è un elegante tipo di carattere romano che si ispira a un disegno degli anni 20 del Novecento. Tocchi calligrafici, cancellereschi, perfino medievali, ma si tratta comunque di un carattere moderno. Ha una medaglia di Myfonts Rising Star.
Al secondo posto Esmeralda Pro, di Sudtipos. Che dichiara forte influenza delle Capitalis Monumentalis, ancora qui romano tradizionale, anche se le curve sono molto rifinite.
Al terzo posto ci si trova il Fantasy, di Typesenses. Carattere decorativo, con delle righe che affiancano le aste a renderlo quasi tridimensionale. Magia, amore, Natale, cuoricini vari.
Più giù c’è il Baboon, lettere maiuscole, wood type, nulla a che vedere col medioevo.
L’Oronteus Finaeus mette un’antica cartina nello specimen. Le lettere hanno la linea di contorno ondulata, a simulare la stampa su carta ruvida. Prende il nome da una mappa del 1531, da cui è stato ricalcato.
L’Olicana di Gtype è un corsivo abbastanza moderno, ma con una bella d variant ad asta curva e arricciata su sé stessa.
L’Espinosa Nova, di Estudio Ch, è ancora un romano, ispirato alle stampe di Antonio De Espinosa, stampatore messicano del sedicesimo secolo. L’aspetto è quello degli incunaboli, ma non è granché sorprendente, tenuto conto di quanto poco è cambiata la forma delle lettere da allora ad oggi. Interessanti i vari font che fanno parte della famiglia. Gli ornaments contengono le mitiche manine, e foglie e nodi da mettere attorno ai testi. La Rotunda Bold è una specie di blackletter. Ben quattro Capitular, con le iniziali nel quadrato o senza, con decorazioni floreali o senza, sono fondamentali per dare al testo un aspetto antico. Bello, di qualità.
Nelson, di Laura Worthington, è un inline un po’ corroso. Negli specimen c’è un locale tex-mex o un manifesto turistico delle isole Hawaii.
Il Kidnapped At Old Times, di Intellecta Design, è inconfondibile. Composto da tante iniziali in stile diverso, come se un rapitore avesse composto il messaggio di richiesta del riscatto non con ritagli di giornale ma con ritagli di antichi manoscritti.
Il Mason, di Emigre, può essere usato per le copertine di manuali di giochi di ruolo, con le forme insolite delle lettere. La n è fatta come una p greca, la M poggia su tre colonne. Disponibile con grazie o senza. Quattro stili.
Solo più in basso si trovano i blackletter, più accurati come quelli di Gutenberg o più moderni da libro fantasy.
C’è pure il Vox Populi, che ricalca una traduzione del diciassettesimo secolo di un poema epico greco. Bello, dà proprio la sensazione dell’inchiostro liquido intinto nel calamaio.
Di utilizzabile per un insegna di ristorante, o il manifesto di una rievocazione storica non c’è niente, nella top ten. Anche se di cose interessanti se ne trovano comunque.
Diverso è lo scenario che ci si trova davanti se si va su Dafont. Qui, dove ci sono font gratuiti 100% o in prova gratuita, cliccando sulla categoria “medievale” vengono fuori praticamente solo caratteri gotici.
Da Old London e Cloister Black che sono praticamente versioni dell’Old English, al Germanica, che invece si rifà al gotico moderno tedesco.
L’unica eccezione nella top 20 è il Cardinal, di Dieter Steffman, che invece è fatto di lettere romane, seppure piene di riccioli e svolazzi. Peccato che non c’è nessuna didascalia a spiegare da dove ha preso ispirazione.
Su Dafont la categoria “medievale” fa parte di “gotico”. Ciononostante, sotto la stessa etichetta c’è “celtico”, dove ci finiscono anche i vari onciali, e “varie”, dove ci finiscono quelli più indefinibili, tipo il Black Chancery. O il Pieces Of Eight, che fa il verso alla locandina di Pirati dei Caraibi.
Ho provato a porre la domanda al sito di Myfonts, ma la risposta è stata un po’ deludente.
In testa alla lista che si ottiene cercando i font taggati “medieval” ci finisce l’Orpheus Pro, di Canada Type. Che è un elegante tipo di carattere romano che si ispira a un disegno degli anni 20 del Novecento. Tocchi calligrafici, cancellereschi, perfino medievali, ma si tratta comunque di un carattere moderno. Ha una medaglia di Myfonts Rising Star.
Al secondo posto Esmeralda Pro, di Sudtipos. Che dichiara forte influenza delle Capitalis Monumentalis, ancora qui romano tradizionale, anche se le curve sono molto rifinite.
Al terzo posto ci si trova il Fantasy, di Typesenses. Carattere decorativo, con delle righe che affiancano le aste a renderlo quasi tridimensionale. Magia, amore, Natale, cuoricini vari.
Più giù c’è il Baboon, lettere maiuscole, wood type, nulla a che vedere col medioevo.
L’Oronteus Finaeus mette un’antica cartina nello specimen. Le lettere hanno la linea di contorno ondulata, a simulare la stampa su carta ruvida. Prende il nome da una mappa del 1531, da cui è stato ricalcato.
L’Olicana di Gtype è un corsivo abbastanza moderno, ma con una bella d variant ad asta curva e arricciata su sé stessa.
L’Espinosa Nova, di Estudio Ch, è ancora un romano, ispirato alle stampe di Antonio De Espinosa, stampatore messicano del sedicesimo secolo. L’aspetto è quello degli incunaboli, ma non è granché sorprendente, tenuto conto di quanto poco è cambiata la forma delle lettere da allora ad oggi. Interessanti i vari font che fanno parte della famiglia. Gli ornaments contengono le mitiche manine, e foglie e nodi da mettere attorno ai testi. La Rotunda Bold è una specie di blackletter. Ben quattro Capitular, con le iniziali nel quadrato o senza, con decorazioni floreali o senza, sono fondamentali per dare al testo un aspetto antico. Bello, di qualità.
Nelson, di Laura Worthington, è un inline un po’ corroso. Negli specimen c’è un locale tex-mex o un manifesto turistico delle isole Hawaii.
Il Kidnapped At Old Times, di Intellecta Design, è inconfondibile. Composto da tante iniziali in stile diverso, come se un rapitore avesse composto il messaggio di richiesta del riscatto non con ritagli di giornale ma con ritagli di antichi manoscritti.
Il Mason, di Emigre, può essere usato per le copertine di manuali di giochi di ruolo, con le forme insolite delle lettere. La n è fatta come una p greca, la M poggia su tre colonne. Disponibile con grazie o senza. Quattro stili.
Solo più in basso si trovano i blackletter, più accurati come quelli di Gutenberg o più moderni da libro fantasy.
C’è pure il Vox Populi, che ricalca una traduzione del diciassettesimo secolo di un poema epico greco. Bello, dà proprio la sensazione dell’inchiostro liquido intinto nel calamaio.
Di utilizzabile per un insegna di ristorante, o il manifesto di una rievocazione storica non c’è niente, nella top ten. Anche se di cose interessanti se ne trovano comunque.
Diverso è lo scenario che ci si trova davanti se si va su Dafont. Qui, dove ci sono font gratuiti 100% o in prova gratuita, cliccando sulla categoria “medievale” vengono fuori praticamente solo caratteri gotici.
Da Old London e Cloister Black che sono praticamente versioni dell’Old English, al Germanica, che invece si rifà al gotico moderno tedesco.
L’unica eccezione nella top 20 è il Cardinal, di Dieter Steffman, che invece è fatto di lettere romane, seppure piene di riccioli e svolazzi. Peccato che non c’è nessuna didascalia a spiegare da dove ha preso ispirazione.
Su Dafont la categoria “medievale” fa parte di “gotico”. Ciononostante, sotto la stessa etichetta c’è “celtico”, dove ci finiscono anche i vari onciali, e “varie”, dove ci finiscono quelli più indefinibili, tipo il Black Chancery. O il Pieces Of Eight, che fa il verso alla locandina di Pirati dei Caraibi.
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