Record Type, Gentleman's Magazine
Non ricordo dove avevo letto la definizione di Record Type, ma ne avevo preso nota perché volevo approfondirla. Sono andato a cercarla su Wikipedia, dove esiste una pagina solo in lingua inglese, senza nessuna pagina corrispondente in nessuna delle altre lingue.
Record Type è una famiglia di caratteri disegnata per permettere di pubblicare manoscritti medievali, specialmente inglesi, in versione quasi-facsimile. Visto che gli amanuensi utilizzavano numerose abbreviazioni e simboli particolari per risparmiare spazio, si era posto il problema sul finire del Settecento del modo in cui si poteva pubblicare una trascrizione storicamente accurata di quei manoscritti.
All’epoca si stava preparando un’edizione a stampa del Doomesday Book, un documento del 1086 dopo Cristo che conteneva i risultati di un censimento che era stato fatto in Inghilterra e nel Galles.
Il tipo di carattere venne sviluppato da John Nichols a partire dal 1773, e fu completo per l’edizione del Doomesday Book del 1783.
Nichols ha una sua pagina su Wikipedia, sempre e solo in lingua inglese. Oltre ad essere stampatore, fu anche antiquario, autore di opere storiche e biografiche, e per quarant’anni influente redattore di Gentelman’s Magazine.
Gentleman’s Magazine è la prima rivista al mondo ad essere stata chiamata “magazine”. Il termine è ancora in uso oggi per indicare un periodico che non sia un quotidiano. Ha una voce anche su Wikipedia in italiano, che però non nomina mai Nichols. Nella pagina inglese Nichols viene nominato varie volte, ma solo a proposito di alcuni indici che vennero pubblicati all’inizio dell’800.
I nomi importanti, giornalisticamente parlando, furono quelli di Edward Cave, il fondatore nel 1731, e di Samuel Johnson, che ha iniziato a lavorare lì.
Dal punto di vista tipografico la pagina su Wiki è importante perché fa vedere come era impaginato il testo, secondo criteri che farebbero rabbrividire un grafico moderno.
Oggi la parola “magazine” fa pensare ad una pubblicazione colorata, con molto spazio tra i testi. All’epoca il testo era impaginato in due colonne, stretto da tutti i lati da bordi neri e linee di separazione. Metà della prima pagina era occupata da un disegno in bianco e nero con la scritta “St John’s Gate”, stretto a destra e sinistra da confuse scritte a caratteri gotici che credo sia l’elenco delle gazzette da cui venivano attinte delle notizie, o delle città da cui le notizie arrivavano. La metà inferiore della pagina era un elenco numerato (in numeri romani) dei contenuti del giornale (“La dottrina dell’elettricità in Francia e in America comparate”).
Da notare ancora, tipograficamente, che nel 1759 si usava ancora la s lunga quando la s si presentava all’interno di una parola. Bella la forma della Q corsiva.
Comunque, i caratteri disegnati da Nichols vennero distrutti da un incendio all’inizio dell’800. Una versione modificata venne utilizzata in seguito, ma all’inizio del Novecento le società che lo usavano decisero di passare alla pubblicazione “in extenso”, cioè scrivendo per esteso le parole che nell’originale erano abbreviate.
In seguito all’invenzione di tecniche fotografiche di stampa, il problema di rendere accuratamente il testo dei manoscritti divenne secondario: bastava fotografarli e pubblicare l’immagine.
Comunque, ancora oggi, tra gli addetti ai lavori ci si occupa del disegno di caratteri speciali per la trascrizione accurata dei manoscritti medievali. La Medieval Unicode Font Initiative coordina le varie proposte di inserimento di glifi medievali nei font.
Tra i font che possono essere usati dai medievalisti, c’è il Junicode, rilasciato gratuitamente sotto licenza Sil.
L’ultima versione è uscita a settembre scorso.
Nel font, oltre a legature, abbreviazioni, lettere scomparse, e lettere accentate nella maniera più bizzarra, si trovano anche le rune, le lettere greche e cirilliche, simboli particolari (ad esempio i pallini con i numeri) e decorazioni tipografiche come quelle che si usavano sui libri di una volta per separare i paragrafi uno dall’altro.
Un altro font consigliato ai medievalisti è il Cardo, dove si possono trovare lettere e simboli ebraici, nonché tutta una serie di simboli arcani, tra cui i più riconoscibili sono quelli dei segni zodiacali (Cardo si scarica anche da Google Fonts).
Record Type è una famiglia di caratteri disegnata per permettere di pubblicare manoscritti medievali, specialmente inglesi, in versione quasi-facsimile. Visto che gli amanuensi utilizzavano numerose abbreviazioni e simboli particolari per risparmiare spazio, si era posto il problema sul finire del Settecento del modo in cui si poteva pubblicare una trascrizione storicamente accurata di quei manoscritti.
All’epoca si stava preparando un’edizione a stampa del Doomesday Book, un documento del 1086 dopo Cristo che conteneva i risultati di un censimento che era stato fatto in Inghilterra e nel Galles.
Il tipo di carattere venne sviluppato da John Nichols a partire dal 1773, e fu completo per l’edizione del Doomesday Book del 1783.
Nichols ha una sua pagina su Wikipedia, sempre e solo in lingua inglese. Oltre ad essere stampatore, fu anche antiquario, autore di opere storiche e biografiche, e per quarant’anni influente redattore di Gentelman’s Magazine.
Gentleman’s Magazine è la prima rivista al mondo ad essere stata chiamata “magazine”. Il termine è ancora in uso oggi per indicare un periodico che non sia un quotidiano. Ha una voce anche su Wikipedia in italiano, che però non nomina mai Nichols. Nella pagina inglese Nichols viene nominato varie volte, ma solo a proposito di alcuni indici che vennero pubblicati all’inizio dell’800.
I nomi importanti, giornalisticamente parlando, furono quelli di Edward Cave, il fondatore nel 1731, e di Samuel Johnson, che ha iniziato a lavorare lì.
Dal punto di vista tipografico la pagina su Wiki è importante perché fa vedere come era impaginato il testo, secondo criteri che farebbero rabbrividire un grafico moderno.
Oggi la parola “magazine” fa pensare ad una pubblicazione colorata, con molto spazio tra i testi. All’epoca il testo era impaginato in due colonne, stretto da tutti i lati da bordi neri e linee di separazione. Metà della prima pagina era occupata da un disegno in bianco e nero con la scritta “St John’s Gate”, stretto a destra e sinistra da confuse scritte a caratteri gotici che credo sia l’elenco delle gazzette da cui venivano attinte delle notizie, o delle città da cui le notizie arrivavano. La metà inferiore della pagina era un elenco numerato (in numeri romani) dei contenuti del giornale (“La dottrina dell’elettricità in Francia e in America comparate”).
Da notare ancora, tipograficamente, che nel 1759 si usava ancora la s lunga quando la s si presentava all’interno di una parola. Bella la forma della Q corsiva.
Comunque, i caratteri disegnati da Nichols vennero distrutti da un incendio all’inizio dell’800. Una versione modificata venne utilizzata in seguito, ma all’inizio del Novecento le società che lo usavano decisero di passare alla pubblicazione “in extenso”, cioè scrivendo per esteso le parole che nell’originale erano abbreviate.
In seguito all’invenzione di tecniche fotografiche di stampa, il problema di rendere accuratamente il testo dei manoscritti divenne secondario: bastava fotografarli e pubblicare l’immagine.
Comunque, ancora oggi, tra gli addetti ai lavori ci si occupa del disegno di caratteri speciali per la trascrizione accurata dei manoscritti medievali. La Medieval Unicode Font Initiative coordina le varie proposte di inserimento di glifi medievali nei font.
Tra i font che possono essere usati dai medievalisti, c’è il Junicode, rilasciato gratuitamente sotto licenza Sil.
L’ultima versione è uscita a settembre scorso.
Nel font, oltre a legature, abbreviazioni, lettere scomparse, e lettere accentate nella maniera più bizzarra, si trovano anche le rune, le lettere greche e cirilliche, simboli particolari (ad esempio i pallini con i numeri) e decorazioni tipografiche come quelle che si usavano sui libri di una volta per separare i paragrafi uno dall’altro.
Un altro font consigliato ai medievalisti è il Cardo, dove si possono trovare lettere e simboli ebraici, nonché tutta una serie di simboli arcani, tra cui i più riconoscibili sono quelli dei segni zodiacali (Cardo si scarica anche da Google Fonts).
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