Bembo e Simoncini Garamond

Già che c’ero, ho usato l’apposito tool di Identifont per confrontare il Bembo col Simoncini Garamond.
In automatico sono venute fuori 10 differenze. 5 per le maiuscole (nel Garamond la P non è chiusa, la W ha le quattro grazie separate, la Z ha una grazia che punta in alto nel tratto superiore, la S non ha la grazia che punta in alto, le grazie della T maiuscola “sono angolate nella stessa direzione”), 2 per le minuscole (la a ha la punta arrotondata, la b ha la grazia in basso), 2 per i numeri (il 7 non ha la grazia che punta in basso, il 6 è aperto), e una per i simboli (il simbolo del dollaro, una sola linea nel Garamond, due nel Bembo).
Come sappiamo, la classificazione di Identifont è abbastanza rozza, sfuggono dettagli evidenti. Ad esempio, anche il 9 è aperto nel Garamond. Ma soprattutto a occhio nudo si vedono altre enormi differenze.
Prendiamo la A, per esempio. Nel Bembo la parte superiore è piatta, mentre nel Simoncini Garamond è così spiovente che la lettera è pressoché a punta.
E la C? In entrambi i casi abbiamo grazie sia sopra che sotto. Ma nel Bembo sono marcatamente protese in avanti, come nel Pastonchi. Il Simoncini Garamond invece è caratterizzato dal fatto di orientare le punte quasi in verticale, ed è proprio questa una delle caratteristiche che lo distingue dagli altri Garamond.
L’altra è la T, dove le grazie puntano entrambe in basso a sinistra. Negli altri Garamond quella di destra è verticale, non inclinata. Comunque, sono asimmetriche. Nel Bembo invece sono pressoché simmetriche, puntando entrambe verso l’esterno.
Altra lettera distintiva, la R. Nel Simoncini ha una gamba dritta, che poggia su un piede come quella del Times New Roman. Nel Bembo invece la gamba è rinascimentale, serpeggiante e affusolata. Si assottiglia verso l’estremità e finisce con una punta morbida.
Anche le Q differiscono per qualche sfumatura. Nel Simoncini la coda spunta verso il basso, curvando a destra come nel Bodoni, ma più lunga e più morbida. Nel Bembo invece la coda esce in obliquo, e ha un accenno di serpeggiamento.
Nelle minuscole, si nota particolarmente la diversa forma delle grazie, specie di quelle superiori di m, n e p, che nel Simoncini sono molto più incavate. Le grazie inferiori del Garamond sono più sottili di quelle del Bembo.
La f del Bembo ha un tratto superiore più lungo, che si protende verso la lettera successiva. La diversità della e o della g è minima, la j invece è palesemente diversa. Nel Bembo finisce a goccia, nel Simoncini a punta.
L’impostazione dei numeri è molto differente, tra i due. Nel Simoncini è tutto molto più movimentato. La punta inferiore del 3 scende di poco al di sotto della linea di base (nel Bembo c’è un terminale a goccia che risale), il tratto verticale del 5 è corto e obliquo (nel Bembo invece è verticale).
Il Simoncini Garamond è molto utilizzato sui libri di letteratura in Italia. E il Bembo? Creato da Francesco Griffo nel 1496 per stampare un libro di Pietro Bembo per l’editore Manuzio, è stato di ispirazione per molti, tra cui Garamond.
Fonts In Use ne segnala 11 usi nella versione di base, nessuno, mi pare, di una certa importanza. Quello che mi attira di più è una stampa artistica di un testo ondulato. Oltre alla foto della stampa, c’è anche la foto dei caratteri metallici con cui è stata ottenuta. Stretti tutti insieme e tenuti fermi con dei pesi.
Tra gli altri esempi, su Fonts In Use, ci sono anche delle bottiglie foderate con pagine di libri scritti in Bembo. Che rende l’idea di quanto può essere pulita una pagina di letteratura scritta con questo carattere.

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