Francesco Pastonchi
Francesco Pastonchi è stato un poeta e critico letterario italiano, nato a Riva Ligure nel 1874 (l’ultimo giorno dell’anno) e morto a Torino nel 1953. Il suo nome è praticamente sconosciuto, al giorno d’oggi. C’è una scuola a Taggia, in Liguria, e varie vie a lui dedicate (Genova, Imperia, Milano, Lainate, Cantù...).
E questo è già tanto, tenuto conto che si compromise con il fascismo e c’è una campagna per togliere le intitolazioni a personaggi fascisti.
Pastonchi cercò e ottenne spesso riconoscimenti pubblici durante il ventennio. Nel 1936 pubblicò la tragedia Simma, interpretata come una celebrazione di Mussolini, che non ottenne alcun successo quando venne messa in scena.
Al suo nome sono arrivato grazie ai cimiteri. Dopo avere cercato in lungo e in largo a cosa si ispirava il font romano più usato sulle tombe di vari cimiteri che ho visitato, sono arrivato al Pastonchi, che ancora oggi porta il suo nome e che viene diffuso da Linotype.
La pagina Wikipedia dedicata al poeta fornisce solo le informazioni di base, e non nomina mai il carattere. Biografia, opere, studi...
L’articolo sul sito della Treccani invece è dettagliatissimo. E racconta tutta la storia. Nel 1923 Pastonchi venne chiamato a far parte del collegio giudicante di un premio ‘per la giovane letteratura’ allestito dalla Mondadori. L’anno dopo il collegio divenne accademia (detta Accademia Mondadori), di cui Pastonchi divenne vicepresidente. L’editore gli affidò una collana, chiamata ‘Raccolta nuova dei classici italiani’ per la quale appunto creò il carattere, con la collaborazione del professor Eduardo Cotti della Regia Scuola di Tipografia di Torino. Della collana venne pubblicato solo il volume di presentazione. Il progetto venne poi accantonato. Il carattere fu utilizzato per i volumi dei Classici Italiani.
Sul sito di Linotype c’è una breve storia e descrizione del font. “È un carattere in stile veneziano che appare fresco ed esotico, ideale per i lavori classici come poesia e storie brevi. La famiglia Pastonchi ha belle forme e può essere usato per la pubblicità (advertising)”.
Personalmente, dopo averlo visto sulle lapidi di tutti i tipi (cimiteri, monumenti, ma anche insegne della questura), non riesco a vederlo bene in un uso pubblicitario. Per lo meno per quanto riguarda le maiuscole, le sole a comparire sulle lapidi. Le minuscole invece fanno tutto un’altro effetto, coi loro tagli piatti molto caratteristici.
Comunque usi diversi non ne vengono segnalati: Fonts In Use conosce il nome e la data, ma niente altro.
A proposito del Pastonchi scrittore, Archive.org ha tre opere in download gratuito: Le Trasfigurazioni, Sul Limite dell’Ombra, e Belfonte. Merito delle librerie statunitensi, non di quelle italiane.
La cosa interessante è che si possono vedere le scannerizzazioni originali delle edizioni d’epoca (oltre alla trascrizione fatta con programmi automatici).
Non sono in caratteri Pastonchi, purtroppo, ma comunque si possono vedere scelte che sono cadute in disuso (e che mandano in tilt il programma di trascrizione automatica. In certi titoli la S è così allungata che viene interpretata come una barra / ).
Particolarmente interessante la copertina di Sul Limite dell’Ombra nell’edizione di Streglio e C., Torino-Genova, 1905 (dalla Libreria Pubblica di New York). Lettere molto deformate, decorazioni floreali tutte intorno.
A proposito di cimiteri, Pastonchi doveva avere scritto qualcosa sui cimiteri alpestri, forse per il Touring Club, forse parlando della prima guerra mondiale, ma sul web non si trova granché.
La sua poesia dedicata alla mamma invece è l’unica che è sopravvissuta in era social. Ce ne sono varie versioni su Youtube, con testo scorrevole e musica suggestiva.
E questo è già tanto, tenuto conto che si compromise con il fascismo e c’è una campagna per togliere le intitolazioni a personaggi fascisti.
Pastonchi cercò e ottenne spesso riconoscimenti pubblici durante il ventennio. Nel 1936 pubblicò la tragedia Simma, interpretata come una celebrazione di Mussolini, che non ottenne alcun successo quando venne messa in scena.
Al suo nome sono arrivato grazie ai cimiteri. Dopo avere cercato in lungo e in largo a cosa si ispirava il font romano più usato sulle tombe di vari cimiteri che ho visitato, sono arrivato al Pastonchi, che ancora oggi porta il suo nome e che viene diffuso da Linotype.
La pagina Wikipedia dedicata al poeta fornisce solo le informazioni di base, e non nomina mai il carattere. Biografia, opere, studi...
L’articolo sul sito della Treccani invece è dettagliatissimo. E racconta tutta la storia. Nel 1923 Pastonchi venne chiamato a far parte del collegio giudicante di un premio ‘per la giovane letteratura’ allestito dalla Mondadori. L’anno dopo il collegio divenne accademia (detta Accademia Mondadori), di cui Pastonchi divenne vicepresidente. L’editore gli affidò una collana, chiamata ‘Raccolta nuova dei classici italiani’ per la quale appunto creò il carattere, con la collaborazione del professor Eduardo Cotti della Regia Scuola di Tipografia di Torino. Della collana venne pubblicato solo il volume di presentazione. Il progetto venne poi accantonato. Il carattere fu utilizzato per i volumi dei Classici Italiani.
Sul sito di Linotype c’è una breve storia e descrizione del font. “È un carattere in stile veneziano che appare fresco ed esotico, ideale per i lavori classici come poesia e storie brevi. La famiglia Pastonchi ha belle forme e può essere usato per la pubblicità (advertising)”.
Personalmente, dopo averlo visto sulle lapidi di tutti i tipi (cimiteri, monumenti, ma anche insegne della questura), non riesco a vederlo bene in un uso pubblicitario. Per lo meno per quanto riguarda le maiuscole, le sole a comparire sulle lapidi. Le minuscole invece fanno tutto un’altro effetto, coi loro tagli piatti molto caratteristici.
Comunque usi diversi non ne vengono segnalati: Fonts In Use conosce il nome e la data, ma niente altro.
A proposito del Pastonchi scrittore, Archive.org ha tre opere in download gratuito: Le Trasfigurazioni, Sul Limite dell’Ombra, e Belfonte. Merito delle librerie statunitensi, non di quelle italiane.
La cosa interessante è che si possono vedere le scannerizzazioni originali delle edizioni d’epoca (oltre alla trascrizione fatta con programmi automatici).
Non sono in caratteri Pastonchi, purtroppo, ma comunque si possono vedere scelte che sono cadute in disuso (e che mandano in tilt il programma di trascrizione automatica. In certi titoli la S è così allungata che viene interpretata come una barra / ).
Particolarmente interessante la copertina di Sul Limite dell’Ombra nell’edizione di Streglio e C., Torino-Genova, 1905 (dalla Libreria Pubblica di New York). Lettere molto deformate, decorazioni floreali tutte intorno.
A proposito di cimiteri, Pastonchi doveva avere scritto qualcosa sui cimiteri alpestri, forse per il Touring Club, forse parlando della prima guerra mondiale, ma sul web non si trova granché.
La sua poesia dedicata alla mamma invece è l’unica che è sopravvissuta in era social. Ce ne sono varie versioni su Youtube, con testo scorrevole e musica suggestiva.
Commenti
Posta un commento