Griffo, la grande festa delle lettere

Si tratta di un progetto multidisciplinare a cura del’associazione Francesco Griffo da Bologna, ideato da Dina&Solomon, che coinvolge numerosi enti e istituzioni in Italia e all’estero “per narrare a più voci la storia dell’incisore bolognese e dare una rinnovata consapevolezza ad uno strumento prezioso che ci accompagna ogni giorno”. Le attività sono partite nel 2014 e culmineranno proprio quest’anno, “anno della scomparsa della figura pubblica di Griffo come grande incisore ed editore”, dice il sito ufficiale, intendendo dire “anniversario della scomparsa”. Nel 1518 infatti Griffo “si allontanò” da Bologna per sfuggire alla condanna inflittagli per l’omicidio del genero (secondo la Treccani venne invece giustiziato).
“Le lettere di questo testo, come la maggior parte di quelle su cui posate gli occhi quotidianamente, sono il frutto del genio di un artista artigiano la cui identità è rimasta avvolta nel mistero per secoli: Francesco Griffo da Bologna”, dice il sito. Che in realtà è impaginato in Sole, carattere disegnato da Luciano Perondi nel 2016 su ispirazione dei caratteri di Griffo, ma per un uso più quotidiano: le pagine del Sole 24 Ore, giornale economico milanese. I tratti ascendenti e discendenti sono visibilmente più corti di quelli disegnati nel Cinquecento.
A Griffo si deve “l’invenzione del corsivo che ha rivoluzionato la storia dell’editoria: derivato dalla calligrafia, ha dato vita alle prime edizioni economiche in piccolo formato facilitando così la diffusione delle idee e della cultura”. I caratteri oggi vengono chiamati aldini, perché Griffo non lavorava in proprio ma per l’editore Aldo Manuzio.
Sul sito ufficiale del progetto c’è una lunga biografia di Griffo a cura di Paolo Tinti. Ci sono anche foto nel dettaglio di come appaioni i caratteri di Griffo nelle antiche stampe.
Opera di Griffo è anche il carattere usato per stampare di De Aetna del Cardinale Pietro Bembo, oggi ancora esistente in digitale col nome di Bembo.
Griffo incise anche lettere greche ed ebraiche, per una versione poliglotta della Bibbia.
I suoi rapporti con Manuzio non furono buoni. All’inizio lo stesso Manuzio stampò una frase di elogio alle dedalee mani di Francesco da Bologna, incisore di caratteri greci e latini. Ma poi ottenne per sé il privilegio decennale per l’uso del corsivo in tutta lo Stato Veneto. Da cui seguiva che Griffo non poteva realizzarlo anche per altri editori.
Chi sono quei Dina e Solomon che hanno ideato il progetto? Lo studio “Dina&Solomon” è basato a Bologna. È si formato da due persone, ma nessuno dei due si chiama Dina o Solomon. Uno è Mirit Wissotzky, che si è specializzato all’accademia di Arte e Design di Gerusalemme, in Israele. L’altro è Manuel Dall’Olio, autodidatta, che lavora come graphic designer dal 1994.
Il loro sito ufficiale è impaginato in un bell’Eb Garamond, in combinazione con il Simplo, che è una versione digitale dell’italiano Semplicità, di Alessandro Butti (venduto oggi con lo slogan: il Futura italiano).
Dell’associazione Francesco Griffo faceva parte anche Umberto Eco.
Vari eventi e workshop si stanno svolgendo in questi giorni. La mostra che si è svolta l’anno scorso sul Metodo Simoncini faceva appunto parte del progetto. Lo stesso Perondi è coinvolto, con una ricerca scientifica sui vari corsivi attribuiti a Griffo.

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