Capolettera
La fonderia P22 va molto fiera di come ha ridisegnato le Goudy Initials anche per i grandi formati.
Ma le iniziali disegnate da Goudy si trovano anche in versione gratuita, su Dafont, disegnate da Dieter Steffmann.
Sono grandi lettere dell’alfabeto maiuscole, inserite in blocchi quadrati, immerse in decorazioni con foglie e fiori.
La versione della P22, a pagamento, è scomponibile in 3 livelli, in maniera tale da poter decidere indipendentemente il colore di ciascuno di loro. Quella di Steffmann invece può essere usata in colore unico.
Come si usano le iniziali di questo genere? Possono essere usate come capolettera. Mentre il testo viene scritto con caratteri normali, la prima lettera del paragrafo si scrive con questo font qui. Non c’è bisogno di mettersi a cambiare di volta in volta, o di scrivere una macro apposta. Il software spesso è predisposto per ottenere questo effetto.
Ad esempio in OpenOffice Writer basta attivare l’opzione cliccando col destro su un testo, scegliere l’opzione paragrafo, poi la scheda capolettera. Qui ci sono varie opzioni da scegliere. La più importante è forse il numero di righe che la lettera deve occupare (default tre), ma si può anche fissare la distanza dal testo, e il numero di lettere che devono essere stampate in grande. Soprattutto bisogna ricordarsi nel menù a tendina di scegliere Carattere capolettera, dove dice Stile di carattere.
Si preme Ok, ma ancora non è finita, la trafila. Perché il font di default è lo stesso del testo. Bisogna aprire la finestra degli stili (tasto F11, oppure menù Formato, poi Stili e Formattazione). Qui si prende la scheda stili di carattere (la seconda in alto, c’è una piccola A blu disegnata), si clicca col destro su Carattere capolettera, poi modifica.
E qui si sceglie il font da usare per il capolettera. Ad esempio Goudy Initialen (che deve essere stato in precedenza scaricato e installato sul computer).
A quel punto, ogni volta che si premerà invio, il nuovo paragrafo comincierà con un capolettera nello stile desiderato (ma solo dopo che il paragrafo è di almeno due righe).
Cercando initials su Dafont vengono fuori 53 risultati. Non tutti pertinenti, ovviamente.
Alcuni risultati prevedono maiuscole semplici dentro una cornicetta, altri elaborate forme gotiche o liberty.
Molti inseriscono le lettere in una cornice, ma si ottengono risultati interessanti anche senza.
Uno abbastanza suggestivo è il Burgoyne di Paul Lloyd, che sembra fatto di pezzi architettonici, come capitelli.
L’Ornamental Initial di Manfred Klein invece segue percorsi calligrafici.
Il Mosaic, sempre di Paul Lloyd ricorda il pavimento di una chiesa.
Ce ne sono di illeggibili, troppo chiari, troppo scuri, geometrici.
I nomi ricorrenti sono quelli di Steffman, Lloyd e Klein.
Sul sito c’è proprio la categoria Iniziali, nella sezione Fantasia. Contiene un centinaio di font.
Molti sono inutilizzabili, o utilizzabili per altri scopi. Ai vertici della classifica ci sono oggi il Baroque Explosion, di Woodcutter, il Zallman Caps, con qualche semplice fiorellino e fogliolina, il Preciosa di Listemageren, con decorazioni interessanti. Il Goudy di Steffman è subito sotto un British Museum 1490 di Cloutier Fontes, anche questo molto architettonico.
Ovviamente nessuno vieta di usare come capolettera un font non progettato appositamente allo scopo. Ad esempio ci si può schiaffarci un Trajan Pro e vedere che effetto fa. (Se non volete provare provo io per voi: la lunga coda della Q viene mozzata da OpenOffice per non uscire dal rettangolo invisibile in cui è contenuta la lettera e non interferire col testo che segue).
Ma le iniziali disegnate da Goudy si trovano anche in versione gratuita, su Dafont, disegnate da Dieter Steffmann.
Sono grandi lettere dell’alfabeto maiuscole, inserite in blocchi quadrati, immerse in decorazioni con foglie e fiori.
La versione della P22, a pagamento, è scomponibile in 3 livelli, in maniera tale da poter decidere indipendentemente il colore di ciascuno di loro. Quella di Steffmann invece può essere usata in colore unico.
Come si usano le iniziali di questo genere? Possono essere usate come capolettera. Mentre il testo viene scritto con caratteri normali, la prima lettera del paragrafo si scrive con questo font qui. Non c’è bisogno di mettersi a cambiare di volta in volta, o di scrivere una macro apposta. Il software spesso è predisposto per ottenere questo effetto.
Ad esempio in OpenOffice Writer basta attivare l’opzione cliccando col destro su un testo, scegliere l’opzione paragrafo, poi la scheda capolettera. Qui ci sono varie opzioni da scegliere. La più importante è forse il numero di righe che la lettera deve occupare (default tre), ma si può anche fissare la distanza dal testo, e il numero di lettere che devono essere stampate in grande. Soprattutto bisogna ricordarsi nel menù a tendina di scegliere Carattere capolettera, dove dice Stile di carattere.
Si preme Ok, ma ancora non è finita, la trafila. Perché il font di default è lo stesso del testo. Bisogna aprire la finestra degli stili (tasto F11, oppure menù Formato, poi Stili e Formattazione). Qui si prende la scheda stili di carattere (la seconda in alto, c’è una piccola A blu disegnata), si clicca col destro su Carattere capolettera, poi modifica.
E qui si sceglie il font da usare per il capolettera. Ad esempio Goudy Initialen (che deve essere stato in precedenza scaricato e installato sul computer).
A quel punto, ogni volta che si premerà invio, il nuovo paragrafo comincierà con un capolettera nello stile desiderato (ma solo dopo che il paragrafo è di almeno due righe).
Cercando initials su Dafont vengono fuori 53 risultati. Non tutti pertinenti, ovviamente.
Alcuni risultati prevedono maiuscole semplici dentro una cornicetta, altri elaborate forme gotiche o liberty.
Molti inseriscono le lettere in una cornice, ma si ottengono risultati interessanti anche senza.
Uno abbastanza suggestivo è il Burgoyne di Paul Lloyd, che sembra fatto di pezzi architettonici, come capitelli.
L’Ornamental Initial di Manfred Klein invece segue percorsi calligrafici.
Il Mosaic, sempre di Paul Lloyd ricorda il pavimento di una chiesa.
Ce ne sono di illeggibili, troppo chiari, troppo scuri, geometrici.
I nomi ricorrenti sono quelli di Steffman, Lloyd e Klein.
Sul sito c’è proprio la categoria Iniziali, nella sezione Fantasia. Contiene un centinaio di font.
Molti sono inutilizzabili, o utilizzabili per altri scopi. Ai vertici della classifica ci sono oggi il Baroque Explosion, di Woodcutter, il Zallman Caps, con qualche semplice fiorellino e fogliolina, il Preciosa di Listemageren, con decorazioni interessanti. Il Goudy di Steffman è subito sotto un British Museum 1490 di Cloutier Fontes, anche questo molto architettonico.
Ovviamente nessuno vieta di usare come capolettera un font non progettato appositamente allo scopo. Ad esempio ci si può schiaffarci un Trajan Pro e vedere che effetto fa. (Se non volete provare provo io per voi: la lunga coda della Q viene mozzata da OpenOffice per non uscire dal rettangolo invisibile in cui è contenuta la lettera e non interferire col testo che segue).
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