Domaine Display, Font Review Journal
I titoli di Typewolf sono scritti in Domaine Display. La caratteristica che si nota di più è il riccio strano che fanno alcune lettere, come la a o la y, ma anche la c. Qualcosa che ricorda il gratuito Alice (Cyreal, su Google Fonts), ma molto più marcato. Il carattere è disegnato dal neozelandese Kris Sowersby nel 2013, derivato da un logotype disegnato dallo stesso autore per una compagnia australiana. La versione display è più “flamboyant” di quella text (= “fiammeggiante”), dice Typewolf.
La Q è in stile Century. Più il peso del carattere è maggiore, più elevato il contrasto tra i tratti spessi e quelli sottili (che restano praticamente invariati). Sowersby ha fondato nel 2005 la fonderia Klim. La quale al momento accoglie i visitatori con una curiosa presentazione del Pitch Sans: compare la parola “Sober”, che vuol dire sobrio. Poi di volta in volta cambia una lettera, ottenendo un’altra parola esistente, fino ad arrivare all’ultima della catena, che è “Drunk”, che vuol dire ubriaco. Divertente. Ecco tutta la serie: Sober – Sorer – Sores - Sorts – Ports – Posts – Costs – Coats – Chats – Chaps – Chips – Chins – Thins – Think – Thick – Trick – Truck – Trunk – Drunk.
Su Font Review Journal c’è un’approfondita analisi del font, con specimen e testi impaginati in maniera curata. “Se stai usando domanine è probabilmente perché vuoi che il tuo testo sembri carino (‘pretty’). Non nel senso di femminile, spiega il sito, ma perché è come un giardino ornamentale (‘topiary garden’).L’autore del sito ci trova una influenza scozzese, e tira fuori uno specimen del 1874 della fonderia Bruce di New York, che aveva f,a,g,r arricciate (e anche i numeri: il 6 e il 3, ad esempio). Il sito tira fuori anche un Antique n°12 di Miller e Richard’s, a grazie triangolari, non si sa di che anno.
Nella stessa pagina ci stanno vari specimen curati, esempi del font in uso, immagini dei dettagli più caratteristici, il confronto tra la versione testo e quella display, un analisi delle caratteristiche distintive... E dire che è la prima volta che mi imbatto in questo sito. Molto interessante.
La homepage mostra i vari caratteri recensiti, immergendo nel bianco una parola di prova, affiancata a dimensioni minori da nome del font e autore. Il risultato è che mentre su Myfont vedi nella stessa pagina tanti font diversi, qui ognuno è isolato, come fosse l’unico. E l’occhio ha il tempo di soffermarsi sui caratteri distintivi. Il Domaine è uno dei primi della lista. La pagina si allunga mano mano che si scende.
Per tornare a Sowersby, il nome non risulta nuovo a questo blog. Ne abbiamo parlato a proposito del Tiempos, usato dal sito Democracy Now (46 altri usi segnalati su Fonts In Use), del Financier (committente il Financial Times) e del Pure Pataki, con una storia molto interessante, ancora in uso sul sito dell’ente turistico della Nuova Zelanda.
La Q è in stile Century. Più il peso del carattere è maggiore, più elevato il contrasto tra i tratti spessi e quelli sottili (che restano praticamente invariati). Sowersby ha fondato nel 2005 la fonderia Klim. La quale al momento accoglie i visitatori con una curiosa presentazione del Pitch Sans: compare la parola “Sober”, che vuol dire sobrio. Poi di volta in volta cambia una lettera, ottenendo un’altra parola esistente, fino ad arrivare all’ultima della catena, che è “Drunk”, che vuol dire ubriaco. Divertente. Ecco tutta la serie: Sober – Sorer – Sores - Sorts – Ports – Posts – Costs – Coats – Chats – Chaps – Chips – Chins – Thins – Think – Thick – Trick – Truck – Trunk – Drunk.
Su Font Review Journal c’è un’approfondita analisi del font, con specimen e testi impaginati in maniera curata. “Se stai usando domanine è probabilmente perché vuoi che il tuo testo sembri carino (‘pretty’). Non nel senso di femminile, spiega il sito, ma perché è come un giardino ornamentale (‘topiary garden’).L’autore del sito ci trova una influenza scozzese, e tira fuori uno specimen del 1874 della fonderia Bruce di New York, che aveva f,a,g,r arricciate (e anche i numeri: il 6 e il 3, ad esempio). Il sito tira fuori anche un Antique n°12 di Miller e Richard’s, a grazie triangolari, non si sa di che anno.
Nella stessa pagina ci stanno vari specimen curati, esempi del font in uso, immagini dei dettagli più caratteristici, il confronto tra la versione testo e quella display, un analisi delle caratteristiche distintive... E dire che è la prima volta che mi imbatto in questo sito. Molto interessante.
La homepage mostra i vari caratteri recensiti, immergendo nel bianco una parola di prova, affiancata a dimensioni minori da nome del font e autore. Il risultato è che mentre su Myfont vedi nella stessa pagina tanti font diversi, qui ognuno è isolato, come fosse l’unico. E l’occhio ha il tempo di soffermarsi sui caratteri distintivi. Il Domaine è uno dei primi della lista. La pagina si allunga mano mano che si scende.
Per tornare a Sowersby, il nome non risulta nuovo a questo blog. Ne abbiamo parlato a proposito del Tiempos, usato dal sito Democracy Now (46 altri usi segnalati su Fonts In Use), del Financier (committente il Financial Times) e del Pure Pataki, con una storia molto interessante, ancora in uso sul sito dell’ente turistico della Nuova Zelanda.
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