Sans umanistici

A quanto ho capito, i sans umanistici hanno un contrasto percepibile tra i tratti più spessi e quelli più sottili.
Vado su Google Fonts per vedere quali sono i primi che mi capitano sotto gli occhi.
Chiaramente la stragrande maggioranza dei sans, ai livelli alti, non ha praticamente nessun contrasto. O ne ha troppo: il primo contrastato che vedo è il Limelight, di Sorkin Type, che è praticamente una versione del Broadway. Va bene per un’insegna, e non fa venire certo in mente la parola umanistico.
Più giù c’è un Abril Fatface, anche questo utilizzabile solo come display.
Continuo a scorrere, ma non trovo niente che mi possa interessare. L’immagine che ho in mente è il marchio di un negozio di abbigliamento dalle mie parti. Scendo giù con scarsi risultati fino a quando arrivo al Candal, di Vernon Adams.
È disponibile in una sola versione, neretta, per un’insegna ci sta bene. La C non è molto contrastata, ma altre lettere significative (A ed M), invece lo sono in maniera visibile.
Più giù c’è Aclonica, di Astigmatic, che pure può dare un senso di eleganza: anche la C ha contrasto. La M può essere insolita, nel senso che ha i fianchi che si divaricano, ma soprattutto ci sono vari tratti strani in m, n ed A, il cui fianco destro è curvo, come una virgola, e scende leggermente sotto la linea di base.
In particolare la A è insolita: la vetta è curva, e il tratto orizzontale non tocca sulla destra.
Se nel logo da realizzare sono presenti solo le lettere normali, l’effetto può essere interessante, ma non si nota nulla di strano. In caso contrario, meglio assicurarsi che il tocco insolito non significhi qualcosa di indesiderato.
E se elimino dal filtro i display? Non c’è niente che di primo acchitto attiri la mia attenzione, a parte l’Arsenal che viene catalogato come semi-grotesque. E che mi sembra troppo sottile. Senonché noto che ha anche la versione bold, e quella mi piace.
E se vado su Myfonts e cerco la tag Humanistic?
Vengono fuori vari risultati troppo normali o troppo bizzarri.
I primi che mi colpiscono sono il Bunaero Pro, abbastanza amichevole, seppure a basso contrasto e il TT Drugs, che invece dentro un marchio ce lo vedrei proprio bene. Più in basso c’è pure il Rrollie che è sfizioso.
Domanda: perché mai uno dovrebbe chiamare un font Drugs, cioè Droghe? La didascalia spiega che è stato specificamente disegnato per l’industria farmaceutica e chimica. Infatti tutti gli specimen ricordano le confezioni dei medicinali. A questo non avevo pensato.
Infine imparo un’altra cosa: che in inglese è più comune dire humanist, anziché humanistic (anche se questo font ha entrambe le etichette).
E se clicco sulla tag humanist? Niente di nuovo, finché non arrivo all’Optima della Linotype.  Che è un nome così noto che non ha bisogno di presentazioni.

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